La Colombia: la meta, il luogo, i suoi costumi tutti elementi riletti ora con una visione più stylish, più concettuale dove tagli, colori, linee e volumi sottolineano come questo paese sia oggi una chiara, vera e forte ispirazione per il futuro prossimo.
Un esempio della Colombia come nuovo volto di oggi e di proiezione al domani? Eccolo per esempio nel successo planetario della superstar Maluma ma anche nell’occhio lungo – e sempre avanti – di Madonna con il suo pezzo (proprio con Maluma) Medellín.
E dalla Colombia con un gusto decisamente meno commerciale arriva anche la brava designer Laura Aparicio che parla un linguaggio internazionale con una vita tra Milano e il mondo ma che con la sua collezione – l’Estate 2020 è stata presentata ora a Milano Moda Donna ma l’inverno è stato visto invece a Febbraio – è riuscita ad incanalare in una sua formula personale, un way to dress fatto di femminilità introspettiva e di concetto.
Introspezione e concetto quindi, per capi che trovano il loro corso anche non solo nei riferimenti all’arte precolombina ma anche nell’immensità di un paese – la Colombia appunto – che conosce anche lo spaziare delle non stagioni in un interessante e altalenante oscillare tra caldo e freddo che ha poi nel pratico guidato-ispirato Aparicio anche nella scelta della sua visione dei capi adatti ad un clima così versatile, così eclettico e quindi adatti anche al mondo.
Di Bogotà, formatasi all’Istituto Marangoni di Milano, e poi accanto ad Aquilano e Rimondi, la stilista è esempio dei giovani e del loro interpretare come millenials il nuovo minimalismo con tocchi di perfetto riferimento alla realtà più di casa, di famiglia e la stilista lo fa per esempio attraverso il suo bellissimo print con i check e nel suo guardare oltre oltre oltre sempre un modus operandi trasmesso da una famiglia che è stata per lei anche una vera culla creativa.
Oggi il marchio è uno dei più interessanti sulla scena dei nuovi designer. Focus On questa settimana ha incontrato la stilista.
Lei si ritiene una minimalista?
Si, decisamente lo sono.
Ma non trova che il minimalismo, sminuisca a volte la femminilità di una donna e la sua seduzione?
Assolutamente no. Perché credo che tutto dipenda anche dal tipo di donna. Nello specifico posso dire che io sviluppo il mio stile – minimale è vero quindi con forme pulite – ma stando molto attenta alle donne e a ciò che possono indossare e che desiderano, per esempio essere anche femminili. Poi la seduzione per me parte prima di tutto da una sicurezza interiore, da un’attitude mentale che poi traspare all’esterno anche nel modus di vestire… che può essere anche minimale.
Com’è la sua Colombia?
E’ sicuramente introspettiva. Non ho voluto raccontare l’aspetto più conosciuto di questo paese ma invece quello più di ricerca. La Colombia è immensa e ha dei lati interessanti da esplorare. Il print con i check per esempio è molto mio ed è stato ricercato prendendo spunto dall’arte precolombina. Per esempio alcuni elementi come la rana e il mais che ho ripreso arrivano da questa cultura… E poi si legano alle geometrie. che abbracciano il concetto del fluido dando ai capi una forza speciale.
Chi sono le donne che le piacciono?
Tilda Swinton per esempio mi piace molto… trovo che nel suo essere minimal sia una grande seduttrice così come Lou Doillon. Ma parlando più in generale amo le donne che nel loro stile combinano elementi quali ricerca, cultura, forza e femminilità.
Oggi un bravo designer in un momento così delicato come si deve muovere per vendere?
Credo che oltre la creatività sia estremamente importante la comunicazione che deve essere perfetta; nel senso che devi riuscire con il tuo lavoro ma anche con te stessa, a far capire il tuo mondo. Anche il modo di fare è estremamente importante; per esempio un bel sorriso, coccolare con sincero interesse chi sceglie i tuoi capi dando anche dei suggerimenti sui loro abbinamenti; il rapporto vero e sincero con gli altri anche attraverso i social media di cui oggi si parla tanto per far capire – ripeto il tuo mondo – è fondamentale.
E il suo mondo com’è?
E’ sempre positivo. Io sono una persona che ama la bella energia, pensi che fin da piccola mi chiamavano la bella primavera (Ride).
Pensa che il mondo della moda sia un ambiente superficiale?
Credo che più che altro sia fatto da gente molto diretta! Poi sa … le persone superficiali si trovano ovunque.
Secondo lei oggi la couture ha ragione di esistere? Ha senso spendere anche 100 mila euro per un capo?
La couture deve esistere perché ha una sua clientela; pensiamo a quella Russa o Araba e tutto ciò fa in modo che si creino anche dei posti di lavoro. Al momento io non sono focalizzata sull’alta moda anche se mi piace molto con tutto l’aspetto del sogno che le fa da contorno.
Per essere ben vestiti bisogna spendere tanto?
Assolutamente no. Prima di tutto vieni tu e il tuo attitude.
Che cosa è per lei il lusso?
Oggi sicuramente il tempo.
Come procede nella realizzazione di una sua collezione, quali sono gli step che segue?
Quando ho tempo amo viaggiare ed uscire dalla routine, ma viaggiare per me vuol dire anche far andare la mente e nel cogliere la frase di un libro, la bellezza di una mostra o dell’architettura riuscire poi a trasferire le emozioni che queste cose mi lasciano sui miei capi.
Oggi le ragazze giovanissime che stile hanno?
Io sono una millenials ma trovo che le ragazze ancora più piccole di me siano a volte troppo “prese” e coinvolte dagli stereotipi anche negativi proposti dai social media e devo dire la verità: questo mi spaventa.
Chi stima dei suoi colleghi e sente più in sintonia con se stessa?
Amo moltissimo Phoebe Philo che trovo bravissima.
Oggi dopo diversi anni in Italia che cosa c’è di italiano in lei?
Sono arrivata in Italia che avevo appena 18 anni … diciamo che sono stata subito plasmata da questo paese; per me già passeggiare anche qua a Milano e respirare la storia mi fa felice e poi ho respirato il buon gusto italiano. Devo dire che già da subito mi sono sentita a casa.
Fonte foto: Laura Aparicio press office