Ci abbiamo pensato tutti, prima o poi, come alternativa al palesemente utopico chiringuito su spiaggia esotica: basta, mollo tutto e faccio il fiorista. In questo inizio di settembre in cui ricominciamo a pensare al lavoro senza l’esaurimento di luglio, vale la pena di fare due chiacchiere con chi ha scelto davvero di cambiare strada e vivere di e fra i fiori, anche nel cuore di Milano.
Nella città della comunicazione, i fiori rappresentano un linguaggio capace di cambiare il tono di uno spazio e dire qualcosa di chi lo ha scelto, un linguaggio che arriva, perdonate un tocco di retorica, direttamente al cuore di chi guarda. I fiori e le piante sono sempre più elementi di piccole e grandi architettetture, dal bouquet al flower design di un ambiente. Per costruirle, è necessario conoscere le qualità di ogni singolo fiore e le modalità possibili di combinazione, in uno studio continuo che mescola gusto per la sperimentazione e rispetto per la natura. Di segreti del mestiere, biografie floreali e possibilità ci parlano Tiziana e Paola di Coral-Fiori e Intepretazioni.
Quante persone lavorano da Coral-Fiori e Interpretazioni e che tipo di percorso hanno alle spalle?
“Siamo in due, Tiziana e Paola. Entrambe arriviamo da realtà completamente diverse dal fiore ma la nostra passione è prevalsa e ci ha portato fino a Coral. Per prepararci, abbiamo avuto percorsi formativi abbastanza simili: abbiamo cominciato a fare corsi professionali per fioristi e poi è arrivata l’occasione (e la fortuna) di lavorare in grandi realtà che si occupano di flower-designer all’interno degli eventi in Italia”.
Tre caratteristiche che, secondo voi, devono avere le persone che scelgono di lavorare con i fiori. “In primo luogo, il buon gusto: è fondamentale per identificare gli accostamenti di colore giusti e scegliere i materiali. Poi ci vuole spirito di sacrificio: è un lavoro fisicamente faticoso e prevede orari super flessibili. Infine, non può mancare tanta creatività perché bisogna saper vedere oltre e inventarsi sempre cose nuove”.
Come si costruisce un bouquet da sposa? Quali accorgimenti si devono avere? “Il bouquet da sposa è un mondo a parte. Vengono scelti solitamente i fiori più preziosi, da un punto di vista di qualità ma anche di freschezza. Naturalmente anche il tipo di bouquet che si cerca o si propone tende a seguire molto le mode. Per esempio, negli ultimi anni ci sono sempre più richieste da parte delle spose di bouquet naturali e morbidi, quindi non più i classici dalla forma tonda con rose, né quelli cascanti stile Lady Diana. I social (soprattutto pinterest e instagram) sono le fonti di ispirazioni più frequenti delle future spose, mettendo a disposizione milioni di immagini. A noi piace partire da un esempio, magari da una foto che la futura sposa ci mostra, ma poi preferiamo costruire il bouquet con fiori e accostamenti scelti apposta per ciascuna. Solitamente, inoltre, non diciamo mai tutti i fiori presenti lasciando un effetto sorpresa”.
Come cambia il lavoro nel corso dell’anno, secondo le stagioni? “Cambia continuamente perché cambiano i colori, gli elementi floreali e le richieste a seconda delle festività e delle occasioni che ricorrono, dalle cerimonie estive alle feste di Natale”.
Tre (o cinque) domande da fare prima di progettare un allestimento floreale.
1. in che periodo
2. se hanno già in mente uno stile o un mood particolari;
3. il budget che hanno deciso di mettere a disposizione per il matrimonio.
Ci potete dare qualche indicazione su come far vivere i fiori recisi il più a lungo possibile? “Bisogna pulire il vaso con disinfettante, cambiare l’acqua giornalmente e rinnovare il taglio ogni due giorni circa per ridurre la presenza di batteri e migliorare l’assorbimento. Noi fioristi usiamo un coltellino come quelli da innesto per il taglio del gambo che effettuiamo in maniera obliqua”.