La moda: un vero sistema di corsi e ricorsi dove i ricorsi spesso, sono poi quelli che più riempiono il cuore e l’anima; quelli che hanno lasciato un segno, un faro che rimane lì per decenni, a volte per sempre nei codici dello stile.
Di ricorsi ma plasmati dall’oggi vivono Alessandra e Francesca Piacentini. Ma il ricorso non vissuto per copiarlo – per esempio nelle forme o nei volumi – ma invece per farlo rivivere dentro se stessi richiamando quella fortissima atmosfera che ha toccato pensieri, corpi, vite e percorsi.
Ecco che le stiliste questo forte richiamo l’hanno trovato ora negli anni 80 quando si viveva di luci e disco, di suoni e icone.
Gli Eighties quindi e il loro eccesso, gli Eighties e i sogni sempre da toccare con mano, gli Eighties in un ruotare di disco music tra superstar come Debbie Harry ovvero Blondie, Belinda Carlisle, Farrah Fawcett o Michelle Pfeiffer in Scarface.
Da qui tra paillettes, forme sinuose, ricami e perline arriva la collezione Le Piacentini. Un tributo – è vero agli 80 – ma soprattutto un inno ad una donna nella sua totale completezza ovvero: viaggiatrice, indipendente, romantica e sicura, cosmopolita ma legata alla tradizione, sinuosa ma mai troppo ostentata.
Cosa avevano di speciale gli anni ’80 rispetto ad oggi? Sono stati anni di grande creatività, gli anni dell’esplosione di tutto. Mossi dall’eredità degli anni ’70 che hanno rotto gli schemi, gli anni ’80 sono stati il momento della realizzazione di quei sogni. Si è osato nella musica, ma anche nella moda. In quell’epoca si sono affermati tanti stilisti.
Qual era la magia di quegli anni? Questa magia noi l’abbiamo vissuta in prima persona. E’ stata davvero un’epoca magica, perché tutto era possibile, nel bene e nel male. Per quanto riguarda la moda non ci si poneva limiti, era tutto puro divertimento, era bello giocare con lo stile senza sentirsi in alcun modo giudicati. Erano gli anni degli eccessi e tutto era….. eccessivo!
Che cosa vi ha influenzato nello specifico di quegli anni e vi è rimasto nel cuore? Noi abbiamo all’epoca eravamo ragazze molto giovani. Roma, ovvero l’ambiente in cui noi abbiamo vissuto, era un’esplosione di mondanità, di feste, di divertimento, di gioia; in una serata riuscivamo a partecipare contemporaneamente a quattro o cinque feste! Tutto era molto esagerato e anche nell’abbigliamento si osava tantissimo.
Era tutto anche un po’ disco! Era molto disco! Infatti in quell’epoca è nata la disco music. Anche i film degli anni ’80 hanno un po’ influito, perché sicuramente queste donne molto femminili e di grande temperamento, ci hanno segnate. Una su tutte Michelle Pfeiffer in Scarface, con la sua femminilità molto forte.
Oltre al concetto di spensieratezza, che tipo di eleganza era quella delle donne alle quali oggi vi ispirate per la vostra collezione? Che differenza c’è con le donne di oggi? Il fatto di ispirarci agli anni ’80 non esclude che oggi molte donne esprimano eleganza. È normale per noi ispirarci a epoche passate, perché c’è il tentativo di cercare e di riproporre ciò che già è esistito. Come nella musica anche nella moda tutto si ripete, in seguito a una rielaborazione. Sicuramente oggi ci sono donne molto femminili, ma quando si è nella fase di creazione si tende ad andare indietro nel tempo per interpretarlo e riproporlo.
Cosa dei vostri capi richiama gli anni ’80? Sicuramente la spallina, che è un po’ un azzardo, perché era completamente sparita ed era proprio il simbolo degli anni ’80, negli abiti, nelle camicie, ecc,….addirittura si arrivava a metterne tre, perché la spallina non bastava mai, giusto per tornare al discorso legato agli eccessi dell’epoca. Anche il tessuto lucido, lo spalmato, le paillettes sono riconducibili a quegli anni: i tessuti dovevano brillare e l’importanza era data dalla luce che il tessuto dava.
A quale tipo di donna vi rivolgete? La donna elegante di quale età? Noi non guardiamo l’età di una donna, perché oggi è difficile pensare che un capo non lo si possa mettere più per via dell’età. Bisogna invece seguire sempre in primis il buon gusto e la propria fisicità, guardando le proprie proporzioni e partendo da questo si passa poi a costruire il look e l’immagine. Basarsi sull’età per scegliere i capi, secondo noi è riduttivo. La donna a cui ci rivolgiamo è un po’ come noi, una donna contemporanea, che lavora ma che ha anche una famiglia, viaggia e la sera esce. Le donne di oggi sono sempre di corsa e noi ci rivolgiamo proprio a questo tipo di donna, che vuole essere sempre bella anche se immersa in una routine quotidiana molto molto frenetica.
Cos’è per voi il buon gusto? Pensiamo che l’eleganza sia innata, ma il buon gusto con grande intelligenza lo si può acquisire. Bisogna rispettare il proprio fisico, sapendosi valorizzare nel senso che le proporzioni del corpo devono essere rispettate, cercando di creare un equilibrio e sottolineando il punto forte di ogni fisico, senza però esagerare.
Per gli stilisti i capi della loro collezione sono un po’ come dei figli e in questo caso qual è il figlio prediletto? Qual è il pezzo forte della collezione? Il figlio prediletto è un abito bicolore ricamato con paillettes: l’amore è nato dal tessuto e si tratta di un abito che rappresenta quasi una fiaba.
Parliamo invece dei vostri prossimi progetti. Al momento abbiamo quattro showroom (America, Middle East e due in Italia) ma vogliamo rimanere con i piedi per terra, continuare a creare, ma cercando di espanderci sempre più a livello europeo.
Che cosa chiedono le donne americane e quelle del Middle East, due tipologie di donna così diverse? La donna del Middle East chiede di avere per esempio la spalla coperta e a volte dobbiamo dire che basta un copri-spalle o uno scialle per accontentarla. In altri casi ci hanno chiesto invece di aggiungere la manica, ma di base non ci chiedono mai grossi cambiamenti contrariamente a come si potrebbe invece immaginare. Parlando degli Stati Uniti invece a New York il nostro prodotto piace molto.
Che rapporto avete coi social media? Cosa ne pensate delle blogger e influencer? Sono donne che fanno parte del mondo di oggi. Pensiamo per esempio che Chiara Ferragni sia stata geniale e abbiamo molta ammirazione per lei, che si è inventata dal nulla, facendo le scelte giuste. Come in tutte le cose ci sono poi persone che anche in questa attività agiscono in modo giusto e adeguato e altre meno. Oggi forse l’essere blogger è un po’ inflazionato, e francamente non sappiamo quanto questo fenomeno potrà ancora durare nel tempo.
Non credete che tutta questa velocità di comunicazione possa poi influire sul vostro lavoro chiedendovi sempre continue e nuove collezioni? Sì, anche se bisogna stare al passo con i tempi e noi corriamo sempre, appena si finisce una collezione si è subito pronte per la successiva.
Quando una cosa o un prodotto diventa un trend un must-have? Non è facile rispondere perché non è facile capirlo. Non crediamo che il segreto sia tanto nel capo, quanto in tutto ciò che gli ruota attorno. Il segreto è sempre legato al potere della comunicazione. Saper comunicare è fondamentale.
Cosa pensate del fast fashion? È un contorno, ma credo che si sia tolto molto alla moda, proprio per l’essere così troppo fast. Hanno creato una rottura nel mercato, mettendo dei prezzi molto più bassi”.
Oggi, in un momento così particolare, ha ancora senso fare alta moda? È giusto preservare l’alta moda. Il pubblico sarà anche una nicchia, ma è quel sogno che deve rimanere. Chi sa fare alta moda deve continuare a farla.
Voi lavorate da tanto in questo settore. Cosa è importante per voi oggi? La passione e l’entusiasmo. La moda ha passato anni difficili e mantenere l’entusiasmo, la passione e il desiderio di creare sempre qualcosa di bello è molto importante. Se termina il divertimento del creare, allora tutto finisce. Le sfide sono altrettanto utili e stimolanti per andare sempre sempre sempre … oltre.
Fonte foto: Le Piacentini press office