Daniele Calcaterra – classe 1973 – è un fedele, concreto e attento sostenitore del cosidetto “saper fare”.
Ovvero di quella sapienza, cultura, qualità ed eccellenza, tipica del nostro paese e alla quale il designer pensa si debba davvero tornare in toto. Perché sono questi i fattori che tanto ci invidiano all’estero…. prosegue lo stilista.
Calcaterra che ha sempre legato il suo ruolo – fin dalla sua formazione – ad un approccio quasi scientifico alla materia e al tessuto – definendo il termine designer uguale mestiere più che invece una professione – ha fondato il suo marchio nel 2011.
Ho incontrato Daniele Calcaterra per Focus On di questa settimana:
Come nasce il suo percorso design? Mi racconta come ha iniziato e si è formato? Ho studiato presso l’Istituto di Moda e Design a Milano ma ho avuto la fortuna di poter trascorrere gran parte degli studi presso le sedi distaccate nel resto dell’Europa, completando così la mia formazione. Ho iniziato, terminati gli studi, a collaborare con importanti realtà italiane e dopo una lunga esperienza come direzione stilistica in Piazza Sempione, allora Gruppo LVMH (ex L Capital) ho deciso di dar vita al mio progetto che, affiancato alla parte consulenziale su altri brand (che considero sempre arricchente e stimolante), è diventato il focus degli ultimi due anni, attraverso il quale non solo riesco ad esprimere la mia cifra stilistica, ma sperimento materie e lavorazioni con il meglio del made in Italy e del know-how acquisito in questi anni di esperienza.
Quali sono i tratti che caratterizzano la donna e l’uomo Calcaterra e lo stile delle sue collezioni? Sono convinto che la Moda italiana debba tornare alla sapienza, alla cultura e alla qualità che ci ha contraddistinto e fatto conoscere in tutto il Mondo. Quel “saper fare” che tanto ci invidiano all’estero e che rappresenta la vera eccellenza della nostra penisola. Tutto, nel mio percorso stilistico, è pervaso di DNA italiano. È una cosa in cui credo molto. Prediligo i tessuti di altissima qualità da cui non posso prescindere, i volumi e lo studio delle forme, amo passare ore presso i miei affezionati fornitori di tessuto studiando come accoppiare tessuti diversi per avere gli effetti che ho disegnato o creato a manichino. L’aggettivo che meglio qualifica la mia immagine di donna è “sofisticata”, non mi interessano gli eccessi e cerco di stare lontano dalla tentazione del superfluo, che spesso maschera o distoglie lo sguardo dalla vera essenza del capo e dalla sua qualità
Parlando invece nello specifico della collezione Primavera-Estate in arrivo, qual è stata l’ispirazione sia per l’uomo che per la donna? La fonte di ispirazione è stata ISADORA DUNCAN con la sua danza leggera ed il movimento libero. La collezione ha generato un dialogo ideale tra due diverse femminilità, tra austerità maschile e sensualità contemporanea. Sono queste le donne che ho immaginato per la prossima primavera/estate ’18. Il gioco dei volumi in collezione si fa incoerente e inatteso. Le giacche costruite e maschili si allargano e si stringono sul corpo appoggiandosi rilassate sulla silhouette. I pantaloni – larghissimi e strizzati in vita – e gli abiti – come recuperati da un archivio – riscoprono l’imponderabile della sensualità. Il volume perde la sua concretezza materica e si appoggia al corpo come accompagnato dal vento in una spontanea continuità tra natura e vitalità assoluta. È in questo eterno dualismo che oscilla la mia collezione… qualcosa in cui spesso mi identifico.
Come si sta evolvendo il marchio? Abbiamo clienti affezionati allo stile CALCATERRA che ci seguono dalla prima collezione e da Gennaio 2018 abbiamo riportato in Italia anche la campagna vendite, stringendo collaborazione con MILK SHOWROOM che si occuperà sia delle campagne vendite a Milano che delle sessioni di showroom a Parigi. Abbiamo inoltre aperto il primo flagshipstore CALCATERRA DIRECT a Salò sul lago di Garda. Salò perché è meta turistica internazionale ed è stata rilanciata da importanti investimenti anche a livello culturale negli ultimi anni. Il negozio, a due anni dalla apertura, ha già incrementato del 40% il fatturato, un risultato inatteso e che avevamo pianificato per la fine del 2018.
Quali sono i suoi principali mercati di riferimento? Il mercato estero è quello che più ci da soddisfazione e riconosce il valore della qualità del Made in Italy con Nord Europa, Francia, e Spagna in testa. Al di là dei confini europei, i paesi dell’est – dall’area Russia a Corea e Giappone – sono quelli dove siamo più apprezzati. E i dati di sell-out ci confortano e ci dicono che le clienti “finali” apprezzano i nostri capi.
Quali sono i suoi prossimi progetti che ci può anticipare? La distribuzione corretta del brand è al centro dei progetti che abbiamo intrapreso di concerto tra Direzione Aziendale e Showroom Milk. Siamo un partner affidabile e serio e cerchiamo di stringere relazioni con i nostri clienti che vanno al di là della semplice vendita di una stagione. In aggiunta al canale multibrand e retail c’è anche l’ambizioso progetto del nostro primo e-commerce, oltre all’intensificazione della presenza del brand nei principali e-retailer internazionali. Resta un nostro importante obiettivo per i prossimi anni lo sviluppo del progetto monomarca che, proprio con lo store di Salò, ha dimostrato quanto le nostre creazioni siano vicine alla donna-consumatrice attuale.