Antonio Scarantino, 29 anni, nonna siciliana, un pezzo di vita in Germania, cuore fanese è il giovane, e a quanto pare molto promettente, chef del Ristorante AlMare che in soli 10 mesi è riuscito a conquistare l’ambita forchetta del Gambero Rosso e il premio per il “Miglior rapporto qualità prezzo” della guida più prestigiosa d’Italia.
“Ho sete di imparare, migliorare e apprendere nuove tecniche, sapori, accostamenti” dice Scarantino, 29 anni vissuti nelle cucine di mezza Europa, a scuola dei più grandi chef della cucina emiliana, tra cui Massimo Bottura, Franco Clerici ed Emilio Barbieri. Lo chef sui social ha raccontato il suo entusiasmo: “Sfogliate pagina 503 della Guida. Ci trovate lì, emozionati e onorati e con tanta voglia di crescere! Un grazie a tutti coloro che hanno creduto in noi, agli ospiti del nostro ristorante e alla splendida squadra di #AlMare”.
Nella recensione della Guida Ristoranti 2018, il Gambero Rosso sottolinea come Scarantino abbia “fatto strada e affinato la mano […] proponendo una cucina di pesce dove talento, tecnica e idee centrate, tra Adriatico e suggestioni orientali, hanno da dire la loro” per poi passare a raccontare alcune delle proposte del locale, come “il gran piatto di crudi, poi tonno marinato con verdure agrodolci, timballino di sarde alla beccafico. Tra i primi buoni e confortevoli gli spaghetti alle vongole con cozze croccanti (le cozze sono panate, golosissime); leggero il fritto di paranza, gustosa l’ombrina affumicata a freddo con legno di gelsomino, finocchio e zucchine. Validi i dessert e su tutto una carta dei vini che si concentra sulla regione, con qualche fuga in Francia” e senza tralasciare di ricordare l’intero team del ristorante premiato per la cucina, l’accoglienza e il servizio “professionale e capace di coccolare il cliente”.
Il riconoscimento assegnato nei giorni scorsi segue quello arrivato, in precedenza, con la scheda pubblicata ne “I Ristoranti d’Italia 2018” de “Le Guide de L’Espresso” in cui AlMare viene segnalato come ristorante con cucina “tutto pesce” in cui si possono spendere meno di 30 euro bevande escluse per 2 portate. Della scorsa settimana anche il riconoscimento “Buona Cucina” assegnato dalla Guida Tci Alberghi e Ristoranti d’Italia 2018 (Touring Club Italiano) il volume di riferimento per la cucina e l’ospitalità del Belpaese che cita il locale fanese in cui “ogni dettaglio è al posto giusto”.
Chi è lo chef Antonino?
Classe 1988, Antonio Scarantino è uno dei più giovani chef italiani. Di origini siciliane, ma con un passato vissuto nelle cucine di mezza Europa, al fianco di chef di fama mondiale. Nato a Palermo, si trasferisce ancora molto piccolo con la famiglia a Monaco di Baviera. È qui che Antonio si appassiona alla cucina grazie alla nonna, con cui è sempre ai fornelli e che accompagna nel rito quotidiano della spesa. Insieme a lei va alla ricerca dei prodotti che profumano di cose genuine, come accadeva nella loro Sicilia. Un gioco, una ricerca festosa che è forse alla base di quella capacità naturale ma rigorosa, che caratterizza ancora oggi Antonio: percepire nitidamente gli aromi, i profumi, misurare alla vista, all’olfatto, al gusto, ogni materia prima che ha davanti a sé per poterla poi esaltare, accostandola a nuovi profumi, ingredienti, tracce di culture e tradizioni gastronomiche. Dopo aver frequentato in Germania l’istituto alberghiero, inizia a lavorare come stageur all’Osteria Francescana di Modena, al fianco di Massimo Bottura. A questa fortunata occasione seguono nuove importanti esperienze con grandi nomi della cucina italiana e internazionale: fra questi i suoi due autentici maestri, Franco Clerici ed Emilio Barbieri, tra i massimi esponenti della scuola emiliana. Dopo essere maturato, nell’età e nella consapevolezza, Antonio trascorre alcuni anni prima in Germania poi in Francia. Continua a sperimentare, creare, impossessarsi di gusti e sensazioni. Torna in Italia, conosce Simonetta Biagiotti, nome rinomato della ristorazione marchigiana. Un incontro che porterà entrambi al progetto della RistoTrattoria La Paglia di Marotta, locale appartato dietro le prime colline marchigiane che non hanno però saputo frenare i profumo di una cucina mediterranea che ha scelto di incontrare, e avere una nuova veste… “AlMare”, una cucina esclusiva, accessibile a tutti.