Pioggia, neve, vento e la colonnina di mercurio in caduta libera sono tutti elementi ideali per… praticare spinning. Era tempo che avevo in coda nella tastiera un pezzo dedicato a questa esperienza, ma i casi contingenti, dalla MiRando alla presentazione della nuova Colnago C64, mi avevano fino ad oggi trattenuta dal pubblicarla.
Ora è tempo di dare voce alla serata in cui ho sperimentato lo spinning. Ma non uno spinning qualsiasi. Quello “alla Francesco Centrone”, ovvero la formula specialissima praticata da GB Fitness, la sua palestra. Sì perché Francesco é prima di tutto un appassionato ciclista ed è tra coloro che al Velodromo Parco Nord tira il treno di quelli che vogliono menare all’interno della linea blu, ovvero nella corsia più veloce. Con la sua bici gialla dotata di manubrio da crono e l’inconfondibile nonché autorevole fluente barba bianca è tra le locomotive più eccentriche, ma efficaci, del gruppo. La sua forza infatti risiede quasi tutta in una parola: motivazione. Accompagnata da una seconda: tecnica.
Francesco ha tanta motivazione che spesso, appunto, esonda all’esterno, come un fiume in piena, e ciò naturalmente consente a chi gli sta vicino, in palestra o in esterni, di goderne appieno. Gli effetti benefici di questa parolina magica li ho potuti percepire una prima volta durante la mia ascensione di debutto al Ghisallo. Ghisallino, per la precisione, ma siamo passati da Barni e quindi un paio di tornanti duri c’erano anche per noi. Francesco in quell’occasione mi aveva già fatto percepire tutta la classe del coach che, preso a cuore l’allievo, riesce ad esaltarne anche la più piccola risorsa nascosta. Così era stato davvero facile affrontare la storica salita per poi scattare anch’io, trionfante, la mia foto-ricordo sotto al monumento immerso nel cielo dipinto del paesaggio lacustre.
L’idea è che Francesco riesca a “sentire” ciò che forse nemmeno tu realizzi di avere nelle gambe. E lo tira fuori. Per arrivare a tutto questo è chiaro che è nella parola la sua magica ricetta. Un mix di esplorazione tecnica e analisi del gesto atletico, che ti fa razionalizzare la fatica e quindi la percepisci al di fuori di te, in modo neutrale, unita allo stimolo a provarci, a fare di più. Il bello è che non c’è mai tensione, mai un tono esagerato. Se penso ad esempio alle urla dei direttori sportivi che incitano i loro a “La Sfida”, il programma su Bike Channel in cui tre squadre di amatori si contengono, come in un reality a due ruote, la vittoria di un mini giro a tappe, ecco che vedo nello stile di Francesco l’esatto opposto. Che è quello che piace a me. Se mi ritrovassi al fianco uno che mi sbraita nelle orecchie e mi suona il clacson per farmi andare più forte penso che più che spingere sui pedali mi verrebbe da lanciargli una scarpa, come fanno gli arabi quando sono molto incazzati. Francesco invece si esprime sottovoce, alla Marzullo. E la tua velocità o la tua forza è il risultato di una somma razionale di ciò che c’é in campo. Nessuna forzatura. Al concetto si aggiunge poi anche il tono in cui è narrato. Sì perché Francesco possiede una voce un po’ speciale. È di tonalità alta e giovane, “alla Robert Redford”.
Detto ciò, era proprio tempo che provassi a fare un giro nella sua palestra, GB Fitness. Facile da ricordare il nome perché il sito è tatuato sull’asfalto del Velodromo Parco Nord. Ci sono anche loro infatti tra gli sponsor che avevano contribuito alla fondamentale riasfaltatura, quella che ha dato il via alla nascita del modello dateciPista, il gruppo di volontari che rendono tutto perfettamente funzionante.
Situata a Sesto San Giovanni, GB Fitness per chi arriva da Milano è facile da raggiungere: si va sempre dritti da V.le Zara e poi in V.le Fulvio Testi fino ad uscire dove c’è Decathlon. In una delle prime vie interne in cui ci si imbatte c’è la palestra di Francesco.
La conformazione e l’organizzazione degli spazi mi ricordano subito il mitico Club Conti che oggi ahimé è stato soppiantato dalla scura e catacombale Virgin. La poco felice ristrutturazione aveva trasformato le ampie e luminose sale in bui cunicoli in cui più che praticare sport sembrava si dovesse cadere in letargo come una marmotta. Invece qui da GB Fitness, proprio come al vecchio Conti, tutto luminoso e colorato. Energizzante come una vitamina. E quindi anche nella sala da spinning, dove tutto è tradizionalmente scuro, si giunge comunque galvanizzati dall’aver attraversato le altre sale dove c’è chi suda alacremente con i pesi o volteggia nella pratica dello judo.
Arrivando a lezione iniziata, proverbialmente in ritardo, balzo in sella e subito mi trovo nel vivo della corsa. La macchina è comodissima e poter agganciare i pedali con le tacchette è già cosa ottima. In più sento che la resistenza è perfetta per una pedalata rotonda che, a istinto, mi ricorda l’idea che mi sono fatta del pilates: ogni muscolo sembra accolto con amore.
Ma c’è ancora tanto da scoprire, in fatto di spinning. Intanto è tutto un alternarsi di spinte fuori sella. E poi c’é il ritmo. È la musica che dà la cadenza e non solo. Francesco dice quanti RPM, ovvero quanti giri di pedale al minuto, sono da fare e, in aggiunta, per completare l’allenamento, spiega quanta resistenza calibrare sul dispositivo digitale collegato al freno magnetico che smorza la velocità della ruota. Tutto è visibile nel display sul manubrio. Così mi accorgo che non è facilissimo pedalare consecutivamente alla stessa velocità, ma non è nemmeno impossibile. Basta concentrarsi, o meglio, basta lasciarsi andare: la musica che ci accompagna sembra composta apposta per assecondare i giri di pedale.
Immersa nell’aria frizzante soffiata nella sala da enormi tubi, e con davanti agli occhi scenari di mtb in soggettiva, che poi saranno mutati, in mio onore, nel percorso dello Stelvio, mi rendo conto che, grazie alla motivazione e alla tecnica di Francesco riesco persino a fare cose che voi umani… Sì, è esaltante. Come in un tunnel del vento. La cadenza è perfettamente sincronizzata e per di più riesco ad aumentare la resistenza a 17. Balzo in sella senza sforzo, anche quando l’alternanza è sempre più ravvicinata: due giri di pedale e su, due giri e giù. Il fuori sella nello spinning è costante e dopo un po’ lo senti naturale come una normalissima rivoluzione sui pedali.
Sento il cuore che pompa allegro come non mai. Con Francesco che gli parla direttamente: “Stai con me!“. E come rifiutare un invito così gentile? Il cuore si è già spontaneamente lanciato da solo oltre l’ostacolo e le gambe, i polmoni, insomma, tutto il resto che conta è con lui, così come si segue un portabandiera al di là delle linee nemiche, ovvero al di là di tutto ciò che ti pare impossibile e invece… invece vedi che ce la fai?
Non avevo mai sudato così tanto in vita mia e, naturalmente, come al solito mi succede in palestra, avevo dimenticato l’asciugamano nell’armadietto. Perfetto. Ma è così bello grondare sotto una pioggia autoprodotta. La sensazione di ottenere un grande risultato a livello sportivo è senz’altro potenziata. Più sudi e più sai di far bene. E far bene significa anche “fare fondo”, ovvero pedalare agile e veloce, contribuendo ad abbassare la frequenza cardiaca. Così quest’estate, in montagna, potrò affrontare lo Spluga e chissà quali altri fantastici passi, con un cuore addomesticato come un leone al circo, pronto a saltare nel cerchio infuocato dei 2000 mt di quota e più.
Non resta quindi che ringraziare il “domatore”, Francesco, che ancora una volta, dal Ghisallo alla sua palestra, ha saputo unire alla ragione della tecnica la forza trascinante della motivazione. Primavera arrivoooo!
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