È una donna che ama le forti rivoluzioni di stile, la designer americana Norma Kamali. Soprattutto quelle marcate, “iconiche”, quelle che segnano i tempi e che dopo anni e anni, rimangono sempre attuali e ben “ancorate” al costume e… ai “pezzi” da tenere e conservare forever nel proprio armadio.
Stilista coraggiosa, dall’occhio lungo, altamente eclettica, riconoscibile e brava nel suo lavoro, tanto da essere riuscita perfino ad allargare – con la sua moda – il suo raggio d’azione deciso e mirato – anche al mondo maschile…. spesso difficile da conquistare.
Ed infatti è proprio lei stessa che mi dice “…negli anni 70 …. il 50% dei miei clienti erano uomini e non producevo abiti maschili”.
Il suo/a potere-bravura-abilità-fantasia è stata (ed è ancora) quella del sperimentale indossabile e identificabile.
Ecco allora il suo Sleeping Bag Coat, il suo swimwear davvero very very Norma Kamali, tra i quali quel costume rosso indossato dall’attrice Farrah Fawcett ed esposto allo Smithsonian …. fino alle sue High Heeled Sneaker.
Kamali – formatasi al F.I.T. di New York, il Fashion Institute of Technology ed un business iniziato nel 1967 – negli anni ha espresso a chiare lettere, il concetto puro di avanguardia.. sia nelle strade da lei percorse, sia nelle idee – è stata tra le prime stiliste per esempio a sperimentare-credere all’era di internet e degli e-commerce.
Madonna, Farrah Fawcett, Katy Perry, Lady Gaga, Cher e tante altre hanno indossato i suoi capi ….. l’ho incontrata questa settimana per Focus On.
Vorrei iniziare con lei … sognando un po’. Che ricordi ha del periodo a New York dello Studio 54? Che atmosfera si respirava? New York era il centro creativo per la moda, il design e allo stesso tempo, una città estremamente pericolosa. Visto il clima di bancarotta, era molto conveniente vivere in città. Chiunque si sentisse non a suo agio nella propria città Natale preferiva trasferirsi a New York City per esprimere sé stesso in modo onesto ed aperto… dai gay alle femministe stanche di essere incapaci di esprimere il proprio potere e la propria essenza.
Lei è un’icona internazionale … simbolo di una donna self-confident, determinata, consapevole … come pensa si sia evoluta la sua moda in questi anni e in quale direzione sta andando? Gli anni 60 sono stati un’epoca di grande rivoluzione e cambiamento e ora, siamo in un’altra era – di grande cambiamento – ancora più grande e potente grazie alla nostra possibilità di comunicare su larga scala. Ci sono stati cambiamenti durante i decenni, specialmente negli anni 70: gli uomini vestivano abiti femminili, non c’erano stylist, ognuno esprimeva il proprio stile individuale connesso al proprio lato femminile o maschile. Il 50% dei miei clienti erano uomini e non producevo abiti maschili. Non si trattava di un’espressione di genere sessuale ma di una forma di divertimento nel creare un proprio stile personale. Sfortunatamente l’aids ha spostato tutto verso un’atmosfera più conservatrice in ogni ambito creativo. Di recente vedo uomini che negli editoriali sui magazine indossano i miei abiti e questo per me è un segno di uno spirito di freschezza nello stile e di un vero cambiamento nell’industria della moda. Il ricordo dell’aids è molto lontano e non esistente nella generazione attuale. La Z generation non conosce etichette che definiscono in modo fisso e rigido ma per loro tutto è più sfumato e mixato. Quindi il fatto che gli uomini indossino abiti femminili e le donne abiti maschili è intrinsecamente normale per la Z generation! Questo significa che non si tratta di un trend ma del fatto che gli abiti non sono definiti dal genere sessuale, sono semplicemente pezzi con un’etichetta che dice “giacca”, “pantalone”, “cappotto” ecc …proposti in taglie diverse!!
A Settembre ha presentato NormaLife. Quali sono i tratti di questa collezione? E perché è nata? Normalife è un concetto di lifestyle basato su alcuni punti chiave: uno stile di vita sano, il sonno, la dieta e l’esercizio fisico. E’ democratico e include sia uomini che donne. Il primo lancio comprende prodotti pensati per tutti i tipi e tonalità di pelle e per tutte le età. Normalife è stata sviluppata per semplificare la cura di se stessi con soluzioni che funzionino.
Lei ha conosciuto tutti, vestito star internazionali come Madonna, Farraw Fawcett, Elle McPherson e tantissime altre. Com’ è lavorare con queste donne? Si dice che spesso dietro tanta fama e bellezza si nascondono insicurezza e tanta fragilità .. data anche dalla forte pressione mediatica che vivono queste celebrities. Mi rifaccio per esempio al libro appena uscito del Top model Gisele Bundchen che parlando della sua carriera ha raccontato anche questo aspetto.. Lei che cosa ne pensa? Una sfortunata verità è che tutte le donne hanno esperienza di problemi di autostima e legati all’aspetto fisico. Le donne sono giudicate fin dalla nascita dal loro aspetto e l’industria della moda e quella del beauty, sono colpevoli di averle “oggettificate” per farle sentire inadatte rispetto al modo in cui appaiono. Se sei un personaggio pubblico soprattutto nell’era dei social media, sei un facile obbiettivo per commenti anonimi che sono molto immediati e scorretti. L’autostima si basa sul credere che il proprio ed autentico io, debba essere celebrato e nutrito… questo vale per tutti… non solo per le celebrities.
Oggi chi le piacerebbe vestire? Gli uomini.
Che cosa pensa dei Millennials e dei Social Media e delle ventenni di oggi? I millennials sono stati una generazione che ha cambiato molte cose. Hanno creato il mondo di oggi e la Z Generation, che io amo tanto, ne sta cambiando altrettante credendo in un mondo inclusivo e democratico.
Quando la vedremo sfilare in Italia? Ah Ah Ah … Chissà. Amo molto l’Italia quindi non si sa mai…
Quali sono i suoi prossimi progetti? Il prossimo lancio di Normalife che sarà imperniato sul concetto del sonno.