Altri invece, comandati dalla pancia, dalla testa o dal cuore abbandonano l’impresa; spesso, mossi dal senso di colpa che comunque li attanaglia, si scusano con l’autore o con i protagonisti, promettendo di riprendere in mano il malcapitato tomo in un secondo momento. La probabilità che questo avvenga è di poco superiore a quella delle diete iniziate “lunedì prossimo”.
Voi da che parte state? Se non vi piace un libro, lo finite?
Personalmente appartengo alla seconda categoria, sono un’abbandonatrice di imprese editoriali. L’ultima in ordine cronologico? Il signore degli anelli.
Sono andata a controllare, c’è ancora l’orecchietta sull’ultima pagina letta (si, faccio anche le orecchie ai libri). Mi sono fermata alla numero 230 che su un libro di 1226 pagine, appendice esclusa, equivale ad un misero 18%. Per far capire a coloro che hanno visto i film, che sono sicura essere più numerosi di coloro che sono riusciti a terminare il capolavoro di Tolkien, Frodo e i suoi amici Hobbit hanno appena incontrato Aragorn al Puledro Impennato di Brea. Ma questo libro non è l’unico, nella lista compaio altri capolavori, da Anna Karenina a Ritorno al nuovo mondo passando per Moby Dick.
10 libri per chi ama le storie vere
Senso di colpa nei confronti della povera Anna e del Capitano Achab a parte, il nostro (so di avere dei compagni di viaggio) è davvero un comportamento così condannabile? Siamo degli ignorantoni che non capiscono nulla? SI, qualcuno potrebbe dire convinto, non capacitandosi di come non si riesca a portare a termine capolavori di questo calibro. Ma se leggere è un piacere, perché sforzarsi nel terminare qualcosa che non sta regalando le giuste emozioni?
Per quello c’è già la corsetta della domenica mattina. Probabilmente anzi sicuramente, non finendo alcuni libri ci si perde qualcosa ma, il mare è pieno di pesci, e questo vale anche per i libri. Considerando che solo in Italia vengono pubblicati circa 60 mila libri l’anno, disperso in chissà quale libreria c’è sicuramente quello giusto per noi, quello che ci farà perdere la testa e non vedremo l’ora di finire.
Qualche libro non di mio gusto l’ho finito anche io, quelli assegnati dai professori del liceo per esempio. Ricordo la soddisfazione nel riuscire a terminarli, il senso di orgoglio misto al sospiro di sollievo generato dallo sfogliare l’ultima agognata pagina.
Personalità di chi finisce i libri, anche quando non piacciono
Tuttavia, per dare anche a questo club il dovuto rispetto, ho deciso di fare quattro chiacchiere con una persona alla quale non ho mai visto riporre in libreria un’opera non terminata: mia madre. Lettrice appassionata e costante di più lunga data, porta sempre a termine le imprese che comincia. Si, anche Guerra e Pace, si, anche Confessioni di un italiano.
La motivazione prevalente che in generale spinge questa giovanissima signora (altrimenti mi bacchetta) ad ogni genere di lettura è la curiosità, ed è ancora quest’ultima che le impedisce di chiudere un libro e metterlo via, senza aver scoperto cosa nasconde ogni paragrafo. In quel primo paragrafo non letto potrebbe celarsi la svolta che si stava aspettando, la chiave di lettura che fino a quel momento non si era trovata e che stava rendendo proseguire quasi una tortura.
Tuttavia, dominante nella sua perseveranza sono l’ammirazione e il rispetto che prova nei confronti degli autori, della loro scelta di mettere nero su bianco qualcosa di proprio e donarla ai lettori. Una volta che i questi ultimi ne entrano in possesso, possono fare dell’opera quello che vogliono, compreso tutto il contrario di quello che l’autore aveva inizialmente immaginato e previsto. Inoltre, anche nei più grandi mattoni ottocenteschi, se proprio non riesce ad apprezzare la costruzione dei personaggi o l’intreccio, si consola ammirandone l’esercizio stilistico messo in pratica.
Finire o non finire un libro? Questione di generazioni
In definitiva, durante questa conversazione tra due generazioni diverse: millennial e baby boomer, un’idea ha iniziato a farsi strada nella mia mente. Penso (e probabilmente mi sbaglio) che forse l’approccio ai libri e alla lettura di mia mamma sia solo diverso, più maturo. Certo anche io leggo per curiosità ma se questa non viene adeguatamente stuzzicata, non sono in grado di mostrare la stessa pazienza. Probabilmente tra qualche anno cambierò idea e tornerò a prostrarmi ai piedi del Capitano Achab implorando il suo perdono. Dopo tutto si sa che una figlia tenta con tutte le sue forze di annullare la propria madre per poi trasformarsi in lei.
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