Tratto dall’omonimo romanzo di Jason Matthews, ex agente della CIA ormai in pensione, Red Sparrow racconta la storia di Dominika Egorova (Jennifer Lawrence) e di come sia passata dall’essere una rinomata ballerina a finire all’interno di un caso di intelligence internazionale.
La Lawrence interpreta un’eroina difficile, temprata dalle disgrazie e scaraventata in un mondo paradossale. Intorno a lei un cast d’eccezione con Joel Edgerton (Loving, Black Mass), Charlotte Rampling, Jeremy Irons, Ciarán Hinds (Game of Thrones, Silence) e Bill Camp (The Night Of, Birdman).
Il film cresce insieme alla sua protagonista, passando rapidamente da scene d’azione a scene di tensione, presentando l’evoluzione della percezione che Dominika ha del proprio corpo e di se stessa.
Ed è proprio l’uso del corpo della giovane il punto più importante della pellicola. Il personaggio della Lawrence dà modo al regista di creare situazioni di oggettificazione della donna, rimanendo sul limite dell’esagerazione e dell’esasperazione.
In un periodo in cui il rispetto della donna è sempre al punto del giorno, un film del genere pone lo spettatore davanti ad innumerevoli quesiti, ma senza dare purtroppo adeguate risposte. Nelle due ore e venti in cui Red Sparrow si sviluppa, spesso ci si chiede perché l’unico asso posto nella manica di Dominika sia la sua sensualità e la sua abilità di seduzione, anche quando poi si dimostra un’abile stratega.
Infine viene spontaneo il parallelismo con la spia sovietica più famosa di sempre, Natasha Romanoff a.k.a. Vedova Nera. In Avengers: Age of Ultron la Marvel ci aveva presentato il passato della Romanoff che sicuramente ci verrà spiegato meglio nel dettaglio nel probabile film stand-alone di cui si parla da mesi. Per quanto Red Sparrow si inserisca con un taglio completamente diverso da quello che è lo stile marveliano, questa pellicola dovrà essere comunque un punto di riflessione importante per la Casa delle Idee, che dovrà saper scrivere il film in modo da risaltare la sagacia e l’astuzia della spia e non solo le sue curve, dandole finalmente la dignità che merita.