Quando ancora non c’erano lo streaming, la TV on demand, i DVD e la funzione Skip su YouTube, c’erano loro: le pubblicità in televisione. Dopo lo fine di Carosello negli anni ’70, gli schermi televisivi furono invasi dagli spot pubblicitari, che si intervallavano a film e programmi per proporre i prodotti del momento.
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Che fossero lunghe o brevissime, che raccontassero una storia o che mostrassero semplicemente un brand, le pubblicità degli anni ’80-’90 erano accomunate da elementi che le hanno rese indimenticabili. I jingle, gli slogan, le frasi e i personaggi famosi si sono stampati nell’immaginario collettivo in maniera indelebile, e a volte ricordiamo più quelli del prodotto stesso che promuovevano.
Fate un tuffo nella nostalgia e ripercorrete con noi alcune delle pubblicità storiche più iconiche degli anni ’80-’90.
Ferrero Rocher
Ambrogio. Basta solo questo nome e subito la memoria si tinge di giallo. All’improvviso siamo fermi nel traffico a bordo di una lussuosissima Rolls Royce, o magari seduti ad una pregiatissima asta d’arte. In ogni caso, ci è venuto un certo languorino.
All’inizio degli anni ’90, i Ferrero Rocher erano solo e solamente associati ad una brillante piramide presentata da un’autista sornione – Ambrogio, appunto – alla sua nobile signora che, annoiata, non aveva proprio fame, ma più voglia di qualcosa di buono. Gli spot con Ambrogio e la “signora in giallo” interpretata dalla ex modella americana Lee Skelton sono oggi un cult, e i cioccolatini che pubblicizzano saranno a loro per sempre associati.
Cuki Doppia Forza
C’era voglia di America nella pubblicità dei fogli di alluminio da cucina Cuki Doppia Forza. Due fratelli vestiti vagamente da piccoli footballer erano incaricati dalla mamma di portare a casa il pollo arrosto per la cena, incartato dall’alacre gastronomo (“ecco il pollo ragazzi!” Cit.) proprio nell’alluminio Cuki. Nel tragitto verso casa, e sulle note scatenate di un twist, la coppia affiatata si lanciava il pollo come se fosse una palla ovale, facendolo passare addirittura dall’acqua di una fontana e riuscendo comunque a farlo arrivare alla madre intatto.
Se non avete mai canticchiato sottovoce “cuki cuki cuki…ehi!” mentre lanciate qualcosa agli amici, probabilmente siete ancora troppo giovani.
Fruit Joy
“Alle morbide Fruit Joy tu resistere non puoi”. Magari non avete mai mangiato una caramella Fruit Joy in vita vostra, ma sicuramente conoscete questo slogan.
Nella pubblicità del 1987 delle caramelle gommose, il giocatore di pallacanestro Bobby Kinzer veniva sfidato da un ragazzino a mangiare una Fruit Joy senza masticarla. Nonostante il cestista affermasse (con tanto di doppiaggio in italiano inglesizzato) “Puoi scommetterci!”, l’istinto a masticare la caramella prendeva il sopravvento. La musichetta di accompagnamento è impossibile da dimenticare.
Lavazza
Negli anni ’80 e ‘90, una stella del cinema nostrano incontrava una delle marche di caffè più famose in Italia, dando vita ad una serie di spot che sembravano più sit-com in miniatura che pubblicità. Stiamo parlando di Nino Manfredi e Lavazza, responsabili, come molti degli altri brand su questa lista, di aver creato slogan divenuti veri e propri modi di dire comuni.
Nelle pubblicità Lavazza, Nino Manfredi viveva disavventure domestiche con la sbadatissima Gegia e la dolce signora Nerina, e ogni episodio del trio finiva con una o addirittura due massime storiche declamate con accento romano da Manfredi: “Il caffè è un piacere. Se non è bono, che piacere è?” e l’evergreen “È Lavazza: più lo mandi giù, più ti tira su”.
Malizia
A guardarle oggi, certe pubblicità fanno sorridere e a volte storcere il naso per il loro modo esasperato di perpetrare stereotipi sociali e relazionali. Ciò non toglie però loro tutta la meritata memorabilità.
È il caso di Malizia, che nei soli 30 secondi di spot sui deodoranti di inizio anni ’90 lanciava a profusione immagini di machismo e allusioni sessuali quasi parodistiche. Dalle modelle cotonatissime che si preparano per una sfilata, all’uomo “vero” che si toglie l’asciugamano dopo la doccia scagliandolo (letteralmente) in un angolo, fino al flirt a colpi di sguardi fra i due appoggiati al bancone di un bar, questa pubblicità è la summa dell’audacia di quegli anni. A coronare il tutto, uno slogan che quasi sicuramente leggerete cantando: “Malizia, profumo d’intesa”.
Maxibon Motta
Chi avrebbe mai immaginato, vedendolo in questo spot anni ’90, che Stefano Accorsi sarebbe diventato uno degli attori italiani più apprezzati della sua generazione? Eppure è proprio lui, nei panni del giovane Amleto, a pronunciare la storica frase “Due gusti is megl’ che one”.
Siamo verosimilmente – visti gli accenti – sulla Riviera Romagnola, e Amleto e il suo compare vogliono conquistare due splendide ragazze dall’aria straniera a colpi di inglese maccheronico e gelato double-face granella/stracciatella. Le due si riveleranno essere italianissime, le note tropicali di “Pata Pata” di Miriam Makeba continueranno a risuonarci in testa per decenni e la frase sui due gusti di Accorsi/Amleto non smetterà mai di essere ripetuta.
Rex Vaporex
È altamente probabile che abbiate sentito questa frase, detta da una bambina con tono esageratamente infantile, ma non ricordiate minimamente a quale pubblicità appartenga. Non ce ne voglia la Rex, ma non sono in molti ad associare la cantilena “Vuole fare la modella” al loro forno Vaporex.
In uno spot del 1993, una ragazza adolescente veniva presa in giro dalla sorellina più piccola per la sua dieta, mentre un padre di famiglia con tanto di baffoni e occhiali si disperava perché la figlia maggiore mangiava solo insalata e non il pollo cucinato nel super tecnologico e salutistico forno. Alla fine però vinceva la carne cotta al forno, con somma gioia della madre che aveva promosso con veemenza l’acquisto dell’elettrodomestico.
Cosa resta di questa pubblicità? Amici e parenti che, se qualcuno si metteva a dieta, per decenni lo hanno deriso con “ma vuoi fare la modella?”.
Pennelli Cinghiale
Passano gli anni e le aziende si rinnovano in continuazione, lanciando spot sempre più moderni e avanguardistici. C’è però un marchio che non ha bisogno di cambiare una virgola nella sua pubblicità per risultare sempre al passo con i tempi. È Pennelli Cinghiale, con i suoi spot anni ’80 che non hanno mai smesso di andare di moda.
La potenza sta nella semplicità del concept: un imbianchino (il compianto attore Vincenzo Toma) gira in bicicletta per una città caotica con un enorme pennello sulla schiena. Quando un poliziotto lo ferma al tuono di “Ma cosa fa con quell’arnese? Ostacola il traffico!”, l’operaio risponde che deve dipingere una grande parete, e dunque gli serve un pennello grande. E qui, lo slogan intramontabile: “Non ci vuole un pennello grande, ma un grande pennello. Cinghiale!”.
Il risultato? A distanza di oltre 40 anni dalla messa in onda del primo spot, nessuno sente ancora il bisogno di cambiarlo.
Fonte foto: Dave Weatherall on Unsplash