Alcuni designer hanno un dono speciale, singolare… quasi una loro cifra caratterizzante. Riescono cioè ad avere quel senso – interno ed innato – di massima responsabilità creativa che copre in toto – e al dettaglio – i seguenti aspetti: per esempio l’essere dotati di massima capacità sartoriale, di una modernissima visione estetica e di una capacità di approfondimento dell’ heritage di ogni Maison che vanno a guidare, oltre ad una massima abilità nel tradurre tutto ciò all’ oggi, all’attuale, al contemporaneo, a ciò che la gente vuole, desidera o vorrà.
Se poi da subito le ossa te le fai accanto a “mostri” sacri del Made in Italy.. penso per esempio a Mila Schön, Krizia, Valentino e via dicendo, allora il tuo dna design, passione, disciplina e sviluppo stilistico, si rafforzano all’ennesima potenza … diventando solidi e rendendoti parte integrante della Casa di moda dove ti trovi e di un mondo-mestiere-sartoriale completo.
Tutto ciò è background, anima, radice creativa e l’essere del duo Federico Piaggi e Stefano Citron.
La coppia legata professionalmente da anni, duo-design indissolubile e complementare, racchiude i requisiti sopra e parla-disegna-racconta – con le collezioni – l’Alta Moda, i progetti, il prêt-à-porter di Lusso.
Official Fashion Designer Womenswear e Accessories di Gianfranco Ferrè dal 2011 al 2013 e negli anni ancora più che partecipi-consulenti-officialdesigner per alcuni tra i marchi del lusso mondiale, Piaggi e Citron riflettono ancora oggi al meglio, il racconto dello stilista della moda vera: fatta di competenza e di design ma avendo dietro una cultura di base forte, solida, consistente oltre ad un occhio al futuro attento e obbiettivo.
Le mie due chiacchiere questa settimana per Focus On sono con i due stilisti per ripercorrere in breve la loro storia, il loro percorso e un sodalizio importante che è il segreto del loro successo e del loro essere così amati.
Piaggi-Citron. Come nasce un incontro, un sodalizio vincente, un incastro professionale così speciale? Ci siamo conosciuti anni fa nell’ufficio stile di Mila Schön. Era per entrambi la prima effettiva esperienza di responsabilità creativa. C’è stato un grande lavoro comune, di continuo confronto, che ha funzionato molto bene fin da subito. Sicuramente, l’aspetto caratteriale ha avuto una grande importanza. Anche nella diversità di idee e nelle rispettive peculiarità, abbiamo sempre trovato un modo molto naturale, serio ma contemporaneamente giocoso, di raggiungere gli obbiettivi comuni.
Architettura e fotografia – background di entrambi – quale posto hanno ancora nel vostro percorso? L’Architettura e la Fotografia, così come la storia della moda e del cinema, sono vitali per noi più che altro perché costituiscono una continua fonte di ispirazione. Nello specifico poi, l’architettura è stata un riferimento continuo nell’esperienza con Gianfranco Ferrè. Un’impronta imprescindibile e uno studio che influenza ancora il nostro approccio creativo. Per noi è fondamentale, inoltre, rivolgersi sempre con rispetto e precisione alla storia della fotografia, di moda e non, soprattutto di questi tempi, in cui i riferimenti iconografici sembrano essere sempre più superficiali e casuali.
Per poter lavorare assieme, una stessa visione della moda, dello stile è d’obbligo? Oppure l’essere a volte in parte distanti – stilisticamente parlando – è un vantaggio? Sicuramente è necessario partire da radici comuni di grande passione e attenzione ad un certo tipo di moda e stile. Ma il confronto sulle rispettive differenze e le visioni opposte, spesso, hanno portato alle nostre creazioni migliori, o comunque a quelle che ricordiamo con più orgoglio.
Da Mila Schon a Gianfranco Ferrè ma anche altre importanti Maison del lusso internazionale del quale siete stati o Direttori Creativi o consulenti. Come si traduce l’Heritage di ognuna di esse al gusto e all’esigenze della clientela di oggi? E soprattutto come si riesce a mantenere il vostro stile personale adattandolo a quello del brand? Il processo è il medesimo. Logicamente, quando siamo chiamati a collaborare con un brand, partiamo sempre dalla sua storia, dal rispetto per la sua identità. Ma il nostro contributo deve essere comunque innovativo. Quello che solitamente ci viene chiesto, e che noi amiamo fare, è di portare la nostra personale visione della contemporaneità applicata ad un’estetica e ad un approccio produttivo già consolidato. Ogni volta è una sfida nuova, sempre di grande soddisfazione.
Chi è la vostra donna di riferimento? Più che un’idea di donna, la nostra è un’idea di stile, di eleganza e di glamour molto femminile. Un concetto che si arricchisce ed evolve costantemente, a seconda degli stimoli e della progettualità contingente.
Come organizzate il vostro lavoro in coppia? Non c’è un’organizzazione precisa. C’è la necessità innanzitutto di sentirsi costantemente, in ogni momento del giorno e, a volte, della notte. C’è un continuo scambio di informazioni e input. Questa è la cosa che non cambia mai. Il resto viene da sé. Decidiamo sempre tutto insieme, siamo complementari e interscambiabili.
Stiamo vivendo un momento del sistema moda con grandi cambiamenti. Qual è la vostra opinione in merito? I grandi cambiamenti ci sono sempre. Soprattutto nella moda. Non abbiamo grandi opinioni al riguardo. Siamo però convinti che le figure che sanno resistere nel tempo siano quelle con una personalità più ricettiva e flessibile. Per noi, è una qualità imprescindibile per un fashion designer contemporaneo.
Che cosa pensate del fenomeno del see now buy now? E’ inevitabile in un momento storico dominato dai social media. Così istantaneo e immediato. Considerando anche il brevissimo “attention span” del pubblico…
Quali sono i vostri prossimi progetti? Lavorare sempre e bene. E mantenere una visione fresca ed entusiasta della moda. Al di là dei progetti specifici, questo è il nostro obbiettivo primario.