Come mai avete deciso di puntare sulle scarpe? Io ho deciso di fare scarpe perché 75 anni fa, mio nonno ha iniziato a fare scarpe a Torre San Patrizio, dove abbiamo l’azienda ancora oggi. Si tratta di un’azienda nata con mio nonno e poi portata avanti dai miei genitori. Dopo la laurea anche io ho iniziato ad essere parte di questo mondo. Si tratta di una realtà molto piccola. Da 15 anni abbiamo iniziato con la gestione di brand, con La Martina, poi con Harmont & Blaine e abbiamo anche fatto una joint venture con Woolrich. Abbiamo associato la nostra capacità manufatturiera di fare scarpe belle, artigianali e made in Italy, insieme a brand importanti che non avevano linee di calzature.
Il vostro primo brand è quindi stato La Martina? Abbiamo iniziato con La Martina cercando di interpretare il DNA del marchio per realizzare una collezione di calzature contemporanea e che potesse esprimere i valori del marchio stesso, a partire dal polo, sport di riferimento del brand, declinandolo sia in una collezione uomo, sia in una collezione donna, che si rinnovano stagione dopo stagione. La collezione fonde abbigliamento e pelletteria. Per la Fall-Winter abbiamo voluto dare molta attenzione anche alle collaborazioni che La Martina ha scelto di fare, come ad esempio quella con il Guards Polo Club, che è il polo club della Regina di Inghilterra: abbiamo realizzato delle calzature che si abbinano alla linea abbigliamento La Martina Guards.
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Qual è il vostro mercato di riferimento? Le nostre calzature si posizionano in una fascia medio-alta sia in Italia, sia all’estero. Il nostro mercato di riferimento è la Germania, in cui vendiamo prodotti di fascia medio-alta, proposti in vetrine molto importanti. I nostri competitors sono brand come Tod’s, Hogan, Santoni. I nostri prodotti hanno un grandissimo valore qualitativo e di comfort, poiché sempre di più il concetto di comfort si deve abbinare al prodotto di qualità. Il consumatore che acquista le nostre calzature vuole avere una sensazione piacevole sin da subito. Sempre di più il cliente odierno è abituato a usare scarpe tecniche o sportive, motivo per il quale quando indossa una scarpa casual non comoda, è meno propenso all’utilizzo e quindi all’acquisto. Su questo aspetto abbiamo lavorato molto insieme al nostro reparto di ricerca e sviluppo, che opera sino alla messa a punto del prodotto, che è in toto un prodotto artigianale, volto al recupero di una manifattura che ci appartiene come azienda. La nostra azienda ha sempre puntato su materiali di ottima qualità e che potessero essere lavorati dagli operatori di grande esperienza.
Mi ha detto che collabora con La Martina da 15 anni. Come ha visto cambiare ed evolvere il brand in questo arco di tempo? Il brand ha avuto una grande evoluzione da quando abbiamo iniziato a collaborare ad oggi, anche se l’heritage è sempre rimasto lo stesso, legato al mondo del polo.
Per quanto riguarda la calzatura, invece, cosa è cambiato? Quando abbiamo iniziato siamo partiti con calzature in cuoio e gomma, oggi invece sono quasi tutte fatte con fondi in gomma ultra-leggera che donano comodità e abbiamo anche “raffinato” l’offerta: nel tempo abbiamo messo ulteriore attenzione alle finiture, lavorando molto sul dettaglio, che deve essere capace di dare un valore aggiunto al prodotto.
Mi tolga una curiosità. Lei quante paia di scarpe ha? Le cambio ogni stagione, avrò circa 40 paia di scarpe.
É capitato anche a Lei, come al fondatore di Nike, che qualcuno dei sui figli rifiuti di indossare le Sue scarpe? I miei figli (16, 13 e 8 anni) rifiutano di mettere le mie scarpe, esattamente come è successo al fondatore di Nike. Spero che questa cosa mi porti fortuna!.
Fonte foto: press office La Martina