Non c’è come bypassare Natale e Feste per sentirsi ormai in discesa. Il peggio è passato, sta per aprirsi la mia e la tua stagione, parafrasando le “mie e le tue vacanze” del vecchio pezzo di Jovanotti.
Il giorno della merla è alle porte, ma, appunto, di merli si parla e tutto ciò che è alato, come le rondini, sembrano anticipare automaticamente la primavera. E poi c’è Sanremo in arrivo con i suoi fiori di serra. E poi c’è un altro Santo, Valentino, che sembra invitare a giri sempre più lunghi con l’amata compagna a due ruote.
La ripresa della stagione è il desiderio di impiegare meno di 10 minuti nell’infagottarsi di strati, è l’auspicio a percepire ancora le dita dei piedi dopo più di un’ora di pedalata, è la voglia di respirare quell’aria dolce che non rattrappisce gli alveoli e li fa dilatare a dismisura, possibilmente lontano dal particolato.
Cosa c’è di peggio dell’inverno per un ciclista?
Tanto per ricordare qualche amenità del periodo, non si può non pensare al fastidio del ginocchio coperto, che, al di là dei progressi della tecnologia tessile, è sempre un ginocchio di cui non ti puoi compiacere mentre spingi, di cui non vedi il guizzo del muscolo.
E la bilancia? Tasto dolente. Se è vero che bisognerebbe sempre pensare di più a ciò che si mangia tra Capodanno e Natale, piuttosto che tra Natale e Capodanno, il periodo delle Feste per il ciclista medio è, anche psicologicamente, letale. Personalmente non oso salire sulla bilancia da oltre un mese.
Non aiuta poi, nei pomeriggi annoiati del week end, sprofondati nel divano magari dopo aver percorso al mattino solo 50 miseri km, fare un giro di telecomando su Eurosport e ritrovarti tra il salto sugli sci (che si capisce cosa fa correre così veloce Roglic, sta ancora scappando adesso da tutta quella noia…) e una sbadigliante partita di snooker, ovvero il biliardo… roba che se non hai una stecca in una mano e un Montenegro con ghiaccio nell’altra non si può sopportare per più di 30 secondi.
È allora che risuonano le tristi parole di commiato dell’ultima diretta di Luca Gregorio a fine stagione, quando tra lui e Riccardo Magrini sembrava di assistere ad un addio fra innamorati…
Ma quando parte il Tour Down Under? Oggi? Sperando che il grande rogo dell’Australia non inghiotta il gruppo…
Ma via! Gettiamo il cuore oltre l’ostacolo del freddo e torniamo al pensiero della primavera in arrivo.
“Qual’è il tuo programma di allenamento?” domanda a bruciapelo Bertò, il mio specialissimo allenatore di crono, mentre al Velodromo Parco Nord ci si avvia alla chiusura dopo 50 km secchi di scia anche troppo rilassante in gruppo.
Già… c’è da prepararsi alla crono giornalisti! E allora ecco la ricetta di Gianfranco: sul Naviglio Grande, nei miei voletti in pausa pranzo, farò 15 minuti di rapportone in piano alternati a 15 agili. Nei 15 di spinta, si raccomanda Bertò, mai scendere sotto i 70 rpm. Oggi lo metto in pratica. E poi, a seguire, carpaccino di tonno e spada con giusto una fettina di pane per tirare su il sughetto di avocado e pomodorini. A regime! Obiettivo 56 kg!
Del resto è il momento dei buoni propositi, dei sogni che son desideri… le mie amiche lo so cosa sognano. Iryna di mantenere tutte le maglie conquistate l’anno scorso e di rilanciarsi ai Mondiali, che nel 2020 saranno nientemeno che in Canada, con Harry e Meghan. Sarah invece, ormai lanciatissima ultracycler, ha già la testa in Irlanda. Un giro nel freddo… sì, perché gli ultracycler duri e puri non vogliono il clima facile. O freddissimo o caldissimo, altrimenti che masochisti sarebbero?
E penso a Eleonora Mele, promessa paralimpica, che l’altro giorno al Gran Prix Mettler nel velodromo di Ginevra ha strappato un secondo posto in pista alle pischelle Élite (normodotate e nazionali). Se è già in questa condizione non oso immaginare cosa combinerà in stagione piena.
Poi c’è chi ha sogni più “sociali”. Il nostro presidente di Datecipista Mario Bodei insieme Francesco Papa stanno organizzando un’iniziativa per gli anziani del quartiere: giro in bicicletta con approdo al Velodromo Parco Nord. Gli esiti benefici sugli attempati neo-ciclisti (per la serie: non è mai troppo tardi) saranno persino monitorati dall’Università.
E i miei sogni? Crono giornalisti a parte, ce ne sono due belli nuovi… che mi avvicineranno un po’ al mondo degli ultracycler. Sono due randonnée: la “Milano tra Riso e Vino“, organizzata dagli amici di Eurobici, e la “Rando Imperator” di Witoor dove sarò presente anche un po’ per lavoro, dato che lo sponsor è PH – Push Hard, il brand di abbigliamento per ciclismo di cui si occupa la mia agenzia di comunicazione.
Domani, giovedì 23 gennaio alle 20.30, da Equilibrio Urbano in via Pepe 12, angolo via Carmagnola all’Isola a Milano, ci sarà la presentazione di queste randonnée, insieme alla “Rando Derghen” del Ciclisti Dergano raccontate direttamente dagli autori-organizzatori.
Sì, dico proprio “autori”. Perché le randonnée sono dei piccoli-grandi capolavori dove paesaggio e umanità si abbracciano e producono bei romanzi da ascoltare e da vivere.
E allora cosa c’è di più bello, alle porte della nuova stagione, che immaginarsi in azione, tra risaie e montagne? Una rondine, anzi, una randonnée può far già primavera!