andrea dentoni

 

Il lusso di essere se stessi sempre. Talmente se stessi da voler tradurre – il se stessi – che gioco di parole, in tutto ciò che ti circonda e in tutto ciò che indossi …. facendolo all’ennesima potenza: anche negli occhiali.

Occhiali che devono essere unici, lontani dal concetto industriale, in poche parole essere Haute Couture, fatti a mano, personalizzati, magari con il proprio nome, la propria data di nascita incisa, fatti ad hoc, in corno o legno e adattati alla propria struttura del viso.

Andrea Dentoni – designer, laureato in disegno industriale a Firenze – dell’accessorio occhiale ne è innamorato fin da ragazzino. Tanto innamorato che il nome del suo marchio di “occhialeria” ovvero ARIAS – nato nel 2016 – è l’acronimo delle iniziali del nome (suo) e della sua famiglia.

Handmade in Sardinia – i nomi dei modelli richiamano ognuno una divinità nuragica – i suoi occhiali fatti su misura, piacciono a bloggers, chef, personaggi dello sport e della musica e Dentoni – 36 anni – che si definisce un artigiano tecnologico, è in forte forte crescita.

Una bottega tradizionale, con sede a Cagliari e l’occhio moderno di un designer e creatore del brand che ci vede davvero lungo ….. L’ho incontrato questa settimana per Focus On.

Una passione-formazione focalizzata inizialmente al disegno industriale e poi l’arrivo di ARIAS? Come e perché nasce il progetto? La mia formazione parte dall’interior design, con una laurea in disegno industriale conseguita presso la Facoltà di Architettura di Firenze. Diversi anni passati in studi di progettazione a Firenze dove mi sono dedicato con passione alla progettazione di complementi d’arredo e studio di interni. Poi da un giorno all’altro, insieme a mia moglie abbiamo deciso di rientrare in Sardegna e mettere su famiglia nella nostra terra. Scelta azzardata dal momento che non avevamo pianificato niente. Il tutto è partito con l’assegnazione di una borsa di studio messa a disposizione da Sardegna Ricerche, dove ho potuto sviluppare il progetto “Arias Eyewear” (acronimo dato dalle iniziali del nome di mia figlia, mio e di mia moglie) per circa un anno grazie all’utilizzo dei macchinari presenti nel FabLab della struttura. Inizialmente il progetto prevedeva la presentazione di una collezione di circa dieci modelli realizzati in diverse essenze lignee. Terminata la borsa di studio ho continuato la sperimentazione di forme e materiali arrivando al materiale che utilizzo adesso: il corno di Bufalo Indiano.

Perché proprio la scelta del settore eyewear e quali sono i tratti e il “plus” che caratterizzano il marchio? La passione per questo settore credo nasca in me da ragazzino, quando mio padre al rientro da un viaggio in America, mi regalò il primo occhiale, un Ray Ban wayfarer. Da quel giorno ho sempre portato gli occhiali. La passione è cresciuta sino al periodo universitario dove è iniziata, durante un corso, anche la progettazione di questo splendido accessorio moda. Arias eyewear nasce dall’amore per la natura, il design e l’artigianato. L’unione di questi mondi crea un prodotto unico, senza tempo, lontano dai dettami industriali, un ritorno alle origini che pone i suoi punti forza in tre punti fondamentali: l’unicità dei pezzi, utilizzo di materiali nobili e naturali e la cura del rapporto con il cliente durante tutta la fase di progettazione e realizzazione dell’occhiale.

arias

Chi sono i suoi clienti e nello specifico che cosa le chiedono? La tipologia di cliente è varia. Si passa dall’imprenditore allo chef, dal libero professionista al calciatore ma tutti uniti da un interesse comune: cercare l’unicità del pezzo, diverso dagli altri, dunque personale. Ogni occhiale presenta delle imperfezioni che svelano la natura completamente artigianale del manufatto. Potrebbero essere perfetti, ma sarebbero industriali e tutti identici. Invece, ogni modello è diverso dagli altri, dunque personale. Le richieste più frequenti sono l’incisione all’interno dell’occhiale del proprio nome o la data di nascita di un figlio. Con un noto Chef abbiamo disegnato a quattro mani il suo occhiale rendendolo unico con la creazione di una texture composta da tantissimi toni, protagonista della sua grande cucina di mare.

Oggi stiamo attraversando un momento molto delicato su tutti i fronti. Secondo lei il concetto di lusso è cambiato? Assolutamente si. Il cliente ora è molto più attento e informato. Credo che il lusso è avere un oggetto da indossare unico, non industriale e seriale, insomma essere liberi di scegliere. La possibilità di averlo secondo le proprie esigenze e gusti in misura, forma e colore ecco cosa è il vero lusso per me.

I suoi occhiali su richiesta sono praticamente quello che nella moda si chiama Couture. Come procede nel suo lavoro? E’ il 90% della mia attività. Il cliente viene da me e come un sarto crea un abito io creo un occhiale. Partiamo dal rilievo di alcune misure del volto, presento una serie di modelli che possono interessare il cliente e da lì inizio la fase di progettazione cercando di soddisfare tutte le richieste del cliente, scegliendo insieme il colore del corno, il design e l’abbinamento della lente. In tutte queste fasi il cliente è costantemente coinvolto e aggiornato con immagini delle fasi di lavorazione inviate tramite cellulare. Dalla lastra di corno all’occhiale finito.

Lei preferisce non parlare di collezioni ma di capsule. Le chiedo il perché e se me le racconta? Vedo la scelta di impostare il proprio lavoro all’interno di determinate collezioni, un prodotto con una sorta di “scadenza”, che segue una moda che poi cambia. Io cerco di creare oggetti lontani da questi dettami, pezzi che puoi usare oggi o tra 50 anni o che sarebbero potuti essere usati anche 70 anni fa. La ricerca di linee pulite e semplici crea oggetti senza tempo.

Quali sono i suoi prossimi progetti che ci può anticipare? Vorrei sviluppare un’app che mi permetta di fare il “bespoke” anche dall’altra parte del mondo. Un cliente tramite questa app potrà inviarmi un rilievo del proprio volto e grazie a questa misurazione, creare l’occhiale su misura.