La storia ruota intorno all’incontro tra due donne in occasione di un matrimonio: Isabel (Michelle Williams) insieme al suo partner, Frank, è co-fondatrice di un orfanotrofio a Calcutta. Quando sorge la possibilità di un’enorme donazione, abbandona temporaneamente i suoi amati bambini ed il suo stile di vita semplice per volare a New York ed incontrare un potenziale benefattore, Theresa (Julianne Moore).
L’incontro cade proprio un giorno prima del matrimonio della figlia di Theresa, Grace (Abby Quinn): Isabel è frustrata dall’atteggiamento distratto della possibile benefattrice, essendo la donna troppo coinvolta nei preparativi per prestare attenzione alla proposta di Isabel, e vive un crescente disagio a New York, città che non ama né conosce. Tuttavia, Isabel viene inaspettatamente invitata al matrimonio di Grace. Ciò risveglia il suo passato e costringe la donna a confrontarsi con il passato: quello che era iniziato come un viaggio di lavoro obbligatorio per salvare l’orfanotrofio si tramuta invece in un’esperienza catartica e in un percorso emotivo sia per Theresa che per Isabel, un percorso non sempre facile, ma che mantiene lo spettatore incollato allo schermo in un vortice di segreti, differenze ed emozioni.
Il remake si differenzia dall’acclamata opera originale di Susanne Bier principalmente per il suo spirito femminile, offrendo un punto di vista diverso ad una storia che ha commosso migliaia di spettatori. Per citare le parole di Julianne Moore, si tratta di: “un film in cui nessuno è un antagonista e nessuno è l’eroe”, prendendo invece in considerazione le sfaccettature dell’animo umano e donne che lottano e cercano di mantenere il loro equilibrio. Le protagoniste infatti, combattono con le unghie e con i denti per salvaguardare ciò che hanno costruito pur cercando (specialmente nel caso di Isabel) di rimanere fedeli a se stesse.
Nonostante si tratti di un remake, “Dopo il matrimonio” alza ulteriormente la posta in gioco emotiva ed è in grado di commuovere e coinvolgere non solo i nuovi spettatori, ma anche gli amanti del film originale. Il cambiamento dei protagonisti offre davvero una nuova prospettiva a livello narrativo, consentendo a Freundlich di esplorare il potenziale dell’amicizia femminile, del cameratismo e della rivalità in un film che si sofferma tanto sulla perdita quanto sull’unione. “Dopo il matrimonio” dunque, supporta il peso della narrazione ed il valore emotivo aggiunto da alcuni plot-twist all’intero della trama, senza dubbio aiutati dalle performance commoventi delle protagoniste. Si tratta in altre parole di un film avvincente che riesce a modernizzare e riproporre una storia commovente, in un’era che si nutre di remake (non sempre risultano prodotti meritevoli), in modo innovativo, coinvolgente e convincente.
Fonte foto: locandina ufficiale del film