È partita il 16 aprile la prima delegazione che, sostenuta dal Cav. Mario Boselli, Presidente dell’Istituto Culturale Italo Cinese Vittorino Colombo, vuole favorire il dialogo e realizzare accordi operativi tra Italia e Cina. L’obiettivo è quello di sviluppare un sistema integrato privato-pubblico di scambi reciproci tra la Città di Milano e la provincia dello Zhejiang.
Queste, infatti, sono le aree tra le più avanzate in Italia e in Cina che hanno già dimostrato forti affinità e che storicamente hanno promosso significative sinergie. L’attività della delegazione – guidata dalla vice-sindaca della Città Metropolitana di Milano Arianna Censi – si inserisce all’interno del più ampio piano di cooperazione tra Paesi promossa dall’iniziativa “One Belt one Road” ed è parte del Progetto ICDE 2018 (Italian Chinese Delegation Exchange).
Quest’ultimo, sostenuto dall’Istituto in collaborazione con il Dottor Pier Francesco Fumagalli (Accademia Ambrosiana), ha lo scopo di promuovere gli scambi scientifici, culturali, economici e sociali. Per conoscere meglio il progetto abbiamo intervistato il Presidente dell’Istituto, il Cavalier Mario Boselli e il Direttore, la Dott.ssa Maria Rosa Azzolina.
Ci racconta come nasce l’Istituto e qual è stato il suo apporto rivoluzionario? L’Istituto Italo Cinese Vittorino Colombo ha una grande importanza perché è nato proprio a monte di una data fondamentale, il 6 novembre 1970, quando ci fu il primo ufficiale riconoscimento dei rapporti fra i due stati, Italia e Cina. L’anno dopo (1971), il senatore Vittorino Colombo, dalla visione illuminata, diede vita al primo grande ponte tra i due Paesi, in occasione del suo viaggio in Cina nel corso del quale ebbe incontri con i principali governanti cinese, e, nei 20 anni successivi, mantenendo relazioni solide con gli stessi vertici politici. Un impegno di grande portata riflettendo sul fatto che si trattava di un personaggio che non ricopriva ministeri ma un semplice esponente della società civile italiana che incontrava le autorità di un paese come la Cina. Vittorino Colombo è stato il primo grande ambasciatore italiano e ha portato avanti la sua missione con continuità e costanza, coltivando una serie di relazioni – amicizia e scambi culturali – che hanno facilitato i rapporti e la comprensione dei due paesi. Alla sua scomparsa, da questo Istituto hanno preso vita alcune realtà caratterizzate da finalità diverse, come la Camera di Commercio Italo-Cinese e la Fondazione Italia-Cina. Il merito del nostro Istituto è certamente quello di avere dato il via ai rapporti tra Italia e Cina e di averne, in qualche modo, scritto la storia – Cav. Lav. Mario Boselli – Presidente Istituto Italo Cinese
Siamo partiti il 16 aprile con una delegazione della vice-sindaca della città metropolitana di Milano, Arianna Censi, e una serie di delegati specializzati in quei settori che, oggi, sono quelli in discussione in questo momento in Cina, ovvero urbanistica, sicurezza sul cibo, energie rinnovabili etc. Tra questi la moda era uno dei segmenti più importanti insieme alla medicina e alla cooperazione della ricerca scientifica, dal momento che è venuto con noi il Direttore Sanitario dell’Istituto dei Tumori. Per ora abbiamo fatto incontri solo a livello governativo e universitario, che hanno visto protagonisti le autorità di Milano e di Wenzhou; inoltre abbiamo fatto visita ad aziende legate alla moda, che producono per i marchi italiani, naturalmente ad alti livelli. Cosa succederà dopo? Ci hanno chiesto una serie di collaborazioni nel campo della ricerca medica e del fashion che siano necessariamente di livello: questo perché l’Istituto opera principalmente nel segmento degli scambi a livello istituzionale e di ricerca – Dott.ssa Maria Rosa Azzolina – Direttore Istituto Italo Cinese
Chi sono le persone che vengono da voi per chiedere questi scambi e quale ruolo ricoprono? Sono persone che ricoprono incarichi istituzionali e i responsabili delle università cinesi più importanti. Inoltre ci contattano spesso imprenditori, perché il Cavalier Mario Boselli, per quello che riguarda la moda, è la persona più conosciuta in Cina per la sua autorevolezza e quindi il suo nome richiama personaggi di rilievo – Dott.ssa Maria Rosa Azzolina
A questo tavolo, durante l’ultima edizione di Milano Moda Donna, abbiamo incontrato il Presidente della China Fashion Association, che è il corrispettivo della Camera della Moda Italiana. Io, il 27 marzo del 2011, ho firmato con loro un accordo che comprende nuovi punti capaci di regolare le relazioni di tipo istituzionale, non commerciale o dal contenuto economico, tra Italia e Cina – Cav. Lav. Mario Boselli
Per l’Italia che plus c’è ad avere scambi con la Cina e viceversa? Noi abbiamo una grande competenza tecnologica e loro hanno dei grandi numeri su cui fare test. Per esempio, sulla questione degli ospedali, non ci possono essere collaborazioni su test numerici perchè il numero delle visite in Cina è di gran lunga maggiore rispetto al nostro, ma i loro dati sono tutti codificati e si possono raccogliere, mentre i nostri no perchè non abbiamo un sistema nazionale dedicato a questo. La ricerca è mirata alla prevenzione e alla cura, per cui i test sui numeri sono importantissimi – Dott.ssa Maria Rosa Azzolina
La Cina sotto il punto di vista della ricerca scientifica è molto avanti… La Cina è il mercato del futuro. La Cina è sempre stata importante per produrre, ma è soprattutto il posto in cui i nuovi trend stanno sviluppandosi, perché ha un incremento demografico incredibile, un PIL che cresce tre volte più di quello europeo e perché ha giovani generazioni che vivono online. Tra qualche anno la Cina sarà il primo mercato al mondo. Noi siamo un Paese condannato a esportare e per questo abbiamo bisogno di andare dove c’è chi compra e, siccome il made in Italy è dato da una serie di prodotti che i cinesi ammirano, compreso lo stile di vita italiano, ecco spiegato tutto – Cav. Lav. Mario Boselli
In merito al discorso per cui “i cinesi copiano” e in merito a tutto questo protezionismo che c’era prima e che ora forse c’è un po’ meno, che cosa mi dice? Se parliamo di contraffazione, la differenza fra l’Italia e la Cina è che la Cina fa prodotti contraffatti mentre l’Italia è vittima di contraffazione, ma anche attrice, perché noi facciamo prodotti contraffatti e siamo talmente bravi che oggi li commercializziamo facendoli fare in Cina, perché anche la contraffazione ha il suo costo. Facendo dei distinguo, la Francia è solo vittima di contraffazione, la Cina è solo attrice di contraffazione e l’Italia è entrambe le cose. Noi siamo contro ogni forma di contraffazione e una delle attività dell’Istituto è proprio legata alla cultura della legalità – Cav. Lav. Mario Boselli
Tornando sulla moda, ci sono appuntamenti importanti in vista? Noi siamo in grado di accogliere stilisti e organizzazioni che hanno piacere a venire a Milano per la Settimana della Moda (ma anche fuori dalla Settimana della Moda), fornendo una serie di servizi. Li aspettiamo! Chiaramente, prima di accoglierli, siamo attenti a verificare che siano coerenti con il mercato italiano. Di solito, nella logica di uno scambio culturale, anche gli italiani andranno in Cina – Cav. Lav. Mario Boselli