Perché AWAY è un brand speciale? Perché non riusciamo a trovare in questa fetta di mercato un’azienda che in così poco tempo abbia saputo imporsi a big del settore, diventando un punto di riferimento per l’acquisto di bagagli e accessori per il viaggio, ma non solo…
Il successo di AWAY assume risvolti ancora più sensazionali se pensiamo che è nato tutto dall’idea di due donne under 35, in un’azienda dove la media di età di tutti i dipendenti, circa 250, non supera i 30 anni.
Abbiamo incontrato una delle co-fondatrici di AWAY, Jen Rubio, per cercare di capire quali sono gli ingredienti di questa popolarità, che ha portato Jen e Steph Korey, ad essere citate nelle classifiche di TIME e FORBES.
Come vi siete conosciute? Io e Steph, la mia co-founder, ci siamo conosciute come colleghe quando lavoravamo per un marchio di eyewear americano, Warby Parker, io ero Head of Social Media e lei Head of Supply Chain. Abbiamo iniziato insieme lo stesso giorno, e anche se lavoravamo “ai lati opposti” del business, abbiamo creato subito una forte intesa che si è poi trasformata in un’amicizia.
Com’è nata l’idea di Away? L’idea di Away nasce proprio da un mio inconveniente. Mi si è rotta la valigia mentre ero all’aeroporto e nessuno dei miei amici “esperti viaggiatori” ha saputo consigliarmi un brand valido per prenderne una nuova. Avevo appena passato la maggior parte della mia carriera a cercare di capire come i brand possano connettersi con la loro community, quindi mi ha sorpreso molto che non ci fosse nessun brand di valigeria con cui le persone si associassero, nonostante sia la prima cosa indispensabile in ogni viaggio. Così ho chiamato Steph e quando abbiamo iniziato a fare ricerca sul mercato delle valigie, abbiamo scoperto che esistevano o proposte economiche ma di scarsa qualità o ottimi prodotti che però costavano più del viaggio per cui ti sarebbero servite. Abbiamo anche notato una cosa molto importante ovvero che tutti i brand di valigie parlavano delle caratteristiche dei loro prodotti, quindi della zip o delle ruote ma nessuno parlava del viaggiare. Ci è sembrata un’occasione da non perdere per usare un modello direct-to-consumer così da tagliare tutti i costi degli intermediari e vendere direttamente ai consumatori. Così avremmo potuto garantire prodotti di primissima qualità a un prezzo decisamente molto ragionale e creare allo stesso tempo una vera e propria community attorno al brand.
Away può avere diverse traduzioni: qual è quella che rappresenta la filosofia del brand? Lo spirito del nostro brand è proprio l’essere curiosi e aperti a tutte quelle esperienze di viaggio che possono in qualche modo cambiarti. Anche per noi “Away”, come in italiano, vuol dire essere a distanza, ma in realtà con questo nome noi vogliamo veramente catturare la sensazione di essere ispirati da qualsiasi viaggio, che sia lontano o vicino, ma che, anche se non sai dove ti porterà, non vedi l’ora di affrontare.
Immaginavate di entrare così velocemente nella classifica “50 Most Genius Companies of 2018” del Time? Tutto quello che siamo state in grado di raggiungere fino ad oggi con Away ha superato di gran lunga le mie più folli aspettative ed è gratificante che il nostro lavoro di squadra sia stato riconosciuto accanto a tali colossi tra le TIME Most Genius Companies. Comunque non ci vogliamo che questo riconoscimento ci distragga dal nostro obbiettivo di costruire il travel brand numero uno al mondo.
Qual è l’anedotto più emozionante che ricordate dei primi tempi: la prima vendita? La prima presentazione? C’è qualche momento che ricordate volentieri? Il giorno in cui abbiamo spedito la nostra prima valigia è stato un momento incredibile sia per me sia per Steph. Avevamo passato mesi a intervistare i viaggiatori, lavorare al design del nostro primo Carry-On e a creare un business partendo da zero in un modo in cui non avevamo mai fatto prima, ma spedire il nostro primo ordine è stato il vero primo step nel creare quello che Away è oggi. A parte questo io sono sempre esaltata e scrivo a Steph ogni volta che vedo una valigia di Away sul mio stesso volo o per le strade in una nuova città. E’ una sensazione pazzesca vederle in giro per il mondo e credo che non mi ci abituerò mai.
Qual è la ricetta del vostro successo? La risposta più onesta è che non c’è stata nessuna ricetta per il nostro successo, ma più che altro una combinazione di tante piccole cose che abbiamo fatto veramente molto bene. Se devo dare credito a una cosa in particolare è sicuramente il mio team: io e la mia co-founder Steph siamo fortunate a lavorare insieme a un incredibile gruppo di persone che sono entusiaste quanto noi di quello che stiamo creando e delle potenzialità infinite che ha Away di cambiare il futuro del modo di viaggiare. Sono pieni di talento e super appassionati e il loro impegno costante nel re-immaginare tutto quello che è possibile per i viaggiatori di tutto il mondo è ciò che ci ha permesso di fare tutto questo in soli tre anni dal lancio di Away.
In azienda ci sono molte figure femminili: qual è il plus che una donna può dare rispetto ad un uomo? Quando io e Steph abbiamo iniziato a creare Away, c’erano veramente pochissime (e ci sono ancora pochissime) socie ed erano veramente poco considerate. Io penso che oggi le persone abbiamo bisogno di brand e business creati e diretti al femminile, visto che quelli al maschile sono stati la norma per troppo tempo. Le persone vogliono supportare e anche giocare un ruolo fondamentale nelle storie di successo delle imprenditrici donne. Io e Steph abbiamo anche adottato la stessa mentalità nel modo di approcciare e formare le altre imprenditrici. Noi cerchiamo e supportiamo volutamente le donne che vogliono diventare business leader di successo, così da rafforzare sempre di più le basi già costruite dalle donne fino a oggi. La maggior parte del team Away è al femminile ed è una cosa che ci riempie di orgoglio ma, più continuiamo a crescere, più vogliamo essere inclusivi e dare importanza alle diversità che vanno oltre al genere – costruire un team di individui di talento, con prospettive diverse, da diversi gruppi di minoranze e background religiosi, persone di qualsiasi genere, generazione e cultura rendono il nostro brand più ricco.
L’età media dell’azienda è molto bassa: non soffrite di mancanza di esperienza? Non c’è mai stato un libretto di istruzioni per quello che stavamo e stiamo costruendo con Away e quindi molto di quello che abbiamo raggiunto fino a oggi, lo abbiamo imparato in corsa. Nel team ci sono state molte persone senza esperienza, abbiamo affrontato ognuno con molta umiltà e questo ci ha permesso di imparare e crescere in ogni situazione, anche nelle più complicate. Questa mentalità ci ha permesso di essere molto flessibili e aperti a nuove idee. Io e Steph siamo le prime ad ammettere di non essere esperte in tutto ed è per questo che siamo grate di poter assumere e poter imparare da così tante persone.
Come si sono evolute le collezioni Away? Il nostro rapporto con la nostra community e soprattutto i feedback che ci hanno sempre inviato sono sempre stati il core di tutto quello che facciamo ad Away; ogni singolo prodotto è stato creato seguendo quello che i nostri viaggiatori ci hanno ci hanno chiesto per migliorare le loro esperienze di viaggio. Infatti ancora prima di iniziare a disegnare il prototipo della nostra prima valigia, abbiamo chiesto alle persone di dirci tutti i punti deboli dei loro viaggi per capire come risolverli. Continuiamo a fare così per ogni nuovo prodotto che vogliamo creare.
Secondo te è più importante la praticità o l’estetica? E se dovessi scegliere solo uno di questi aspetti, quale sceglieresti? E’ impossibile scegliere! Trovare il giusto balance tra praticità ed estetica è ciò che rende Away unico. Uno può disegnare una valigia bellissima, ma alla fine, se non è pratica, non funziona bene e non facilita il tuo viaggio, a cosa ti serve? Allo stesso modo uno può progettare la valigia più pratica del mondo, ma se non è appealing le persone non vorranno mai usarla per i loro viaggi. Il nostro scopo è dare la priorità a un design consapevole che sia pratico senza sacrificare la nostra estetica.
Qual è il punto di forza di Away che vi riconosce la clientela? Prima di Away, la maggior parte dei produttori di valigie davano molto peso ai dettagli quali le zip e le ruote, ma nessuno si concentrava realmente su tutta l’esperienza di viaggio. Sin da subito, Away è stato più di una semplice valigia o di vendere prodotti da viaggio. Facciamo in modo di migliorare l’intera esperienza di viaggio e creare una comunità forte, entusiasta e curiosa quanto lo siamo noi. Il nostro modello di business direct-to-consumer ci permette di creare connessioni genuine e spontanee con i nostri clienti. Tagliamo tutti gli intermediari e gestiamo noi ogni singola interazione con i consumatori e ciò ci permette di ascoltare tutto quello di cui hanno bisogno e incorporare rapidamente i loro feedback nei nostri prodotti così da provar loro che li ascoltiamo.
A che tipo di target vi riferite? I nostri prodotti sono per tutte le persone che amano viaggiare. Niente a che vedere con i soldi che spendono per viaggiare o con quanto lontano si spingono. E’ più a riguardo dell’entusiasmo e della gioia che provano a riempire ogni volta la loro valigia per una nuova avventura. Ogni giorno parliamo con i nostri clienti di ogni fascia d’età che amano i nostri prodotti e il brand, dai teenager alle persone di ottant’anni, non esiste proprio un target demografico per noi.
Quali sono i mercati più forti? Siccome abbiamo lanciato il tutto negli USA inizialmente, la nostra comunità più grande è ancora li. Subito dopo stiamo crescendo tantissimo in Canada, nel Regno Unito e in Europa! Non abbiamo intenzione di fermarci – stiamo ascoltando le nostre community in giro per il mondo per capire dove espanderci prossimamente, il nostro obbiettivo è di essere disponibili ovunque siano i nostri viaggiatori!
State pensando di aprire uno store in Italia? Non abbiamo in programma nel futuro prossimo di aprire uno store in Italia ma stiamo cercando di capire dove aprire il nostro prossimo pop-up. Abbiamo ufficialmente lanciato Away in Italia nell’Aprile del 2018 ed è stato bellissimo vedere crescere così la nostra comunità italiana e questo ci porta a volerci far conoscere sempre di più e in sempre più paesi.
Parliamo di web: che impatto hanno le vendite online? Away nasce come un e-commerce e nonostante abbiamo aperto sette retail store in tre anni dal lancio, le vendite online continuano ad essere il volume più importante nel nostro business. LE vendite online ci aiutano anche molto nell’implementare la nostra strategia retail, guidandoci sul dove aprire un nuovo store visto che consideriamo come prima cosa le location in base a quanta richiesta di prodotto c’è.
Quali sono i nuovi progetti di Away? Abbiamo diverse iniziative entusiasmanti in cantiere per la primavera, tra cui offrire alla nostra community ancora più modi per personalizzare la loro Away Uniform tra cui il monogramming e il ricamo. Il prossimo mese lanceremo un prodotto totalmente nuovo che si rivolge a nuovi e diversi viaggiatori.
E i prossimi progetti di Steph e Jen? Il nostro primo obiettivo è che Away diventi l’azienda leader nel mondo dei prodotti da viaggio, e le valigie sono sempre state solo l’inizio. Nei prossimi anni abbiamo in programma di ingrandire la nostra gamma di prodotti creando la versione perfetta di goni singola cosa serva per viaggiare, essere disponibili in più paesi nel mondo, aprire altri retail store per creare sempre più nuovi punti di ritrovo e ingrandire ancora di più il nostro team per rendere tutto ciò possibile!
Crediti foto: Daniela Spector e Masha Maltsava
Fonte foto: Logos PR / AWAY