Abbiamo incontrato la simpaticissima Paola Minaccioni per parlare di cinema, teatro, personaggi, registi, ma anche di solidarietà e prossimi progetti.
Intervista all’attrice Paola Minaccioni
Come ti sei avvicinata al mondo della recitazione? A dire la verità è stato il mondo della recitazione ad avvicinarsi a me. Sono stata posseduta dall’imitazione dei miei professori già nel periodo del liceo, era il mio modo per stare al centro dell’attenzione. Ho scoperto che mi piaceva fare le imitazioni e, quasi per caso, tramite la mamma di una compagna di scuola che mi trovava molto espressiva, dopo il diploma mi sono presentata all’Accademia di Arte Drammatica. Non avevo mai frequentato i teatri e non avevo un’immagine del futuro che prevedesse il fatto di diventare un’attrice. Dopo l’esame all’Accademia (ho passato le prime tre fasi ma non mi hanno presa) ho provato con la Scuola Nazionale di Cinema e lì sono stata selezionata. Da quel momento non ho mai più smesso. È avvenuto tutto in modo molto naturale.
Ti è capitato nell’arco della tua carriera di imitare nuovamente i professori del liceo o altre figure della tua vita? La mia professoressa di inglese era colei che imitavo maggiormente ed è stata proprio il personaggio che ho portato al primo concorso, con un monologo rivisitato di Achille Campanile, in cui era prevista la figura di una maestra di inglese impegnata in un dettato. Lei è diventata subito un mio personaggio.
Un’altra imitazione nata dalla mia quotidianità è la vecchietta, ispirata a mia nonna. Lei è uno dei personaggi più forti che presento dal vivo, dove grazie al diretto contatto con il pubblico ho la possibilità di improvvisare. Sto invecchiando dentro la vecchia, praticamente! Nel mio monologo “Dal vivo sono molto meglio” interpreto vari personaggi tra i quali la vecchietta. Si tratta di uno spettacolo che andrà in scena da aprile con una tournée che toccherà varie città italiane. Una data del mio tour per me molto significativa è quella del 19 aprile 2020, quando andrò in scena per una serata solidale, il cui ricavato sarà totalmente devoluto all’Associazione Amici per il Centrafrica. Mi piace sempre donare delle risate e fare del bene in diversi modi… l’essere un’attrice mi permette di salire su un palco per sostenere una giusta causa nella quale credo.
Come mai hai scelto proprio questa associazione? Una mia amica, che è unica nel creare una fortissima sinergia tra le persone, mi ha parlato e mi ha fatto conoscere Amici per il Centrafrica Onlus, un’associazione laica e apolitica nata nel 2001 che opera concretamente in Repubblica Centrafricana. Sono al corrente dei loro progetti, volti ad uno sviluppo sul territorio, ho toccato con mano i risultati e conosco le persone che ne fanno parte e che collaborano (ci tengo a specificare che sono tutti volontari). Ho totale fiducia in loro. Credo che il sostenere, nel mio piccolo, una realtà come questa dia un senso al mio lavoro e alla mia vita. Noi attori, durante uno spettacolo comico, facciamo ridere il pubblico e durante serate benefiche, come quella in programma per il 19 aprile (INFO BIGLIETTI), sentirò le risate arrivare sino all’Africa e ne sarò contenta… è il mio modo di dare un aiuto concreto ai progetti dell’Associazione con l’obiettivo di far crescere culturalmente e professionalmente i giovani centrafricani, dando loro la speranza in un futuro di pace e di coesione sociale.
Preferisci teatro o cinema? Non preferisco. Non potrei fare a meno di nessuno dei due. Sono due realtà completamente diverse: il cinema è un’arte meravigliosa che mi fa sentire parte di una giostra altrettanto sorprendente, soprattutto quando hai la fortuna di lavorare con grandi registi come Ferzan Ozpetek. Il teatro però è la base della vita degli attori. A teatro, prima di riprendere il mio monologo, porterò in scena la versione teatrale di un film che per me ha fatto la differenza. Mi riferisco a “Mine Vaganti”, con la regia di Ferzan Ozpetek. Il debutto sarà il 17 gennaio a Caserta e sarà un vero evento con un cast stellare.
Tra tutti i personaggi che hai interpretato, qual è il tuo preferito? Ho amato molto il personaggio di Egle nel film “Allacciate le cinture” che mi ha portato tanti premi e riconoscimenti, anche da parte del pubblico. Mi è piaciuto anche il ruolo di una parrucchiera romana in “Tutta un’altra vita”; il regista è stato così bravo che all’interno dello stesso film siamo passati dalla commedia al dramma. Io e Brignano abbiamo lavorato molto sui personaggi.
C’è qualche attore del passato, ormai scomparso, con il quale avresti voluto lavorare? Avrei voluto lavorare con l’autore Mattia Torre, un genio scomparso giovanissimo.
Nel 2020 ti vedremo al cinema? Mi vedrete sicuramente a teatro e poi al cinema con “Burraco fatale” insieme a Claudia Gerini, ma non conosco ancora la data di uscita del film.
Fonte foto: press office Paola Minaccioni