Per affrontare la GranFondo Firenze De Rosa bisogna allenare il cuore o allenarsi con il cuore? Iniziato il countdown dall’ora “X”, ovvero domenica 14 aprile, giorno in cui si terrà questo bellissimo evento di ciclismo il cui percorso si snoda sulle colline intorno a Firenze, ecco che mentalmente il rischio è di cadere nel panico.

Sì perché il tempo è sempre poco e in me, come penso nella stragrande maggioranza dei ciclisti, c’é l’esigenza di trovare quella giusta rappresentazione di sé e del proprio stato di forma che consentirà poi, durante la granfondo, di giocare al meglio le proprie carte.

Si sa che è topico nel ciclista fare dichiarazioni preliminari e quindi annunciarsi come “allenato” o “non allenato”, fa la differenza. Spesso è tattica. C’è quello che fino a cinque minuti prima del via piagnucolava che non ce l’avrebbe mai fatta e poi magari lo rivedi fischiettare in piedi sulla sella scalando il muro di Via Salviati come se fosse su una Sirtori qualsiasi. E quello che vantava uno stato di forma strepitoso che invece stringe i denti e si capisce che non ne ha più, ma ugualmente riesce a intimorire l’avversario, con la pura suggestione.

Il terribile muro (o strappo) di Via Salviati in tutta vertiginosa asperità

Il ciclismo corrisponde ad una certa forma di teatro. Decisamente sperimentale. E chi non si allena con il cuore, come dovrebbe, soprattutto nella granfondo intitolata alla De Rosa che ne ha fatto il suo simbolo, è solo un cattivo ciclista o un ciclista cattivo?
Già. Difficile scegliere il ruolo da interpretare. Così come non è facile capire se in aprile, nella mia prima granfondo di primavera, conteranno di più le gambe, la testa, i polmoni oppure il fatidico cuore.

Vado o non vado? La tentazione della fuga, tenendo d’occhio il gruppo

Nell’avventura della preparazione “fai da te”, perché non ho ancora mai aperto il libro della conoscenza del bene e del male, ovvero delle tabelle e del nutrizionismo applicato al ciclismo, punto molto sul talento, che probabilmente c’é, altrimenti non sarei qui a raccontare, e sui buoni consigli degli amici esperti.

Ecco quindi quello che ho incassato, tra suggerimenti e buoni propositi, in questi giorni pre – GranFondo De Rosa a Firenze.
Sono 5 in tutto, così come usa nei testi sul web che piacciono tanto ai motori di ricerca.

1. Ni alcool.
Sì perché in questo “fioretto” pasquale che mi sono autoimposta, il vinello dell’aperitivo cede il posto alla birretta. Quindi non proprio a zero, perché come si fa, soprattutto durante la Design Week?

2. No ai fuorigiri.
Questo è il consiglio di Mario Bodei, presidente di dateciPista, al Velodromo Parco Nord. Cioé non esiste la salita impossibile, l’importante è farla al mio ritmo, scegliendo di accompagnarmi a chi ha la mia velocità. O la mia lentezza.

Tra tutti loro troverò qualcuno che andrà con il mio ritmo?

3. Sì all’affanno.
L’importante è avere il fiatone almeno una volta al giorno. Così mi dice Francesco Centrone, grande istruttore di spinning e locomotiva dei treni più veloci in Velodromo. Così che sia nel percorso casa-ufficio o nella pausa pranzo a Gaggiano almeno una volta o due vado a manetta. Obiettivo fondo.

4. Sì al terrorismo.
Chi ha paura di via Salviati? Identificare il “babau” della granfondo e sviscerarne ogni millimetro su Strava. Per poi condividere sui social le tue ansie da prestazione. Immancabilmente arriverà il consiglio che aspettavi, in questo caso quello di Cristiana che da Facebook mi avvisa di stare attenta a chi ho davanti perché qualcuno su quel breve muro di 600 metri tende a inchiodare quando tocca il 19%. Ma al tempo stesso mi incoraggia “io che sono una pippa ce la faccio…” Ah ok… bene! Poi però bisognerà verificare quanto vera pippa Cristiana sia.

A Firenze oltre alle tentazioni culinarie non mancheranno quelle dello shopping sfrenato

5. Ni alla dieta.
Carboidrati o proteine? Non avendo mai amato pane e pasta per me il nutrimento numero uno nello sport è sempre stata la bella bistecca di Tex Willer. Oppure il carpaccio di pesce. Tutta roba che i miei canini acuminati sembrano chiedere a gran voce. Eppure poi ho una fame inestinguibile… Forse è il caso di integrare con un piatto di tonnarelli al ragu, qualche volta? La mia dieta è così. La dieta del dubbio alla Berthold Brecht.

Tuttavia c’è infine il sesto buon consiglio: credere in se stessi.
Farò prudentemente la mediofondo, che prevede ben 1800 mt di dislivello spalmati in 95 km. L’approdo al muro di via Salviati c’é… e attende tutti i vincitori (delle proprie paure).

 

Tutte le immagini di questo articolo sono tratte dalla gallery della GranFondo Firenze De Rosa del 2018