Showcase. Termine veloce, d’impatto, d’effetto, immediato. Termine che parla di immagine, di vetrina, ma soprattutto di fiducia, novità, trampolino di lancio.
E per usare una parola (che mi è piaciuta molto), di Silvia Venturini Fendi, Presidente di Altaroma – ancora termine che – secondo me – parla di fluidità...
Ecco… la fluidità: che il Presidente usa per parlare dell’oggi, di come l’essere immediatamente ricettivi, rapidi, sia il must per rimanere ben saldi (ed elastici), ai tempi che cambiano, ad una confusione che forse spaventa ma che in realtà è solo ottimo mutamento, l’avvio di una nuova era.
Fluidità uguale intelligenza, occhio di domani, sinonimo dell’essere acuti, svegli, pronti a rimettersi in gioco.. perché la moda è questo: vecchio oggi, nuovo domani, anzi subito!
Il progetto ideato da ICE Agenzia e Altaroma, nasce perciò per mettere in connessione brand emergenti italiani, con potenziali buyer, giornalisti e professionisti del settore moda italiano ed estero.
Un discorso concreto dedicato a marchi fondati da non più di dieci anni che esordirà in concomitanza dell’imminente settimana della moda romana in programma dal 25 al 28 Gennaio 2018.
Silvia Venturini Fendi che di occhio al domani, a ciò che nuovo, ma soprattutto di perfette combinazioni tra quello che era ieri e quello che invece diventerà…. se ne intende, questa settimana per Focus On, mi racconta Showcase e come i nuovi talenti, verranno ancora una volta supportati… e sempre meglio.
Mi racconta il progetto? Questo è un progetto che ancora di più sottolinea quello che è l’obbiettivo di Altaroma. Ovvero quello di dare sostegno ai designer. Si tratta di un progetto che si rivolge a quei designer che non sono ancora presenti – o fortemente presenti – in showroom e che sono agli inizi della loro distribuzione. Devo dire che la differenza tra Showcase e Who is on Next è che per accedere a quest’ultimo, tu devi avere già una piccola distribuzione con almeno 5 punti vendita. In questo caso invece no, puoi avere una distribuzione anche solo “on line”… quindi questo è un modo per supportare questi giovani perché la vocazione ormai di Altaroma è molto chiara ed è stata definita anche nella partecipazione al tavolo con il Mise sul Made in Italy. E’ stato infatti deciso che Roma sia proprio la Lab di “scouting” dove i giovani possono prepararsi per poi debuttare su piazze ancora più importanti ed internazionali. Mi piace poi sottolineare che questi progetti stanno funzionando, per esempio almeno trenta dei giovani che hanno partecipato a Who is On Next, oggi fanno parte del calendario delle sfilate e presentazioni di Milano. Ripeto ciò significa che questo tipo di collaborazione sta dando i suoi frutti. C’è un bando on line e l’unico requisito che devono avere e che siano imprenditori e che utilizzino produzioni Made in Italy.
C’è un criterio con il quale i designer vengono scelti? Ma non parlo tanto a livello di presenza o meno in uno showroom ma riferendomi al loro stile. Non so scegliete chi fa lo streetwear piuttosto che la ricerca di nicchia… ? Come funziona? Guardi ci piace che i designer siano diversificati tra loro, ovvero che non ci sia non so un’offerta troppo di nicchia … Ci sarà per esempio quello che presenta le calzature piuttosto che gli accessori o abbigliamento oppure i gioielli, in poche parole ci piace dare un panorama totale sul Made In Italy.
Questo è un momento molto delicato per tutto il sistema della moda italiana un po’ da tutti i punti di vista .. Qual è la sua opinione in merito? Direi che è un periodo di grandi cambiamenti per tutti. Io penso che sempre di più bisogna essere rapidi nel modificare le cose … nel senso che bisogna essere fluidi. Diciamo che Altaroma in questo un po’ lo è stata, ovvero nel cogliere le occasioni quando si presentano .. per esempio a volte ci dicevano che non capivano la nostra vera “mission” perché qua vedevano l’Alta Moda ma anche il giovane … ed è proprio questo invece il segreto. Perché secondo me la creatività è creatività senza troppi incasellamenti. Oggi l’uomo sfila assieme alla donna, la couture davanti al prêt-à-porter, la creatività deve essere anche un po’ più libera e senza condizionamenti e dobbiamo essere pronti nel saperci adeguare a cogliere le varie occasioni.
Che cosa ne pensa – tra i vari adeguamenti – del see now by now? Credo che sia molto complesso e non tutti possono farlo. Devi avere prima di tutto una realtà produttiva e distributiva in linea perché altrimenti come fai.. produci “al buio” dei capi … in poche parole lo possono fare dei grandi gruppi e delle grandi Maison non certo dei giovani che hanno già difficoltà .. lo puoi fare con delle capsule collection …mi sembra comunque molto complesso.
Che tipo di spazio avranno i giovani che partecipano al progetto? Noi come headquarter per le attività di Altaroma, usiamo gli spazi della Guido Reni District, mentre i designer saranno invece ospitati all’interno del Museo Maxi. Saranno quattro giorni – con dieci designer per giorno – e hanno a disposizione degli allestimenti dove loro potranno scegliere i loro contenuti all’interno di questi.
Senza fare nomi … perché lei deve rimanere super partes ma ha visto già qualche giovane davvero interessante.. Sono molto contenta ma non posso fare certamente nomi. Devo dire che tra loro ci sono anche molti romani e questo mi piace dirlo, perché questo dimostra che la città … è una città dove la creatività ancora c’è. Siamo è vero, in una situazione difficile, tanti parlano di Roma e a volte è vero non mi sento felice di quello che leggo ma sicuramente è una città che ha un’attrattiva per chi vuole intraprendere un percorso creativo molto forte perché è una città di grande ispirazione…… devo dire insomma che c’è una comunità creativa forte e questo mi rende felice.