Questa edizione di Artissima, fiera d’arte dedicata esclusivamente all’arte contemporanea e giunta al 25esimo appuntamento, ha contato la presenza di 195 gallerie provenienti da 35 Paesi.
Quest’anno, la novità è stata principalmente la sezione dedicata alle indagini sonore contemporanee, Sound. 15 progetti dedicati esclusivamente al suono da parte di artisti di diverse generazioni che mettono in discussione le logiche dell’arte visiva ed esposti nelle OGR – Officine Grandi Riparazioni di Torino, una sede distaccata della Fiera.
Il tema dell’edizione appena conclusa era il tempo: ‘’Time is on our side- Il tempo è dalla nostra parte’’ si sviluppa come un’immaginaria linea del tempo, un fluire tra un passato eloquente ed un futuro volto alla ricerca creativa.
‘’Gallerie, collezionisti, direttori di musei, curatori e istituzioni da tutto il mondo, ma anche imprese visionarie che investono in cultura, sino al pubblico di curiosi e appassionati: tutti protagonisti di quella particolare modalità di fare fiera che è la caratteristica distintiva di Artissima, in cui ogni proposta, anche la scoperta della città resta speciale. Ringrazio le gallerie e gli artisti che hanno creduto nella capacità di Artissima di dare risposte a un mondo in continua evoluzione’’, afferma Ilaria Bonacossa, direttrice della fiera.
Vediamo insieme alcuni artisti e opere, tra le tante, che rendono questa fiera molto interessante:
ALFREDO JAAR
Alfredo Jaar, con ‘Be Afraid of the Enormity of the Possible’, esposta dalla Galleria Lia Rumma, vuole mostrare il potere della singola idea, in modo che la cosa più difficile per l’artista è arrivare a ciò che ognuno di noi vorrebbe dire.
B. WURTZ
B. Wurtz, con ‘Death’, esposta dalla Galerjia Gregor Podnar, che, attraverso la sua complessa ricerca scultorea ma allo stesso tempo molto legata al gioco, si basa sull’uso di oggetti comuni e della quotidianeità. Questi, vengono trattati dall’artista come oggetti e rimangono riconoscibili nella loro forma e funzione.
BERNDT LOHAUS
Berndt Lohaus, esposto da Daniel Marzona, con le sue opere, si cimenta nello studio di materiali naturali come la pietra, il legno e la carta. L’artista non aggiunge nulla, ma si limita e rivelare. Si serve molto anche dell’uso del ritmo e significato delle parole, che scrive con il gesso o le intaglia direttamente sulle sue opere, in modo che acquisiscano una presenza fisica e che conferiscano all’opera un valore di pensiero aggiunto.
STEVEN PIPPIN
Steven Pippin, esposto da Enrico Astuni, usa i mezzi della fotografia applicata all’ingegneria servendosi di vasche da bagno, armadi, lavatrici convertiti in modo che possano funzionare come macchine fotografiche. Il processo e gli strumenti per la conversione dell’oggetto, sono molto importanti per l’artista. Fondamentale nei suoi lavori è anche il fatto che il soggetto fotografico sia correlato all’oggetto riconfigurato.
MICHELE SPANGHERO
Michele Spanghero, esposto da Alberta Pane, con la sua ‘Tuned Volume’, indaga sulle onde sinusoidali che emette la scultura intonate sulle armonie delle onde stazionarie della stanza in cui si trova. L’intento dell’artista è quello di creare una trama di suoni su quelle frequenze.