Cosa ne pensi di questa settimana della moda digital? Sono molto contento di questa scelta e sono altrettanto orgoglioso di essere parte della digital fashion week di Milano. Credo che sarà più difficile di prima, perché la situazione che stiamo vivendo in questo periodo è davvero unica e la priorità è fare in modo di restare tutti al sicuro. Attraverso una settimana della moda digitale tuttavia è più facile ampliare il pubblico e penso che saranno di più le persone che parteciperanno.
Come ti senti a sfilare prima di Dolce&Gabbana? Sono molto felice e mi sento molto fortunato. Quando ho visto il calendario quasi non ci credevo, ero davvero emozionato di sfilare prima di un brand italiano tanto importante come Dolce&Gabbana. Davvero mi sento molto fortunato.
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Cosa hai pensato di presentare in passerella? Abbiamo fatto un piccolo fashion film, con tanto di backstage e la storia che raccontiamo è ispirata dalla natura, dall’arte e dal colore. Mi piace anche usare materiali ecologici e di riciclo e il cotone che utilizzo è completamente naturale. Ho realizzato una collezione che racconta anche il mix di culture: ho vissuto a Istanbul (città ricca di molte culture), a Milano e a Londra e questo si ritrova nella mia collezione; tutte queste culture che ho conosciuto esistono nella collezione. Alcuni di questi capi sono anche genderless.
Quanto pensi che sia importante il tuo entusiasmo nell’essere arrivato a Milano? Ti vedo molto entusiasta e credo che questo possa davvero essere la tua arma vincente. Io ho lavorato a collezioni femminili per 5 anni e a quel punto mi sono detto che se avessi davvero voluto diventare un designer internazionale e raccontare me stesso, avrei voluto fare qualcosa in Italia e toccare anche l’universo maschile. Io credo in me stesso, ho iniziato tutto nel 2010 e dopo 10 anni credo ancora in me stesso; sono sempre attratto dalla ricerca nel mondo dell’arte, della storia, della musica, ecc…io credo che la ricerca sia davvero importante in tutti i campi. Metto nelle collezioni tutto ciò che mi piace.
Noi adesso vediamo la punta dell’iceberg, ma cosa ti ha portato fino a Milano? Quale e quanto lavoro c’è dietro? La passione è la base di tutto. Mi ricordo che nella prima collezione non ero neanche riuscito a ricevere i materiali! Le fabbriche italiane invece sono davvero gentili ed efficienti. In 10 anni ho anche acquisito esperienza per lavorare al meglio, ma il segreto è sempre quello di credere in me stesso, e penso che tutto ciò che è successo sul mio cammino sia stata comunque una bella esperienza, perché mi ha portato ad oggi. I miei capi sono molto pensati.
Come ti immagini il momento in cui finirà la sfilata? Io penso che molte persone vedranno me e la mia collezione e mi piacerebbe che molti si interessino a me e alle mie creazioni. Diventerò matto di contentezza! Io sono molto fortunato anche per aver ricevuto tanto supporto dalla Camera della Moda e vorrei anche io dare qualcosa a loro, attraverso le mie creazioni piacerebbe ricambiare tanta gentilezza.
Fonte foto: press office Serdar