I livelli di conoscenza dell’inglese in Italia sono senza dubbio cresciuti negli ultimi anni, ma la piena proficiency è ancora lontana. Come fare allora?
Diversi anni fa sopportavo a stento mio cugino. Perché? Perché aveva difficoltà a imparare l’inglese e ammorbava chiunque fosse nei suoi paraggi cantando canzoni, in inglese ovviamente. Allora era il momento di Ironic di Alanis Morissette. Ironic ovunque, in ogni momento.
And isn’t it ironic, don’t you think?
Oggi parla inglese molto bene, non perché nel mentre ha imparato a memoria tutti i testi di Alanis, ma perché ha avuto l’opportunità (e la fortuna) di fare un’esperienza lavorativa all’estero.
Perché l’inglese, lo si voglia o meno, è essenziale per lavorare, per viaggiare, per studiare all’estero. Per essere davvero competitivi, per saper fare acquisti, per ordinare cibo, per esprimere le proprie idee e opinioni, per sapersi destreggiare in una situazione critica.
Si ammette a sé stessi quindi di non conoscerlo perfettamente, ma cosa accade? Che spesso ci si imbatte in luoghi comuni e pregiudizi che dimostrano solo una certa reticenza nell’impararlo e fare progressi.
Beh, noi italiani parliamo male l’inglese, ma hai mai sentito gli spagnoli?
E perché i francesi?
E, comunque, dove trovo il tempo?
Ecco. Facciamo reset – per usare un anglicismo – e preoccupiamoci della nostra capacità (o mancata capacità) di parlare, scrivere, leggere e comprendere l’inglese in maniera fluida.
Io mi sono data da fare in questi mesi. Ho fatto un po’ di conversation con Sam, giovane promessa della cyber security, e con Mariella, italo-britannica perfettamente bilingue. Se è vero che siamo chiusi in casa, che abbiamo poche opportunità di movimento, approfittiamone per rispolverare quei maledetti phrasal verbs e i mille idioms d’oltre Manica.
Una insegnante italiana simpaticissima che sta impazzando in Rete è Norma di Norma’s Teaching. Allegra, colorata, engaging (appunto), sa come coinvolgere i follower nelle sue mini lezioni, con un occhio di riguardo alla pronuncia.
Io la seguo saltuariamente su Instagram e ora ho il feed che implode di offerte delle mille scuole online disponibili sul territorio italiano. Non consiglierò io quale scegliere. C’è chi preferisce allenarsi nella conversazione, chi ambisce a una certificazione per un posto di lavoro, chi parte da un livello base. Le scuole sono tante, interattive, divertenti, ben lontane dall’archetipo di teacher con occhiali e bombetta.
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Cosa fare per rimboccarsi le maniche?
- Intanto scegliere la scuola d’inglese (o l’insegnante fidato e certificato) online più adatta alle vostre esigenze, richiedendo una lezione di prova iniziale, meglio se gratuita, e un preventivo chiaro e cristallino per il pacchetto richiesto
- Vedere film e serie TV in inglese. La mia insegnante suggerisce di mantenere i sottotitoli per cogliere la costruzione delle frasi e i modi di dire, anche se potremmo farne a meno
- Leggere in inglese. Non serve scegliere dei “mattoni” che annoierebbero anche se fossero raccontati a fumetti. Io sto leggendo il best seller di qualche anno fa Wonder. Va benissimo I love shopping per rimanere più leggeri, come sono perfetti i libri di Nick Hornby o di Sally Rooney, giusto per citare alcuni autori.
- Conoscere gente di tutto il mondo, non necessariamente madrelingua inglese, proprio per abituare l’orecchio a pronunce e cadenze diverse. Un modo simpatico – pre-Covid – era partecipare agli aperitivi in lingua, come quelli che la suola Pret-à-parler fa a Milano, ad esempio. In attesa di tornare a viaggiare, queste esperienze multiculturali sono un valido aiuto.
- E infine, quello che ripeto sempre a me stessa, ma che faccio fatica ad accogliere: non preoccupatevi degli errori. Buttatevi, lanciatevi. È ovvio che non sia la nostra lingua madre, è chiaro che si stia facendo uno sforzo per essere fluidi, naturali, interessanti e ironici al contempo. Se qualcuno dovesse correggervi, sorridete e approfittatene per capire qual è l’errore.
Fonte foto: Nothing Ahead da Pexels / Julia M Cameron da Pexels / Foto di Taryn Elliott da Pexels
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