Un pensatoio dal quale nessuno di noi può sfuggire. Io ho avuto una sorta di epiphany l’altro giorno mentre ero in stato catalettico sulla tazza. Boom! Dal niente una parola mi è apparsa davanti agli occhi: CONDIVISIONE. Da qui è iniziato il mio viaggione, che manco Marco Polo.
Se vi dico “condividere”, voi a cosa pensate?
Immagino che qualcuno associ questo termine a quello che è lo strano e complesso mondo dei social network, altri la ricollegano invece ad una sfera più emotiva e intima altrettanto complicata ed enigmatica. Io mi ci sono soffermata molto e ho pensato che se si approfondisce ci si ritrova a mettere agli antipodi questi due modi di interpretare la stessa parola: esteriorità vs interiorità.
Nel 2020 condividere sui social fa riferimento a un modo spavaldo e dimostrativo di presentarsi: belli, divertenti, accattivanti, talvolta leggeri o al contrario impegnati, esseri dai gusti impeccabili, abili a fare la qualunque.
La complicità tra donne esiste: vi spiego perché
Questo perché ci si mostra a un vasto pubblico al quale, ammettiamolo, cerchiamo tutti di piacere. Ma le cose erano così anche qualche anno fa? Ogni giorno ricevo la notifica di Facebook che mi fa rivivere i ricordi degli anni passati (vi prego confermatemi che anche per voi è sempre un mix di tristezza, vergogna e nostalgia) e mi sembra che quello che condividevamo fosse diverso, sarà l’adolescenza, sarà che erano gli anni degli emo, sarà anche l’inesperienza e la totale novità dello strumento, ma prima secondo me si pubblicava maggiormente, ostentandolo a volte, il nostro lato più oscuro, inneggiando torti e sofferenze, sempre e comunque rimanendo superficiali. Infatti, anche a quei tempi (I feel so old), non esprimevamo veramente in modo chiaro e lineare quello che stavamo provando, che fosse gioia o dolore, ma mandavamo dei segnali ambigui, che mandavano letteralmente in bestia i più curiosi: minacciavamo con gli stati di Facebook e flirtavamo con i trilli di MSN. E ora la domanda: questa è ed è stata vera condivisione? O forse Mark avrebbe dovuto utilizzare un termine diverso?
Ora mi voglio concentrare sull’altro lato della medaglia: quello che sento più mio, ormai state un po’ imparando a conoscermi.
Con-dividere, dividere con qualcuno, quanto amore c’è in questa frase?
La condivisione è vicinanza, è inclusione, è affetto donato e ricevuto, soprattutto quando in ballo c’è qualcosa di prezioso. La cosa bella è che tutto si può condividere, dai pensieri ai gusti, dal cibo alla casa. Vi riporto due esempi tratti dalla mia vita. L’altro giorno una mia amica mi ha raccontato e confidato alcuni pensieri, spaventosi e dolorosi allo stesso tempo, e io in quel momento mi sono sentita una prescelta, speciale, mi ha donato una parte di sé ed è stato un passo molto importante per la nostra amicizia.
Invece, mi viene da ridere ripensando a tutte le volte in cui rubo dal piatto di Eli, sì si chiama così, dicendo che il suo cibo è più buono del mio, lei mi sorride e mi concede sempre anche l’ultimo boccone, secondo me sarebbe anche capace di darmi la punta del suo cornetto o entrambe le palline del Kinder Merendero. Ditemi se questo non è vero amore!
Fin qui tutto bello, ma quanto è difficile a volte? Condividere qualcosa di fisico ti porta a non avere più quella cosa o ad averne di meno, mentre quando condividi qualcosa di astratto, come pensieri, paure, emozioni, ti metti a nudo e rischi di venire ferito.
Mentre scrivo ho i brividi ripensando ai momenti e alle emozioni che ho condiviso con persone che non fanno più parte della mia vita. A volte penso che mi piacerebbe avere la macchina del tempo: in alcuni casi per sistemare le cose, in altri per evitare di espormi così tanto con chi non mi ha accettata, non mi ha abbracciata e non ha continuato a volermi bene. Ma forse il bello della condivisione è anche l’incertezza che comporta, no? Inoltre, sono estremamente convinta che condividere faccia bene: ci permette di gioire veramente e di trovare quella vicinanza che ci fa sentire uniti e amati, sia sui social che nella vita vera. Quello che dico a voi, ma soprattutto a me, è di continuare a condividerci, anche quando qualcuno commenta negativamente la nostra ultima foto, o quando veniamo feriti dopo esserci esposti.
Ps: Non vi dico l’ansia che ho ogni volta che condivido uno dei miei articoli con le mie amiche o con Eli, alla fine però mi sento sempre meglio dopo averlo fatto!
Fonte foto: Photo by Kelly Sikkema on Unsplash / Photo by Josh Willink from Pexels