A tempo perso, sarei anche una giocatrice di pallavolo, dico sarei perché l’ultima partita credo risalga al 14 Febbraio, l’ultimo allenamento forse al 3 Marzo. In questa che si può a tutti gli effetti chiamare una crisi d’astinenza (sì, mi mancano le ginocchiere puzzolenti e anche gli spogliatoi al limite della legalità), ho deciso di far disputare una partita a due illustrissimi sfidanti: il libro e l’e-book.
LIbro o e-book? Comincia la sfida
Il primo vanta una carriera centenaria, stimare quando sia nato e quale sia stato il primo è impossibile. Prendiamo come capostipite di questo schieramento la Bibbia di Gutenberg, primo libro stampato in Europa. Un libro è in grado di regalare grandi gioie ed immensi dolori, soprattutto agli studenti (so che molti di voi ancora ricordano manuale di diritto privato, dalla premiata ditta Torrente e Schlesinger). Esiste in milioni di versioni, copertine rigide e flessibili, edizioni tascabili o per niente trasportabili, con testo originale a fronte, nuovi e sgualciti, dimenticati chissà dove e depositari di grandi emozioni.
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Il secondo ha una storia relativamente breve, facciamo coincidere la sua nascita con il lancio, da parte di Amazon, di Kindle; era il lontano 2007 (per coloro che pensano sia praticamente l’altro ieri, sono passati 13 anni). Ormai sono disponibili numerosi e-reader, commercializzati da diverse case produttrici, ma il campione da battere resta sempre il Kindle. Questa sfida puramente goliardica si disputerà in set, di cui io sono l’unico giudice ed arbitro.
Il primo set: dove si legge un libro o un e-book
Spoiler alert: questo set se lo aggiudica l’e-reader. Il primo ed immenso vantaggio di avere un e-reader consiste proprio in questa fantastica possibilità: la portabilità. È molto più leggero di un libro, ingombra molto meno in zaini, borse e valige. E, per esempio in vacanza, consente di portarsene dietro più di uno (per i più avidi) senza aumentare il volume e soprattutto il peso (che sappiamo contare moltissimo in alcuni contesti). Inoltre, gli e-reader di ultima generazione sono resistenti all’acqua, si possono leggere nella vasca da bagno, in piscina, alla fermata dell’autobus se piove (se proprio non riuscite a rinunciare). Da ultimo, si può leggere anche al buio, senza l’ausilio di una luce artificiale. Vittoria schiacciante.
Secondo set: l’acquisto di un libro o un e-book
Entrare in libreria è un momento magico, o forse è una sorta di condanna perché entrando, quanti di voi riescono ad uscire a mani vuote? Ci sono già dieci libri che aspettano di essere letti? Fa niente prima o poi arriverà il loro turno. In libreria tutto comincia (massi, faccio solo un giro), le librerie hanno un odore, fanno rumore e i libri sono lì, competono per essere comprati; migliaia di titoli, di copertine a colori (che gli e-book non hanno) tentano di attirare la nostra attenzione. E poi lo vedi, quello di cui ti avevano parlato, l’autore del momento o semplicemente l’incontro che hai sempre rimandato. Lo prendi, lo sfogli, ci pensi, lo metti giù e ti avvii mestamente verso l’uscita. Torni indietro, lo riprendi, lo sfogli ancora, lo tieni stretto, vai in cassa e ti incammini verso casa con una sensazione di gioia mista a colpa. C’è poco da aggiungere, questo set se lo aggiudica il buon vecchio libro.
Terzo set: convenienza sul comprare un libro o un e-book
Domanda da un milione di dollari: conviene? Non ne sono così sicura, forse sul lunghissimo periodo. Considerando che gli e-reader Amazon (leader di mercato) costano tra gli 80 e i 250 euro (non sto scherzando!!!) che gli e-book vanno comunque acquistati, vero che il prezzo è minore rispetto ad un libro cartaceo, e che è possibile sottoscrivere l’abbonamento kindle unlimited che consente di avere a disposizione un vastissimo assortimento di titoli per 9.99 € al mese. Ma un abbonamento di questo genere conviene forse solo ad un lettore avido che tuttavia si accontenta dei titoli che gli vengono proposti. Io ho provato a sottoscrivere l’abbonamento, sfruttando il mese di prova (ho messo una sveglia tattica per disdire, perché ovviamente il rinnovo è automatico) e ho cercato i tre titoli che mi frullano per la testa da un po’; ovviamente non sono disponibili, li avrei dovuti acquistare. Inoltre, non ho trovato lo strumento del tutto immediato, non mi stupisce che mia mamma abbia resistito due mesi per poi riporlo nel cassetto e non riprenderlo più. Il terzo set lo vince il libro cartaceo.
Per voi curiosoni i tre titoli che ho cercato sono:
- Esercizi di stile – Raymond Queneau
- La foresta della notte – Djuna Barnes
- La caffettiera del masochista. Psicopatologia degli oggetti quotidiani – Donald Norman
Quarto set (set point per il vecchietto): l’accumulo fisico di libri
Entrare in casa di qualcuno ed essere accolti da una libreria piena zeppa di libri è bellissimo, così come è bello guardare la propria personale libreria che cresce. Però (c’è un però), accumulare ha un limite, lo spazio nelle case non è infinito (a casa mia tra un po’ dovremo uscire noi) e soprattutto i libri ogni tanto andrebbero anche spolverati (ma che davvero? Purtroppo sì, non sono immuni dalla polvere). Con gli e-book questi problemi non si pongono, la polvere non si accumulerà sulle centinaia di libri che si accavallano un po’ in verticale e un po’ in orizzontale nelle nostre librerie. Con un repentino recupero finale, l’e-book riesce a portare la partita al tie break.
Quinto set: l’emozione di avere un libro
Aprire un libro, chiuderlo, sfogliarlo, annusarlo, farci l’orecchia, sottolinearlo, scriverlo, sgualcirlo, bagnarlo con latte e biscotti, portarselo dietro ovunque, tenerlo sul comodino, riporlo in libreria, prestarlo, regalarlo con dedica (regalare un libro senza dedica è una barbarie), usarlo come fermaporta d’estate per fare corrente (mea culpa). Potrei andare avanti ancora, ma questo è un tie break ed è molto più spietato degli altri perché a 15 è tutto finito. Come avrete capito, il vincitore è il libro cartaceo che anche numericamente continua a resistere nonostante la concorrenza.
Il risultato di questa sfida è pilotato? Forse.
Il libro non resisterà per sempre e anche noi nostalgici dovremmo arrenderci? Forse.
Ma alla fine, la cosa che conta è leggere, dove e come è in realtà secondario.
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