La telefonata di Luca Salvadeo era arrivata inaspettata, ma io già sapevo di cosa poteva trattarsi: un invito a Bike Academy, la trasmissione in onda su Bike Channel che insegna agli amatori a pedalare meglio.
Così dita incrociate perché ahimé la mia vita lavorativa è quella che è, ed è quindi spesso difficile centrare un momento in cui io possa davvero staccare. E infatti la freccetta del destino anche questa volta (già c’era un precedente) aveva colpito in pieno uno dei giorni in cui da tempo immemorabile avrei avuto un impegno di lavoro all’estero.
“Hai un’amica?” mi chiede Luca. “Certo!” La mia mente corre veloce ed esclude quindi candidate infortunate o con prole da gestire, posandosi infine su una rosa di tre nomi. La prima che chiamo è Tanja, avvocato e appassionata ciclista con tempi di formazione al ciclismo davvero molto simili ai miei. È grazie a Tanja che ho scoperto che il mio arco del piede troppo pronunciato senza una soletta di sostegno adeguata contribuiva a intorpidirmi le dita. Riconoscenza eterna.
“Oh no… – risponde – ho già l’aereo per la Sicilia“. Ma quella che sembrava ormai una resa, nel giro di un’oretta, mentre proseguivano le ricerche per sostituirmi, diventava sempre più una tentazione irresistibile. Cosi, spostato aereo e preso il coraggio a quattro mani, ecco Tanja pronta ad una memorabile quattro giorni sui colli Euganei, nel bellissimo complesso alberghiero di Galzignano Terme. Un posto dove io ero già stata, ironia della sorte, proprio per lavoro.
Così, vista in tv la puntata, eccomi a distanza di una decina di giorni pronta a recepire direttamente da Tanja ogni minima sfumatura di ciò che ha vissuto.
“Sono bravissimi!” esordisce con autentico entusiasmo. “Tra massaggi, consigli per la postura, segreti finalmente svelati si può dire che non ho mai pedalato meglio. E ancora qualche giorno dopo i benefici effetti si facevano sentire, sono uscita e ho fatto incetta di Qom”.
Insomma la scuola sembra proprio che abbia funzionato.
Ma cosa faceva più paura a Tanja? Le salite ovviamente. Come me è questa un po’ la bestia nera delle cicliste che, oltre ad una sana passione agonistica, si devono portare sempre dietro quel vago senso di inferiorità che colpisce chi non è certo nata pedalando, ma ha scoperto questo magnifico sport in età matura. Così Tanja non solo ha sconfitto l’idea di non farcela, ma ha anche affrontato una cronoscalata a coppie. La prova clou dell’Academy. Con pendenze a doppia cifra.
Certo che a vedere Luca Salvadeo, leggiadro come una libellula, tutto sembra facile. E anche Alessandro Vanotti, coach speciale di questa avventura, con la sua elegantissima postura tutta raccolta, sembra suggerire un’idea di ciclismo senza sforzi. Eppure che fatica! A sentire il racconto della crono mi sembrava di vedere le mie gambe durante i metri strappati al Muro di Sormano.
Del resto l’Academy è organizzata un po’ come un ritiro di allenamento per campioni. C’è l’uscita ogni mattina con un preciso itinerario studiato al millimetro per permetterti di imparare qualcosa di nuovo. Ci sono le pause in cui, come dice Luca, si mangia “qualcosa di bilanciato” e poi si riparte. Ci sono le sessioni di massaggio che Tanja mi assicura stroncavano sul nascere ogni eventuale piccolo dolore muscolare. Insomma tutto ruota intorno al ciclismo e questo già, per chi lo ama, è il massimo. È la stessa sensazione di piacevolezza che si prova quando ne parli davanti ad un buon bicchiere di vino. Perché il ciclismo è quell’argomento di cui puoi parlare all’infinito senza mai stancarti o stancare l’interlocutore. A meno che quest’ultimo non sia il fidanzato/a, la moglie/marito o l’amante che sta incominciando a percepire la bicicletta come un’invadente terzo incomodo. E così Tanja ed io potremmo parlare per ore della rigidezza del telaio della sua nuova bici che è tanto difficile da governare in discesa. Ad ascoltare i contenuti senza sentire le nostre voci nessuno potrebbe scommettere che siamo due compassate signore piuttosto che due ragazzini di qualche vivaio agonistico.
Vedendo le foto dell’esperienza di Tanja all’Academy non può che scattare in testa la sana proiezione di sé stessi nella medesima situazione. Con qualche tonnellata di altrettanto sana invidia, naturalmente. Sì perché avere a disposizione un Luca Salvadeo e un Alessandro Vanotti che ti studiano e ti consigliano come se tu fossi una promessa del ciclismo da lanciare nel firmamento del campioni è veramente priceless.
All’aperitivo con Tanja è impossibile non registrare quell’inconfondibile sfavillio nei suoi occhi che ancora attesta la felicità toccata con mano. Anzi, toccata con i piedi (sui pedali). E se poi aggiungi che ti hanno massaggiato come un kobe ogni santo giorno, che hai mangiato e bevuto sano ma senza sacrifici, che hai sguazzato nelle acque calde delle terme e hai potuto vedere, con l’aiuto di un esperto, come posizionarti in sella, ecco che sì, cara Tanja, hai fatto proprio bene a mollare la famiglia e a concederti questa piccola, speciale vacanza. Meritata.
E naturalmente l’appello a Luca è di darmi un’altra possibilità. Come cantava Jannacci, vengo anch’iooooooo!