Ammontano a ben 164 milioni i fondi stanziati per gli incentivi sulla mobilità sostenibile, e 81 comuni ne potranno usufruire per mettere in atto strategie di realizzazione e potenziamento di un tipo di mobilità cittadina che non danneggi l’ambiente, e che anzi miri a contrastare gli effetti nefasti del rilascio di CO2 a carico dei mezzi motorizzati privati. Si mira inoltre ad aumentare l’accessibilità degli impianti e degli strumenti esistenti, concedendo anche a persone con ridotta mobilità di usufruire dei percorsi cittadini grazie all’installazione di rampe o di incentivi per acquistare un montacarichi per persone.
Come dichiarato dal ministro Costa, infatti, l’obiettivo è quello di «migliorare qualità della vita e dell’aria nelle città»: un intervento a 360°, dunque, che possa rappresentare davvero un segnale di cambiamento per cittadine e cittadini virtuosi. Un intervento, inoltre, che vuole operare laddove il problema dell’inquinamento atmosferico e della cattiva qualità dell’aria è più grave: per questo motivo, il bando finanziato dal Ministero dell’Ambiente ed Enti locali, è destinato a «implementare la mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro» nelle città, nelle metropoli o raggruppamenti di Comuni che abbiano una popolazione al di sopra dei cento mila abitanti. Qui, dove il problema dell’inquinamento è più severo ed è più difficile scongiurare il rischio di un progressivo aggravamento delle condizioni dell’aria, si cerca di intervenire su una delle maggiori cause del congestionamento del traffico urbano e del conseguente degrado della qualità dell’aria: gli spostamenti di massa negli orari di punta per raggiungere scuole e luoghi di lavoro.
Il Ministero ha chiarito che «gli interventi riguarderanno percorsi ciclabili e pedonali, servizi di mobilità condivisa (car/bike/scooter sharing), opere per l’integrazione modale (parcheggi, ciclostazioni), percorsi ciclabili e pedonali, trasporto collettivo, mobility management, sistemi Its (per l’infomobilità), servizi di accompagnamento, moderazione del traffico». In sostanza, per prima cosa si punterà quindi a promuovere la cultura della mobilità sostenibile, un diverso approccio al problema dell’inquinamento, in cui tutti i cittadini – adulti e bambini – vengono responsabilizzati e resi partecipi del cambiamento verso un modello virtuoso. I fondi saranno utilizzati, oltre che per fare informazione, per raggiungere l’obiettivo di una sensibile riduzione dei consumi nel settore dei trasporti. Ogni città o nucleo territoriale verrà quindi dotato di un piano per incentivare concretamente l’uso di biciclette e di altri mezzi di trasporto sostenibili, come la mobilità elettrica collettiva.
Importante sarà anche il ruolo del bike sharing – ovvero il servizio di bici (elettrica) condivisa che le amministrazioni comunali organizzeranno (o potenzieranno, laddove fosse già presente) nel proprio territorio – e di car pooling – ovvero l’uso condiviso di automobili messe a disposizione dal Comune tra un gruppo di persone, con il fine principale di ridurre le emissioni, ma anche con il non trascurabile vantaggio della divisione dei costi di spostamento.
Inoltre il bando per la mobilità sostenibile prevede la formazione e l’introduzione, nelle amministrazioni pubbliche e nelle aziende, della figura del mobility manager: una figura responsabile della mobilità aziendale e cittadina, che si occuperà dello studio delle strategie di mobilità sostenibile più adatte alla conformazione della città, alle caratteristiche fisiche dell’ambiente e alle necessità dei suoi abitanti.
Sono 114 le richieste pervenute durante i tempi di apertura del bando: dopo un’attenta disamina dei progetti presentati, vagliati da un’apposita commissione, è stata pubblicata una graduatoria dei Comuni ammessi a beneficiare del finanziamento. La scelta, condotta in base ai requisiti “ambientali” previsti dal bando e alla somma dei punteggi attribuiti alle varie iniziative, è ricaduta su un elenco di 81 progetti di altrettanti Enti Locali. Il Ministero dell’Ambiente, quindi, ha stanziato 164 milioni che serviranno a realizzare i progetti di mobilità sostenibile rinnovando di fatto l’impegno preso con il Decreto Ministeriale n. 208 del 20 luglio 2016, in cui si approva il Programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro.
L’importanza di un impegno del genere è evidente dai dati raccolti dal Ministero: in Italia quest’ultimi indicano «una forte criticità» derivata proprio dal trasporto stradale. Solo l’uso delle auto private per gli spostamenti giornalieri, infatti, nel 2017 ha contribuito alle emissioni totali di gas serra nella misura di ben il 23%, alle emissioni di ossidi di azoto per circa il 50% e alle emissioni di particolato per circa il 13%. Considerate le stime dell’ISPRA, è presumibile che le emissioni possano solo peggiorare con il trascorrere degli anni, se non si ricorre presto a una strategia efficace che incentivi i mezzi di trasporto non inquinanti.
Fonte foto: JUNHØ on Unsplash
ARTICOLO SPONSORIZZATO