Come nasce il tuo progetto? È vero che hai lasciato il lavoro per questa tua passione? Nel 2014 ho iniziato a cucire per hobby; ero autodidatta, ho fatto tutto da sola inizialmente, tanto che ho scelto di farmi un vestito e ci ho messo circa 2 mesi a cucirlo. Poi mi sono iscritta a un corso serale di sartoria in una scuola di moda milanese, AFOL Moda, e quel corso mi è piaciuto talmente tanto che mi ha fatto capire che quella era la mia strada, così ho iniziato a percorrerla. Ho infatti lasciato il lavoro l’anno successivo, nel 2015, per studiare modellistica e confezione.
Che lavoro facevi prima? Ero impiegata in un ufficio a Milano, avevo un lavoro a tempo indeterminato e mi occupavo di comunicazione: eventi, sito web e progetti di comunicazione marketing.
Come ti sei avvicinata al mondo della sartoria? Quando hai preso per la prima volta in mano stoffa e macchina da cucire? Cercavo da anni un hobby manuale da fare nel tempo libero. Avevo bisogno di una valvola di sfogo “creativa” dal lavoro da ufficio. Sentivo che stare tutto il giorno davanti al computer non mi rendeva pienamente felice. Inoltre il mio compagno aveva tanti hobby, ammiravo tantissimo la passione che metteva in tutte queste attività e anche a me sarebbe piaciuto trovare qualcosa di veramente appassionante e divertente da fare nel tempo libero. Per caso ho trovato online un articolo che trattava di un negozio di tessuti e di una ragazza italiana che si cuciva i vestiti da sola. Approfondendo ho scoperto che all’estero, farsi gli abiti da sé era, ed è, molto in voga e che esiste una grandissima community di ragazze e ragazzi, donne e uomini appassionati di cucito che si cuciono i propri abiti. Così, unendo tutto ciò alla mia passione per la moda, sono arrivata al punto di sostenere che mi sarebbe molto piaciuto saper cucire e poter cucire abiti per me. Ho iniziato a provarci, senza troppe pretese e senza sapere bene cosa tutto questo volesse dire, ma solo prendendo spunto da qualche blog, da qualche libro e video su Youtube. Nel tempo ho accumulato informazioni e mi sono fatta prestare da mia mamma la macchina da cucire, così ho iniziato seguendo le istruzioni dei cartamodelli americani, che già nel 2014 erano molto avanti e contenevano istruzioni passo passo molto chiare. Senza fare nessun corso sono riuscita a cucirmi un vestito.
Il tuo blog è nato dopo la creazione di questo tuo primo vestito? Perché hai deciso di aprire un blog? Da dove nasce il nome? In realtà il blog è nato appena terminato di cucire l’abito, nel primo articolo che ho pubblicato ho raccontato infatti la mia esperienza e come ho iniziato a cucire. Il blog si chiama Ladulsatina: uno dei miei colleghi mi chiamava “la dolce Martina”, i miei compagni di università invece mi prendevano in giro per il mio accento milanese e mi chiamavano “la Martina di Milano” e mettendo insieme le due cose ho dato vita a Ladulsatina, che in milanese significa “La dolce Tina”.
Da quando hai iniziato a cucire i tuoi abiti vai ancora a fare shopping? Non faccio più shopping nei negozi da anni. In questi sei anni mi è capitato solo di acquistare capi di maglieria, cucio ma non lavoro a maglia, qualche paio di jeans e l’intimo. Per tutto il resto, se ho bisogno di qualcosa, me lo cucio.
Una volta diventata un po’ esperta, quanto tempo ci metti a confezionare un vestito? Ovviamente dipende dal vestito e dalla complessità del capo e dal tessuto. Se devo fare un capo semplice in jersey, tipo una t-shirt, possono volerci anche un paio d’ore avendo già il cartamodello, diversamente per un abito più difficile ci posso mettere anche un giorno o due.
Per quanto riguarda il rapporto qualità/prezzo, costa di più produrselo o andarlo a comprare un vestito? Dipende dalla qualità del capo e dai materiali che si utilizzano. Certo è che se facciamo riferimento a vestiti del mondo del fast-fashion, costa di più produrre da sé un capo da zero, sia in termini di tempo, sia in termini di materiali, ma è anche vero che producendolo scelgo io il materiale, le finiture, ecc. C’è da considerare inoltre che se si utilizzano rimanenze o scampoli di tessuto o se si fa un refashion, quindi si prende un capo vecchio dal nostro armadio per reinventarlo e creane uno nuovo, il costo di creazione del capo è praticamente pari a zero.
Come si impara a scegliere un tessuto? Insegni anche questo nei tuoi corsi? Adesso dovrebbe uscire un corso in cui spiego come poter scegliere i tessuti per i propri progetti di cucito. La scelta del tessuto è quella che spaventa maggiormente le persone (avevo anche fatto un sondaggio su questo tramite Instagram). Per me scegliere il tessuto è qualcosa di istintivo, ma sicuramente oggi ho più esperienza, perché nel tempo mi è successo tante volte di acquistare tessuti che non ho utilizzato e anche di realizzare capi che non indosso spesso perché non corrispondono al mio stile. Ho capito che, anche per la scelta dei tessuti, potevo usare l’esperienza data dallo shopping, perché è importante vedere come sta un tessuto sulla persona che poi lo andrà a indossare. La tecnica si affina col tempo, ma un consiglio potrebbe essere quello di “provare il tessuto addosso” e guardarsi allo specchio e guardare con quali stoffe sono fatti gli abiti che sono già presenti nel proprio armadio per capire quali tessuti scegliere.
Quando vai nei negozi ti accorgi subito quando c’è qualcosa di cucito male. Sì, infatti il “problema” è proprio che chi inizia a cucire da sé i propri vestiti ha poi difficoltà ad andare a fare shopping. Io sono diventata molto più selettiva.
Come un hobby è diventato un’idea imprenditoriale? Dopo aver frequentato il corso professionalizzante in Modellistica per l’abbigliamento e ottenuto l’attestato di competenza, ho aperto la partita IVA e ho iniziato a lavorare nella scuola in cui ho studiato, insegnando Confezione al corso base di Modellistica. Contemporaneamente ho iniziato a collaborare come tecnico di sartoria in un laboratorio universitario e a insegnare taglio e cucito agli hobbisti in corsi serali per il tempo libero. Quando sono diventata mamma ho dovuto lasciare i corsi serali per hobbisti. Questo mi è molto dispiaciuto perché insegnare agli hobbisti mi piace; mi piace ispirare gli altri e aiutarli a cucirsi vestiti di qualità. Lo scorso lockdown mi è venuta l’idea di fare delle lezioni online per hobbisti e per questo motivo ho lanciato delle lezioni di cucito gratuite, alle quali ho avuto oltre 300 iscritti. Dopo queste ho provato a proporre delle lezioni online a pagamento e anche quelle sono andate sold-out, con circa 160 iscritti. Inoltre era da tempo che chi mi segue sui social mi chiedeva di organizzare corsi di cucito. Così ho capito che questo genere di lezioni sarebbe stati interessanti per chi mi seguiva e perciò ho deciso finalmente di dedicarmi al progetto del corso cucito online, che avevo in mente da più di un anno, e della piattaforma Cucito Espresso.
Fai tutto tu per quanto riguarda la realizzazione dei corsi? Sì, io preparo le lezioni, poi mi occupo anche del montaggio dei video. Dalla progettazione del corso, fino al prodotto finito è tutto opera mia. Molte persone mi scrivono che sono migliorate grazie ai miei corsi, ricevo ogni giorno messaggi di ringraziamento e qui traggo lo stimolo per andare avanti e fare sempre meglio.
Cosa hai in mente per il futuro? Ho tantissime idee. Vorrei andare avanti a proporre corsi per hobbisti e per persone che hanno voglia di cucire i propri vestiti.
Tra i tuoi clienti ci sono donne e uomini? Sì, sicuramente più donne che uomini. Al momento direi che la quasi totalità dei partecipanti ai corsi è donna, ma inizio ad avere anche ragazzi che mi seguono su Instagram.
Tu sei mamma. Parlando con l’amministratrore delegato di un’azienda che si occupa di kidswear ho saputo che creare abbigliamento bambino è più difficile. Tu fai anche vestiti per i tuoi bambini? Sì, mi è capitato. Esistono però meno cartamodelli. Dal punto di vista dei cartamodelli la maggior parte di questi ultimi sono dedicati all’abbigliamento femminile. Per uomo e bimbo se ne trovano meno, ma se ne trovano. L’abbigliamento per bambino è in realtà simile all’abbigliamento per adulto, dal punto di vista del cucito e dell’auto-produzione. Forse effettivamente più difficile perché tutto in miniatura.
Oggi si parla molto di moda sostenibile, soprattutto per quanto riguarda il mondo del kidswear. Cosa ne pensi? Io per i miei figli realizzo capi, ma non tutto ovviamente, sarebbe impossibile. A dire la verità per loro riciclo capi usati che mi regalano o compro molto in un negozio di usato, in cui spesso trovo addirittura abiti nuovi, ancora con il cartellino, che non sono mai stati usati; lì mi rendo conto dello spreco che sovente si presenta per quanto concerne gli abiti dei più piccoli, anche perché i bambini usano i vestiti per pochissimo tempo.
Pensi comunque di creare un corso specifico per la creazioni di abbigliamento bambino? Sì, anche perché sono in molte a chiedermelo. Per ora ho fatto una diretta su Youtube in cui ho mostrato come cucire un capo per bimbo, ma ho intenzione di ampliare questa cosa.
A 32 anni avresti mai detto che avresti potuto cambiare la tua vita gestendo il tuo tempo e decidendo tu cosa fare e quanto? Che messaggio vorresti dare alle persone che hanno un sogno ma che hanno paura di lanciarsi? No, a dire la verità non avrei pensato che sarei arrivata qui. Era un sogno, ma mai avrei pensato di riuscire a realizzarlo. Certo non è semplice, anche perché per raggiungere il guadagno che avevo da lavoratrice dipendente ci vogliono anni. Quando ho lasciato il lavoro non ho fatto una pazzia, avevo un piano e dei soldi che avevo risparmiato nel tempo. Anche se la mia idea si è evoluta nel tempo in base a ciò che mi piace e ciò che mi viene richiesto, avevo le idee chiare sin da subito sulla tipologia di lavoro che desideravo fare, cioè lavorare a un progetto mio in maniera indipendente. Un consiglio che mi sento di dare non è quello di lanciarsi a occhi chiusi, ma se c’è un’idea e se la si riesce a sviluppare, inizialmente nel tempo libero, allora arriverà il punto in cui decidere di mollare il lavoro per dedicarsi a un proprio progetto sarà inevitabile.
Hai intenzione di continuare a formarti nel tuo settore? Mi piacerebbe moltissimo, ma al momento da mamma lavoratrice il tempo è quello che è. Io cerco di formarmi al meglio e ogni giorno imparo qualcosa di nuovo, anche se al momento non riesco a seguire nuovi corsi professionali. Ma appena potrò, sicuramente riprenderò a formarmi. Curiosità e formazione continua sono fondamentali per questo tipo di professione.