Caro Babbo Natale, o meglio, cara Befana del Velodromo Parco Nord (che c’è e lotta insieme a noi, rappresentata da un adorabile pupazzo che la ritrae in tutta la sua grifagna bellezza a bordo pista) cosa porterai a una ciclista in erba che giunta al suo primo anno di attività sulla sua bici in carbonio ha guadagnato i primi discreti risultati?
Sotto Natale il nemico più pericoloso è il dito sulla tastiera del pc che spesso si muove compulsivamente tra le irresistibili tentazioni dell’e-commerce. C’è la tutina di Rapha in sconto, guarda che bella questa calzamaglia di Santini… È difficile resistere, dal Black Friday in su, fino agli ultimi attuali giorni, quando l’hai quasi scampata, ma arrivano a sedurti con spedizioni gratuite e garantite alla vigilia di Natale, con buona pace dei poveri corrieri, vittime sacrificali del perverso sistema del “tutto e subito” che quarant’anni fa era politico e rivoluzionario, mentre oggi è solo consumistico. E la mia generazione, credo la X, ci è proprio caduta dentro in pieno.
Così la mia lista dei desideri vuole, per una volta, staccarsi dal perverso meccanismo di cui io per prima, con il mestiere che faccio, sono ingranaggio e motore, e liberarsi, almeno quando pedalo o scrivo di ciclismo, dalla classica “idea regalo”.
E quindi, cara Befana, sarai più bella della Barbie, portandomi questi doni:
1. La voglia di pedalare, sempre. Questo regalo è perfetto per iniziare l’anno nuovo. Finchè proverò gioia nel correre e non sarà una forzatura, avrò la fortuna di sfogare frustrazioni e liberare la testa dai pensieri. Non può esserci regalo più bello del desiderio di pedalare, anche tutti i giorni.
2. La grinta per le granfondo. Sono tanti quelli che sento dire “ah le granfondo non le faccio più” e posso capirli, quando il risultato diventa ossessione. Ma io nella mia vita ne ho fatte solo due e non ho mai avuto l’idea (né l’avrò) di fare risultato. E allora che me ne faccio della grinta? La spendo per “sgagnare il manüber“! Ah… la soddisfazione di sverniciare chi hai percepito, lungo la strada, come il tuo perfetto antagonista!
3. La leggerezza in salita. Vorrei quest’anno provare tante nuove affascianti salite. C’è il Mortirolo, c’è lo Stelvio, c’è il Gavia… per ora ho vissuto solo lo Spluga e mi è piaciuto tanto. Riuscirò a organizzarmi per nuove, avvincenti salite? E poi il Muro di Sormano. Ormai conosco la sua altimetria a memoria e al Giro di Lombardia, in tv sotto i colpi di pedale dei campioni, era fantastico immaginarne la terrificante pendenza.
4. La festa di una ciclostorica. Sì perché anche se oggi mi sento diversa, più portata alla tecnologia che al vintage, la festa per gli occhi che si vive a L’Eroica o a L’Ambrosiana è impareggiabile. Ed è poi la chiacchiera continua con amici… anche appena conosciuti. Per la serie, la passione che unisce (e diverte pazzamente).
5. Il calore del gruppo. Ecco, cara Befana, che con questo dono diventi bellissima come una Pamela Anderson (a chi piace), è forse questo l’upgrade ciclistico che più manca alla personale collezione di esperienze. Da ciclista per lo più solitaria uno dei buoni propositi per l’anno prossimo è senz’altro quello di provare il gruppo. Ragazzi di Equilibrio Urbano… arrivoooo!!!
Scartati questi cinque bellissimi regali, non resta che augurare a tutti, ciclisti e non, di passare un bellissimo Natale gustando le tante prelibatezze che la tradizione culinaria italiana riverserà, tramite le manine d’oro di nonne e mamme, sulle nostre tavole. E la dieta sportiva? No problem! A Santo Stefano minimo 70 km!
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