Le passerelle degli stilisti non sono solo un momento per “rifarsi” gli occhi… rifarseli di bellezza, di eleganza, di glamour e di vip-watching
Tutto ciò è parte del sistema. Ma c’è un lato se vogliamo più profondo, che la superficialità spesso attribuita al sistema non coglie.
Il lato “della prossima stagione mi metto questo … o mi compro quest’altro…. oppure fotograferò sull’editoriale quest’altro ancora” lascia spazio ad un messaggio più complesso… che per coglierlo è necessario andare a scavare il costume, la tradizione, lo storico delle vecchie e delle nuove generazioni e… la sensibilità dello stilista.
Nella moda… a volte ci si butta troppo in fretta a parlare di estetica del bello …. ma anche di estetica del brutto: senza riflessione, senza voler capire che dietro un abito… un outfit improponibile, un abbinamento che lascia perplessi o dietro quell’affermare: “ma questo look chi se lo mette” c’è un mondo-messaggio da capire che non è fatto solo di marketing senza scrupoli.
Emma Stone protagonista della campagna Louis Vuitton Spring-Summer 2020
Alessandro Michele, il direttore creativo di Gucci… che tanto fa parlare, che tanto piace (o non piace) è un uomo dal carattere di positiva e complessa sensibilità.
A Milano – di nuovo – ha sfilato questi giorni la sua nuova collezione per il marchio fondato da Guccio Gucci… un marchio che nel corso della sua vita ha avuto mille vicissitudini, che è morto… e poi rinato … che si è macchiato di beghe familiari… di maledizioni … e poi si è risollevato … che è amato e ancora… a volte …. criticato.
La collezione uomo pensata da Michele per l’Autunno-Inverno 2020-2021 …prende spunto dall’infanzia di ognuno di noi e da come ci vestivano le nostre Mamme e… dal ruolo a volte “costretto”, che ognuno di noi ha dovuto vivere, interpretare e forzatamente far proprio fin da bambino.
L’essere piccoli … incarna nel bambino, una fase mentale di totale libertà di giudizio e pregiudizio… libertà – quella semplicemente di essere – frenata poi man mano… per trovarsi imposti verso una direzione e formazione maschile distruttiva che crea negli anni, forme di machismo, sessismo, bullismo che ben conosciamo in un gioco al massacro tra vittime e carnefici.
Lo stilista grida forte il messaggio di abbandonare e distruggere già da bambini l’imposizione di ruoli, l’imposizione di una mascolinità dominante fatta di stereotipi e di quella che viene definita violenta tossicità per abbracciare invece, l’identità autentica della persona ed evitare modelli – socialmente e culturalmente costruiti – che creano un rigetto – a volte anche violento – di tutto ciò che non si uniformi ad essi… con la conseguenza di implicazioni molto serie.
La collezione che ruota ai lati di una grande arena – mentre un grandissimo pendolo oscilla in pura chiave teoria di Foucault – presenta visivamente stereotipi da indossare già prefissati che volenti o nolenti abbiamo vissuto da bambini. E lo stilista si chiede … perché non indossarli anche da adulti… senza aver paura di farlo… senza nessun pregiudizio?
In passerella abbiamo visto sfilare così … i bauletti che usavamo per la merenda… le scarpe con gli occhietti da portare con i calzettoni…. o i look da bel bambino borghese perfettino con il maglioncino e camicia a quadretti… fino ai vestitini bon ton…. a volte troppo stretti … e “costrittori” di ruoli pre-fissati.
Ma abbiamo visto anche i look un po’ stropicciati dell’amichetto di cortile … con la camicia mal abbottonata e i pantaloni di velluto a coste, i cappotti con i bottoncini alla collegiale e i pantaloni disco … che una bambina poteva magari indossare per andare alle feste della scuola e appositamente indossati ora da un modello…. Ecco perché non indossarli anche ora.. come maschi adulti e liberi?
La sfilata è il manifesto di pensiero dedicato ad una società che deve cambiare (o forse un po’ sta cambiando).. per rispettare l’identità pura di ognuno e del maschio come vuole davvero essere. E tutto per una nuova forma di virilità.. perché solo una forma d’essere pura e limpida fa la vera persona.
Fonte foto: press office Gucci