Ho incontrato Andrea Babbi e sua moglie, Daniela Ciccardi, a Bologno, verso i primi di luglio grazie ad un contatto di Elisa Dal Bosco, ufficio stampa di Connect2Italy che mi ha messo in contatto con il creatore di questa fantastica piattaforma di turismo b2b (ricordate l’intervista ad Alessandro Mancini?)
Appena arrivato a Bologna, nei pressi del centro storico, abbiamo incontrato Andrea Babbi nella hall dell’Hotel Accademia, posizionato in un punto strategico della città. Dopo qualche chiacchiera per conoscerci meglio, ci ha proposto di farci da guida a Bologna.
In mezza giornata abbiamo scoperto il Ghetto Ebraico, i Canali di Bologna, la storia dei portici di Bologna e dei primi veri abusi edilizi italiani, le torri di Bologna (anche quella più storta della Torre di Pisa), scoperto l’Osteria al Pappagallo e scoperto che a Bologna sono nati i primi ospedali, i primi Airbnb, la prima sede dell’Università, e che proprio in questa città è avvenuto il primo passo verso la liberazione schiavi, che la Maserati ha preso il suo simbolo dal tridente di Nettuno (vicino alla prima sede Maserati in piazza del Nettuno) e che Marconi ebbe l’intuizione del telefono proprio a Bologna, per passare al gastronomico e pranzare all’enoteca Tamburini, gustare il miglior espresso della città da Caffè Terzi. La sera imperdibile cena da Cesarina e alla gelateria funivia.
Non ho voluto e non voglio assolutamente verificare se le informazioni che ci ha fornito Andrea Babbi siamo vere o quasi vere, perché sono sicuro che in qualche modo lo siano, e soprattutto perché non ho mai visto Bologna bella così e non voglio per nessuna ragione al mondo rischiare di rovinarmi il ricordo di questi racconti ascoltati passeggiando sotto i portici di Bologna.
Per la notte alloggiavamo all’Accademia al Colle, sui colli bolognesi, sì, proprio quelli dove sfrecciava Cremonini in Vespa. La vista dice tutto, ma non solo… il concept creato da Andrea Babbi e Daniela Ciccardi è all’insegna del relax totale… provare per credere!
Come è nata la passione per i viaggi e il mondo del turismo? (Risponde Daniela Ciccardi): Io ho lavorato per Confcommercio e per l’Università di Bologna, mi sono sempre occupata di formazione (formazione post-laurea, spin off), però il mio desiderio era quello di organizzare dei viaggi e avevo iniziato a frequentare un corso per direttore tecnico di agenzie viaggi. Lì ho incontrato un albergatore tra i più bravi che c’erano a Bologna che si è molto affezionato a me e che mi sconsigliò di dedicarmi all’agenzia viaggi, dicendomi che lui aveva un albergo in zona universitaria che avrebbe potuto lasciare a me. Nonostante io non avessi mai fatto l’albergatrice, mi piaceva stare con le persone e alla fine mi sono lasciata convincere da lui che poteva e voleva insegnarmi il mestiere; così mi sono buttata, mi sono licenziata dall’università e ho cambiato lavoro, facendo una cosa mia, con la voglia di creare qualcosa dal basso. Questo albergatore, Mauro Orsi che è mancato da qualche anno, per me è stato un vero punto di riferimento e maestro; lui, con il suo guardare avanti e con il suo entusiasmo è stato davvero contagioso.
Quindi Lei ha preso la gestione di questo albergo senza avere altre conoscenze nel settore? (Risponde Daniela Ciccardi): Esatto! Anche se io e mio marito avevamo sempre molti ospiti a casa e mio marito mi diceva che avere un albergo non sarebbe stato tanto diverso! Mia mamma non ha mai capito questa mia scelta, fatta a 50 anni, ma io ero convinta di voler fare un qualcosa per seguire il cuore. Ormai i nostri figli erano diventati grandi e abbiamo scelto di fare il grande passo. Ho pensato anche ai miei 4 figli e a cosa avremo potuto lasciare loro un domani. Tutto è partito dal nostro amore per le persone, l’ospitalità e l’accoglienza. La nostra casa è sempre aperta. Io credo che un albergo prima di essere struttura, camere e tutto ciò che viene in mente pensando a un albergo, sia soprattutto accoglienza. (Conclude Andrea Babbi): Io vedevo come andavano le cose negli alberghi che vivo per lavoro ed ero convinto che il nostro fosse un approccio giusto.
La vostra idea è dunque quella di mettere al centro le persone? (Risponde Daniela Ciccardi): Sì, assolutamente. La persona per noi è al primo posto. Anche con i miei dipendenti ho sempre portato alto questo concetto: con tutti loro sono sempre stata piuttosto intransigente pretendendo sorriso e accoglienza. Noi dalla vita abbiamo ricevuto molto e il nostro desiderio era quello di dare molto a nostra volta.
Come operatori del settore cosa state pensando di fare per uscire da questo periodo così difficile per via del Covid-19? Come si può velocizzare il ritorno alla normalità? (Risponde Andrea Babbi): Sicuramente la nostra idea è quella di puntare a un mercato di qualità, perché l’Italia ha bisogno di questo: l’Italia non deve banalizzare il proprio prodotto e si deve puntare a un turismo di qualità. Questo dovrebbe succedere per essere coerenti con il proprio prodotto, perchè il prodotto Italia lo possiede solo l’Italia e quindi non bisogna svenderlo in nessun modo. Il lockdown che abbiamo vissuto deve essere una grande occasione per riposizionare il nostro brand e ricominciare da zero rispetto a tante scelte sbagliate che sono state fatte. Anche noi nel nostro piccolo, con Accademia al Colle abbiamo voluto fare una cosa particolare, esclusiva e unica nel suo genere, nonché di alto servizio: qui si può arrivare in treno, in elicottero e chiedere qualunque cosa e noi cerchiamo di accontentare tutti nel limite del possibile. Qui da noi abbiamo accolto medici, infermieri, sacerdoti tutti dedicati al problema del Covid-19 e l’abbiamo fatto volentieri. In albergo abbiamo anche una camera a disposizione di chi ne ha necessità e non ha situazioni economiche favorevoli; questo aspetto di gratuità ci porta sempre verso un discorso di accoglienza e professionalità verso gli altri. Io credo che il lockdown abbia dimostrato la povertà che c’è nella cultura del turismo in maniera diffusa, nel parlamento, nel governo e nei mass media: tutti hanno parlato di turismo in maniera un po’ superficiale, e nessuno dei provvedimenti presi è stato adeguato, perché il turismo è stato poco ascoltato, tanto che ancora oggi ci sono domande a cui non è stata data risposta. Il governo ha messo 2 milioni e mezzo in buoni vacanza che rispondono a un’esigenza delle famiglie più bisognose, ma contemporaneamente bisognava mettere la stessa cifra sul sistema delle imprese. La cassa integrazione per il settore turismo non può vedere sufficienti pochi mesi di copertura, perché necessità di altri tempi, almeno fino alla fine dell’anno. Io penso che certe cose debbano avere la priorità. (Conclude Daniela Ciccardi): Per quanto riguarda il buono vacanze noi abbiamo deciso di accettarlo, a differenza di tante altre strutture. Per noi è stata una scelta sofferta, perché in questo momento le imprese del turismo hanno bisogno di liquidità. Abbiamo pensato comunque che dire “Sì” al buono vacanza fosse giusto perché in un momento così complesso si ha la possibilità di allargare la clientela ed è anche giusto che la clientela basso-spendente possa avere un momento per ritirarsi su, dopo questo momento. La scelta nostra non è stata solo legata al guadagno, ma anche una scelta sociale. Riceviamo moltissime telefonate (non prenotazioni) legate ai buoni vacanza, ma credo che facciamo comunque un servizio in questo modo e trovo giusto essere trasparente con i clienti. Noi abbiamo sempre tenuto aperto e posso dire che gli appartamenti rispondono prima rispetto agli alberghi. Adesso iniziano ad arrivare i primi stranieri, perché fino ad oggi ci sono stati solo italiani qui per ricongiungimento famigliare o per visite mediche.
Qui in una condizione “standard” avete turisti tutto l’anno? (Risponde Daniela Ciccardi): Sì, noi sempre. Nel 2019 abbiamo superato il 90% di occupazione e il 70% solo con clienti stranieri. (Conclude Andrea Babbi): Noi non abbiamo una struttura solo stagionale. Abbiamo fatto investimenti e abbiamo riqualificato, fornendo anche un prezzo giusto, non eccessivo. La nostra è stata anche un’attività di marketing e di comunicazione adeguata.
Una domanda un po’ personale. Voi siete molto religiosi, quanto questo influisce sul vostro senso di ospitalità? (Risponde Andrea Babbi): La persona è unica: Lavoro, vita, figli, opere, ecc… tutto fa parte della persona. È evidente che anche il lavoro per noi non è qualcosa di distante dalla mia persona. In tutto quello che faccio io cerco di mettere il mio credo e la mia fede, che sia a casa o qui sul lavoro. (Conclude Daniela Ciccardi): Noi nella vita abbiamo ricevuto tanto e siamo molto grati di questo. Trovo l’accoglienza del prossimo qualcosa di naturale. Per noi, in questo lockdown, è stato molto importante anche il rapporto con altri albergatori con cui ci siamo davvero molto aiutati, perché è stato difficile per tutti.
In che modo vi siete aiutati a vicenda con gli altri albergatori? (Risponde Daniela Ciccardi): Innanzitutto ci siamo aiutati non facendoci mai sentire soli, fin dal primo giorno. Questo lavoro si può concepire come proprio senza condividerlo con altri, invece con un gruppo di altri albergatori amici abbiamo iniziato a cercarci da subito, supportandoci quando abbiamo iniziato tutti ad avere le prime cancellazioni di prenotazioni. Da soli non ce la si fa, quindi viene naturale cercare gli amici, sentendoci quotidianamente, creando una chat di scambio, cercando anche di pensare ad alcune proposte da inviare al governo che deve prendere le decisioni. Ogni venerdì facevamo un webinar aperto a tutti in cui invitavamo ognuno a raccontare la propria esperienza, legata a ogni aspetto, dalla gestione, alla pulizia dei locali, alle scelte. Abbiamo anche invitato esperti di marketing e creato corsi per i nostri dipendenti ed è stato un momento di crescita per tutti. In un momento come questo le possibili strade da percorrere erano due: rimanere a lamentarsi, che però non avrebbe cambiato le cose, oppure prendere atto della situazione e sfruttarla per ottenere qualcosa di positivo. In questo momento le persone vogliono non stare sole e questo si ricollega al discorso di accoglienza. Confrontarsi con altri è importante.
Cosa ne pensate della piattaforma Connect2Italy? (Risponde Andrea Babbi): Innanzitutto è bello il fatto che lavori sull’alta qualità, cosa su cui io punto da sempre. Nel piano strategico del turismo del 2012, a cui ho lavorato, avevamo inserito molte attività per riposizionare e ricollocare il nostro turismo nella fascia alto-spendente, legata anche alla riqualificazione delle strutture. Connect2Italy mette in rete le eccellenze ed è certamente un successo, perché le persone desiderano sempre stare meglio, senza doversi accontentare di prodotti dozzinali, ma cercando la qualità. In questo il turismo deve necessariamente seguire il cambiamento dei consumi, anche nell’aspetto normativo. Senza creare danni all’ambiente, io credo che si debba riqualificare alcune zone e alcuni beni statali. Andrebbe ripensata una riqualificazione urbana complessiva; il turismo è cambiato e di conseguenza anche i pensieri, le norme, la comunicazione, le strategie ecc… devono mutare con lui.
Come avete vissuto la digitalizzazione del vostro settore? Qual è il vostro punto di vista? (Risponde Daniela Ciccardi): Più che Airnb, direi Booking.com. I clienti non sanno che quando prenotano con Booking l’albergatore paga una percentuale di commissione. (Interviene Andrea Babbi): Negli ultimi anni, non avendo noi italiani creato una struttura tecnologica che vendesse esclusivamente il prodotto Italia, circa il 20% del turismo (identificato in percentuali di commissione) è stato venduto a una realtà come Booking.com, che non possiede neanche una camera. Anche nel periodo del lockdown non è stato fatto nulla in questo senso. L’amarezza è che non siamo riusciti a fare un Booking Italia. (Conclude Daniela Ciccardi): Il problema grande è che viene risicato il poco margine che l’albergatore ha. Credo comunque che la digitalizzazione sia importantissima, perché io per arrivare a tutti i clienti del mondo ho bisogno di utilizzare gli strumenti digital.
C’è un differenza tra la fredda prenotazione fatta tramite piattaforme varie e una fatta direttamente tramite voi? (Risponde Andrea Babbi): Il tema della prenotazione fa diventare il rapporto cliente-albergatore freddo, perché c’è sempre un atteggiamento di pretesa e di non totale fiducia. La digitalizzazione e la prenotazione online tolgono calore e umanità alla relazione. Noi anche nella comunicazione che cerchiamo di dare ai nostri clienti cerchiamo proprio l’aspetto legato all’umanità, all’ospitalità e al rapporto: cerchiamo di far capire che quella camera non è uguale alle altre, far capire e servizi e tutto il resto. Noi cerchiamo di lasciare un’esperienza ai nostri ospiti.
Quando le persone vengono ospiti da voi si aspettano ciò che trovano o restano sorpresi? (Risponde Daniela Ciccardi): Quando arrivano dicono “WOW”. La prima cosa che i turisti fanno è rimanere stupiti. Poi può succedere che qualcosa non sia perfetto al 100% e questo potrebbe sfociare in recensioni negative che purtroppo, per come è costruito il sistema online, ci possono essere. (Conclude Andrea Babbi): Spesso l’albergatore è soggetto al ricatto di gente che pretende sconti altrimenti andrebbe incontro a recensioni negative. Purtroppo capita spesso che si abbia a che fare con persone così. Spesso le persone agiscono in questo modo per guadagnarci, per interesse. Purtroppo non abbiamo modo di difenderci da questo.
Immagino che in un posto bello come il vostro le esperienze positive con i clienti siano tante. Volete raccontarcene qualcuna? (Risponde Andrea Babbi): Devo dire che soprattutto gli stranieri sono molto carini. Principalmente i turisti dell’area di lingua tedesca sono molto entusiasti e sempre davvero gentili. Spesso poi i turisti vanno un po’ guidati e noi lo facciamo volentieri. Qualunque cosa il cliente chieda, se è possibile, faccio il possibile per accontentarlo.
Vi è capitata anche qualche richiesta strana? (Risponde Daniela Ciccardi): È capitato che un ragazzo arrivasse qui, solo e in attesa che arrivassero i genitori. I genitori erano un po’ apprensivi, soprattutto per il discorso pasti. Noi abbiamo fatto come se fosse nostro figlio, gli abbiamo fatto noi la spesa e fatta trovare in appartamento”.
Voi state facendo anche un lavoro di promozione attraverso il sito? Noi abbiamo il sito accademiaalcolle che è stato rinnovato lo scorso anno anche con un linguaggio più coinvolgente e con immagini nuove. Abbiamo cercato di rendere il sito il più dettagliato possibile, in modo da dare la possibilità a tutti di vedere nel dettaglio gli appartamenti e le camere. Abbiamo anche in programma di utilizzare un drone che possa rendere giustizia a questo posto, anche perché quasi tutti, quando arrivano qui, ci dicono che è molto meglio dal vivo che in foto. Abbiamo poi il profilo Instagram e Facebook su cui investiremo qualcosa in più. Noi siamo sempre stati molto attenti alla perfezione del prodotto, mentre ora dobbiamo anche cercare di venderlo al meglio.
Fonte foto: accademiaalcolle.it