Piero Cividini ci ha raccontato com’è nata la sua nuova collezione per la stagione Primavera-Estate 2020.
Cosa ci può dire in merito al nuovo progetto Cividini? La nuova iniziativa della stagione è data da capi dal modello basico, come caridgan o t-shirt a manica corta, che abbiamo deciso di realizzare con i materiali e con le tecniche che abbiamo affinato in tanti anni di sperimentazione. Questa nuova iniziativa si chiama Cividini Wow, perché è un termine contemporaneo che traduce un’espressione di sorpresa e meraviglia. La novità nasce dal fatto che nessuno si aspetta un prodotto come questo dal brand Cividini, poiché esce un po’ da quella che è la tradizione Cividini, pur mantenendo la lavorazione aritigianale. Noi abbiamo sempre fatto ciò che ci piace fare, a prescindere dalle tendenze. Questo è nello stesso tempo sia una debolezza, sia un punto di forza, perché ci ha permesso di avere una nostra strada, pur conoscendo le mode del momento.
Si tratta di una collezione caratterizzata solo da maglie? Il progetto comprende maglie e t-shirt.
Avete deciso di vendere anche online questi prodotti? Ci stiamo organizzando. Abbiamo in mente di voler capire il risultato commerciale, perché non abbiamo pensato a una produzione così elevata, per ora pensiamo di proporre 50 pezzi per disegno, considerando che sono dipinti a mano. Vendere online prevede inoltre anche una consegna, quindi dobbiamo organizzarci eventualmente per fornire un servizio di consegna adeguato.
Per quanto riguarda invece la nuova collezione, da dove è nata l’ispirazione? La fonte di ispirazione della new collection è nuovamente l’Africa, che ci regala sempre grandi sorprese. Questa volta ci siamo lasciati influenzare dal film “Il tè nel deserto”, non tanto per i costumi e le forme, quanto per i colori, perché la fotografia di Sotraro è meravigliosa. A partire quindi da questi colori abbiamo lavorato proponendo una collezione che propone una nostra rivisitazione proprio di quei colori.
Quali capi troveremo in questa collezione? Per esempio lunghezze varie che vanno dal lungo lungo delle gonne, fino a lunghezze appena sotto al ginocchio. La nostra idea è un po’ quella di vestire la donna milanese, che poi è anche la donna che c’è a Tokyo piuttosto che a New York, noi lavoriamo sempre su quel tipo di donna
Quale capo secondo Lei rappresenta al meglio la collezione e il vostro pensiero? Sono tutti capi semplici e contemporaneamente particolari. Presentiamo anche una nuova tecnica, che noi abbiamo chiamato Vulcanizzazione, che dona un effetto gommato, nato dalla nebulizzazione del liquido che cade a pioggia sul capo.
Quali colori predominano? Il blu, tipico degli uomini del deserto, poi c’è il bianco, il sabbia e i colori acidi nelle tinte del lime e del rosa.
Fonte foto: Cividini press office