San Rullo si avvia ad essere il nuovo patrono di questo pazzo, pazzo marzo la cui feroce vocazione sembra essere quella di sommergere ogni week end di pioggia, o peggio, di neve. Non ti sei ancora ripreso dalla mancata uscita domenicale che subito c’è già a consolarti la previsione di un prossimo fine settimana ancora più freddo e disgraziato.
E così non c’è che votarsi al rullo e frullare come un fedele adepto che trae conforto dalla novena, ripetuta all’infinito con ritmica devozione.
Del resto il concetto dell’andare in bici si fonda su due attività, assolute come le assi cartesiane. E se la X è rappresentata dal movimento lungo una linea orizzontale, ovvero lo spostarsi da un punto all’altro in modo più o meno veloce, ecco che la Y può essere identificata nel frullio delle gambe, ovvero nella circolarità della pedalata. Ed è qui che, apro parentesi, si scopre in tutta evidenza la bellezza della pista che ha la capacità di unire in un unico campo di attività lo spostarsi in velocità lungo una linea piegandola tuttavia alla circolarità che riflette a specchio l’azione della pedalata. In pista X e Y convergono in un’unica esaltante dimensione. Tutto ciò è scienza? Filosofia? Matematica? No-no… semplicemente tutto questo è noia. Perché il rullo ha sì la caratteristica di farti sprofondare in riflessioni talvolta davvero sublimi, ma nella maggior parte dei casi frullare in solitudine ha la maledetta capacità di frantumare i cosiddetti anche all’eremita più incallito.
E quindi? Come rendere piacevole queste doverose sessioni salva-gamba e strizza-cervelli?
Posso dire di avere individuato 5 tattiche diversive, così è meno pesante il tran tran del povero criceto chiuso in gabbia.
Virtuale-reale. Riservato a chi ha rulli seri e cioè quelli che, come ad esempio gli Elite Drivo possono essere collegati alla realtà virtuale, Zwift è il paese dei balocchi del ciclista in cerca di climi e paesaggi più favorevoli rispetto alla realtà. Pro: ti godi la vera sensazione di una vera pedalata, volendo anche di una gara. Contro: dopo un po’ a Watopia spuntano le orecchie da asino perché per un ciclista c’è solo un’università. La strada.
Musica a manetta. Che ti piaccia ascoltare un’intera opera wagneriana o i Pink Floyd, la musica in generale, sintonizzata sul gusto personale, può far scorrere bene la catena frullando sui rulli. Pro: il tempo passa veloce ed è meglio che ascoltare in poltrona e pantofole. Contro: con certa elettronica il rischio è di far schizzare il cuore alla velocità di un rave party.
Tv a tema. Telecomando a portata e taaac, si va su Bike Channel. Grande fortuna se ti capitano Savoldelli e Boglia che spingono con te sui pedali nelle “Grandi salite”. Vero disastro se t’imbatti nel freestyler che volteggia come Carla Fracci sulla sua rotellina. Fuga inevitabile se poi inizia anche a spiegarti la sua filosofia di vita. Pro: se la fortuna ti assiste si pedala con il programma giusto. Lo scorso week end in compagnia della Parigi-Nizza. Contro: se nei canali sport sommersi di calcio l’unica alternativa è il curling allora quasi quasi conviene una bella asta di tappeti.
Tv fuori tema. Per chi vuole sperimentare una “crisi di fame” degna del miglior Fabio Aru in scalata non c’è che la replica di Masterchef. Altrimenti il piatto forte del palinsesto non ciclistico è la coppa del mondo di sci. Da sempre i due sport vanno a braccetto e quindi una bella spinta tra i paletti di uno slalom val bene un giro di pedali più deciso. Pro: il cervello si distrae e in men che un amen ti ritrovi con un’oretta di frullio nelle gambe. Contro: se troppo distratti le gambe tendono a battere la fiacca e accontentarsi di un frullio così leggero da bruciare meno calorie di quando si sfoglia un giornale.
Occhio alle calorie. Metodo ossessivo, ma talvolta efficace se si vuole contrastare un po’ di svogliatezza. Non accontentarsi mai delle calorie bruciate e ogni volta alzare l’asticella. Oggi raggiungo minimo le 600, domani 700 o morte, dopodomani sai che c’è? 800 e no, non mi fermo ancora se vedo i due zeri, voglio andare oltre. Pro: cosa c’è di più bello che superare i propri limiti? Contro: cosa c’è di più assurdo nell’ostinazione di voler superare i propri limiti?
Comunque e naturalmente c’è sempre un ingrediente che salva il ciclista dal vuoto pneumatico che lo circonda durante una lunga sessione sui rulli: le gambe? no-no, la testa! Sì perché pedalare e ancora pedalare, ben più di ogni Omega 3, più di tonnellate di pesce e vagonate di settimane enigmistiche è probabilmente l’attività che più fa diventare… intelligenti!
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