Abbiamo incontrato Ian Thorpe a Milano in occasione di Run for the Oceans, il progetto di adidas per salvare gli Oceani dalla plastica.
Intervista al campione di nuoto australiano Ian Thorpe
Cosa deve lasciare in memoria questa corsa (Run for the Oceans) come valore e significato? Questa corsa è molto importante perché la gente possa comprendere ed essere sensibilizzata sul progetto Parley e grazie alla collaborazione con adidas capire che è possibile con un semplice gesto, tutelare gli oceani e liberarli dalla plastica. Recuperare la plastica prima che finisca in acqua per realizzare una linea di abbigliamento e di scarpe da running.
Quando ti sei reso conto di persona, per la prima volta di questo problema e di quanto fosse grave? Potrei dire circa 10 anni fa, forse da prima ero già a conoscenza di questo problema della plastica, ero a conoscenza del fatto che la plastica poteva essere riciclata e creare qualcosa di utile. Se anche la plastica non può essere riciclata è possibile almeno impedire che finisca nelle acque degli oceani, perché se così fosse, resterebbe lì per sempre non essendo un elemento biodegradabile.
Quanto sei felice di essere qui a Milano e rappresentare questo progetto? Sono molto felice di essere qui. Sono ambassador adidas da circa 20 anni e sono davvero felice di rappresentare questo progetto perché principalmente legato all’acqua. L’acqua è stato un elemento molto importante per tutta la mia vita, questa è la mia possibilità per dare indietro qualcosa agli oceani, come ad esempio, salvarli dalla plastica. Sono spesso a Milano, ero qua anche pochi mesi fa, ho vissuto in Ticino, non molto lontano da Milano e sono molto felice di essere qui stasera.
Avresti mai pensato che adidas sarebbe stata in grado di realizzare una linea di abbigliamento e di scarpe con la plastica? E cosa pensa di questa scarpe? In un certo senso, SI, lo pensavo possibile, ma non pensavo che sarebbe stato così facile da realizzare come progetto. Le scarpe sono esattamente le ULTRABOOST con la sola differenza che sono fatte al 100% di plastica dell’oceano, l’unica differenza che contraddistingue un modello da un altro è da dove proviene la plastica. Entro il 2024 quasi tutte le scarpe saranno realizzate con la plastica. Per un paio di scarpe servono circa 11 bottiglie. Solo per quest’anno, 77 milioni di bottiglie sono state usate e riciclate .
Correrari oggi? Hai intenzione di vincere la gara? (Ride) Non posso correre troppo, né vincere, sicuro oggi, corro male e sono un pessimo runner, per questo quando la gente mi vede correre, mi dice per battuta: “sei un ottimo nuotatore!”.
Cosa ti senti di consigliare ai bambini che vogliono iniziare a nuotare? Il mio consiglio è quello di esplorare, esplorare l’acqua, familiarizzare con essa, capire e scoprire come riescono a muoversi in acqua, come si sentono in quella situazione, come riescono a muoversi e se si sentono a loro agio. Un consiglio prezioso è quello di ascoltare il tuo Coach al 90% e per il restante 10% fare quello che ti senti, quello che il tuo corpo e il tuo istinto ti consigliano.
Cosa vuoi consigliare ai genitori dei bambini che iniziano a nuotare, e a quelli che apparentemente hanno un talento naturale e potrebbero diventare futuri campioni? Posso dire quello che i miei genitori hanno fatto con me. Se decidi di iniziare un percorso, portalo avanti fino alla fine. Non lasciare la stagione a metà, ma se vuoi lasciare e/o continuare deve essere solo una tua scelta. Questa è l’unica responsabilità da parte dei genitori e anche una scelta intelligente. E consapevole. Non spingere ad ogni costo, il bambino contro la sua volontà. Ma se decidono di farlo, allora massima serietà e non perdere neanche un allenamento.
Oltre a Milano hai visitato altre parti dell’Italia? Amo l’Italia. Firenze, oltre a Milano. Due anni fa sono stato a Napoli, Capri, Positano, mi piacciono le Cinque Terre, l’Emilia.
Ti piace anche il cibo italiano? Ovvio. Facile… è la normale conseguenza di amare il vostro paese.