21!! Fermo il Garmin e tiro un profondo sospiro di sollievo. La cosa più bella per un runner è il momento in cui blocchi il pulsante del Garmin alla fine dell’allenamento, ti “bei” del lavoro fatto mentre le endorfine iniziano fare effetto e tu sei incredibilmente felice. Hai fatto il tuo dovere e sei più vicina a raggiungere i tuoi traguardi della gara che stai preparando.
Anche questa è fatta. E’ stata una settimana impegnativa al lavoro e l’idea di farne 21 mi ronzava nella testa da qualche giorno. Paranoia da tabella. Certo non sono i 28 della scorsa settimana e i 32 della prossima…. In fondo…. Si tratta giusto di una mezza maratona da fare a Milano in autonomia.
Non è facile ritagliarsi un percorso di 21 kilometri in una città che non dorme mai, soprattutto la domenica, quando lo sport preferito del Milanese Imbruttito è strombazzare al runner che si allena… Il rischio per sfuggire alle ire e ai clacson è quello di finire a fare il criceto da qualche parte. Alienante alla lunga. Ormai sono alla decima maratona da preparare e conosco palmo palmo ogni percorso percorribile e sfruttabile… o forse NO!
Possibili percorsi per correre a Milano
- Opzione A: giro triade dei 3 Parchi: Palestro, Sempione, Ravizza.
- Opzione B: Idroscalo.
- Opzione C il (temutissimo) Naviglio….. già dato settimana scorsa e opzionato per la prossima.
- Opzione D organizzare qualcosa con Angela e Luca.
Alla fine decido che squadra che vince non si cambia. Opzione D. La notte non dormo, brutti pensieri mi ronzano in testa, cosi alla fine alzarmi quando fuori è ancora buio non è poi cosi traumatico.
Così mi organizzo con i miei partner in crime in questa avventura Londra 2019. Li raggiungo verso casa, dalla parte opposta e sono 7kilometri macinati, ci trasferiamo in auto al Parco delle Cave poco distante e da lì mi ritaglio con loro i 14 kilometri.
Non conoscevo il Parco delle Cave, mai stata… Diciamo che essendo dalla parte opposta di dove abito, mi chiedo perché mai avrei dovuto andarci ed invece… Sorpresa piacevolissima sorpresa. Mai fossilizzarsi come ripete sempre la mia mamma, andare oltre il proprio naso.
Mi sento catapultata in uno dei quei telefilm americani ambientati negli anni ’50. Ho scoperto un mondo nuovo. Un mondo di runner, camminatori, famiglie e solitari che si cimentano su tutte le distanze e a tutte le velocità, anche chi, del tempo non gliene frega un bel niente.
Si rispira un’aria serena e positiva, sono tutti sorridenti e, cosa incredibile, salutano quando li incroci. Perfino quel gruppetto anzi… quel gruppone affiancato dagli Asics FrontRunner che si stanno preparando per la Stramilano e occupano tutta la strada in lungo e largo, obbligando chi li vuole superare a pericolosi fuoripista, che mettere male il piede e farsi male è un secondo.
L’istinto è maledirli, ma poi li guardi e sorridi. Alcuni di loro li vedi subito, neofiti, persone che hanno appena iniziato l’avventura della corsa, li riconosci perché hanno quell’espressione felice e interrogativa sulla faccia che sembra dire “cosa sto facendo? Starò correndo bene? Guardano tutti me?“… Non si sentono ancora a loro agio e sono intimoriti da chi invece li supera con ostentata padronanza della tecnica, degli allunghi, delle ripetute. Ci sono passata e mi ci riconosco, io che correvo al parco sotto casa, perché è piccolo e meno pericoloso per una donna sola, con la messa in piega fresca dal mio parrucchiere.
Oggi invece eccomi qua a tenere il passo di Angela. A Londra voglio fare bene, ho deciso di impegnarmi, lo devo a me stessa e al mio Coach che mette tanta pazienza e tanto impegno nel prepararmi le schede ad hoc, tra un evento del salone e una sfilata in fashion week, un cocktail e un week end a Brighton dalla zia. Londra è il mio punto di partenza dopo il problema al tendine. La rivalsa su Edimburgo, Nizza >Cannes, la Monza Resegone e sul io fisico logorato e trascurato dopo 9 maratone.
Correre fianco, fianco a qualcuno che ha il tuo stesso passo, che ha il tuo stesso feeling con la corsa, è bellissimo, stimolante a tratti divertente anche sotto fatica, salvo quando arriva il momento di tirarci il collo per mantenere la media stabilita e allora si corre in silenzio, ottimizziamo le forse e le energie e buttiamo tutto nelle gambe e nel fiato. E i risultati arrivano.
Angela è forte, più giovane di me, entusiasta e soprattutto oggi ha 7 kilometri in meno di me nelle gambe…. Verso il 18mo kilometro la tentazione di mollare e di trotterellare fino ai 21 è forte, soprattutto ora che il sole batte forte e fa caldo. Ma Angela sa come incentivarmi e spronarmi al punto e cosi scaccio i fantasmi e stringo i denti e faccio il mio migliore giro a 4.59, butto un occhio al Garmin e non ci credo, non capita mai di vedere un 4 sul tempo di giro al kilometro. Sorrido e la tentazione di mollare è forte, ma mi chiedo perché dovrei farlo, sto bene e allora vanti tutta.
L’ultimo kilometro, il 21mo, come per la volta scorsa lo alterniamo 100 metri veloci a 100 metri lenti, per non imballare le gambe, verso i 600 ho le visioni, un piatto di spaghetti al pomodoro…. Una fame porca di quelle che raramente mi vengono e così accelero ancora di più per sbrigarmi a finire. Ho voglia di doccia e di casa. E poi….
Dopo l’allenamento Angela, Luca e Lisa mi portano in una pasticceria gestita da Interisti doc, per un caffè e per assaggiare i loro famosi cannoli siciliani. Quale migliore incentivo?
Corro, sudo, respiro in affanno, butto fuori, e sento le endorfine iniziare il loro lavoro, sono felice e tanto mi basta per dimenticare la fatica e la sveglia prima dell’alba la domenica mattina.
E settimana prossima si replica. Da tabella sono 32 da correre.
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