Un eccellente equilibrio tra creatività e passione per il proprio lavoro. Ma anche un formidabile piglio imprenditoriale ed una speciale tendenza a sperimentare e rivoluzionare il concetto di bridal wear pur mantenendo sempre anche quel suo puro e classico tocco di eleganza timeless.
Il classico inteso come abito-tradizione… l’abito da sposa rassicurante – sempre presente nelle sue collezioni – ma che però ogni volta diventa in alcuni modelli anche l’abito che “osa”, l’abito che “azzarda”: nei colori, nelle lavorazioni, nelle forme, nei volumi e nelle proporzioni che sottolineano la formazione universitaria da architetto della stilista.
Elisabetta Polignano racchiude nel suo lavoro tutti questi aspetti… ma non solo. Perché la sua ispirazione guarda sempre … e da sempre…. oltre, oltre, oltre e come il nome della sua collezione 2022 (Metamorfosi) che ha sfilato con grande successo a Giugno 2021 all’ultima edizione di Si Sposa Italia, punta a rinnovare la donna, sottolineare il suo cambiamento, la sua personalità, il suo essere parte dell’evoluzione del costume di oggi. Una donna di carattere quindi… sempre e comunque.
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Ma la collezione Metamorfosi è anche un messaggio di rinascita, di energia positiva, di forza e di ripresa dopo il periodo più duro della pandemia.
La Maison che è un faro di riferimento per il bridal di altissima sartorialità continua a realizzare il sogno delle spose nel loro giorno più speciale. Lo stile del wedding dress di oggi e di domani raccontato dalla stessa Elisabetta Polignano.
Se qualcuno ti chiedesse come sei arrivata a questo punto e cosa ha fatto la differenza, cosa risponderesti? Io arrivo dalla Puglia, nello specifico da Putignano – il paese degli abiti da sposa – quindi mi sono presto innamorata di questo mondo. Tutti lavoravano in questo settore, sia nella sposa sia nel mondo bimbo e io ero attratta dall’attività di quelle signore che lavoravano in casa cucendo e ricamando. Passavo le mie giornate accanto a loro, le guardavo e le ammiravo e contemporaneamente vedevo nascere e crescere un abito spettacolare. La mia vicina di casa era sarta e invece la signora che abitava al piano di sopra ricamava, quindi erano proprio persone con cui trascorrevo del tempo quotidianamente. Mi ricordo che quando le mie amiche venivano a chiamarmi per uscire io spesso rifiutavo perché volevo passare le mie giornate a vedere queste signore lavorare.
Il primo passo in questo settore quale è stato? Questo è sempre stato il mio sogno fin da bambina. Io non giocavo con le bambole, ma mi piaceva fare i vestiti per loro. Ero fortemente affascinata dalla manualità, dai tessuti e dal confezionare abiti. Mi attraevano i tessuti che si materializzano.
Come è successo che una passione si sia poi trasformata in attività? Io facevo abiti anche perché mia madre era una creativa che senza cartamodello e con un solo tessuto, faceva vestiti creandoli quasi per magia.
Quando hai deciso di lanciare il tuo brand? Io sapevo che volevo creare degli abiti. Ho fatto costumi da bagno, abiti da bambino e anche abiti da sera, ma l’abito per eccellenza, quello che trasmette emozioni, per me è l’abito da sposa che credo sia quello che permette il massimo della creatività, quello con cui si può osare, a differenza dell’abito da giorno. Ho studiato come stilista di moda a Bari, poi mi sono trasferita a Milano e ho frequentato architettura per dare un completamento al mio ciclo di studi. Infatti nelle mie creazioni ci sono spesso abiti un po’ scultorei che riprendono un po’ le architetture; ma il mio sogno non è mai cambiato, era la moda”.
Quando crei una collezione mettendoci tutta la creatività, come puoi mettere altrettanta creatività nella collezione seguente? Qual è il segreto? C’è sempre una creatività che va oltre”.
Non pensi mai di aver dato troppo in una singola collezione? Devo dire di no, perché durante l’anno matura nella mia testa la collezione che voglio creare, ma poi la disegno tutta in due o tre giorni. Tutto l’anno ci lavoro e ogni spunto dato da una conversazione, da un viaggio, dalla lettura di un libro o altro ancora, viene immagazzinato dalla mia mente e poi nasce spontanea la collezione. Inoltre trovo sempre un tema da dare alla collezione che sviluppo e devo dire che questo mi aiuta nel lavoro.
Cosa ci puoi raccontare del tema relativo all’ultima sfilata? Come è nata la collezione? Il tema è Metamorfosi. Venivamo fuori da un periodo terribile di pandemia e avevo bisogno di dare una visione nuova, diversa, di cambiamento. La sposa non è più quella classica ma è una sposa che osa e che deve tirare fuori la propria personalità, anche perché la donna è cambiata, non è più solo quella romantica e un po’ sottomessa; oggi la donna ha forza e carattere. Per me la metamorfosi è anche questo cambiamento della personalità di una donna, a cui si affianca il cambiamento dell’abito da sposa, che muta e che può anche essere riutilizzato.
Nella collezione Metamorfosi c’è forte il tema della sostenibilità. Che rapporto c’è tra Elisabetta Polignano e la moda eco-sostenibile? Quest’anno ho voluto inserire in collezione dei tessuti naturali come il lino, lo iuta, la canapa, il cotone, ma anche la plastica riciclabile utilizzati per un chiodo e per una gonna. La scelta nasce proprio per sostenere questo momento storico. Ho inoltre scelto di creare dei dettagli per gli abiti che si possono riutilizzare. Ci tengo a ringraziare i nostri fornitori, talmente bravi che hanno realizzato tessuti eccezionali e lavorati alla perfezione, partendo da materiali anche poveri come la canapa.
Come si fa a rendere moderni abiti che nell’idea comune rimangono sempre abiti classici e di tradizione come lo sono quelli da sposa e contemporaneamente senza eliminare quel sogno romanico che è il matrimonio? Non saprei spiegartelo. È qualcosa che nasce da dentro. La parte di romanticismo secondo me è sempre presente in una donna; quello che faccio io è poi scegliere quel dettaglio che fa la differenza, senza cambiare totalmente il romanticismo che c’è nell’abito. L’elemento tradizionale non manca mai, proprio per il fatto che vengono sfruttati i rudimenti base dell’alta sartoria tradizionale italiana, come anche i tessuti. I miei abiti nascono anche da un certo utilizzo di elementi propri di altri settori (come quello dell’alta moda), portati nel mondo sposa. Qui c’è la mia innovazione e qui si vede la particolarità dei miei abiti. C’è poi la mia chiave di lettura: mi esprimo attraverso i miei abiti e comunico con il mondo attraverso le mie collezioni. Spesso venivo identificata come la “stilista del colore”, adesso mi chiamano la “stilista rock”; quello che però vorrei dire è che nell’immaginario comune rock significa grintoso, ma il rock è anche molto romantico, basti pensare a quanti artisti rock hanno scritto ballate splendide e molto romantiche!.
Cosa non ti pace degli abiti da sposa? Cosa non vedremo mai nelle collezioni di Elisabetta Polignano? L’abito scontato. L’abito che non ha un’anima.
A tal proposito, come ti accorgi quando un abito non ha un’anima? L’abito con un’anima avvolge e accoglie. L’abito con l’anima non è quello che indossi e valuti come bello, ma è quello che una volta indossato ti appartiene.
L’abito senz’anima quindi non è quello che sta male quando viene indossato? No, l’abito senza un’anima può anche stare bene, ma è quello che non trasmette nulla, quello che si vede che non ha uno studio alle spalle. È un abito copiato.
Come è cambiata la sposa negli ultimi anni? Come vive il matrimonio la donna di oggi? In collezione parli anche di generazione Zeta. La donna è cambiata e oggi ha sicuramente più carattere e ha voglia di osare e di scegliere un abito più ricercato, più particolare che si allontana dal classico concetto di abito da sposa. Vorrei però sottolineare che nonostante il cambiamento femminile, quando si tratta di matrimonio, tutte le donne vogliono essere un po’ romantiche. Riassumerei dicendo che oggi la donna punta su romanticismo e ricercatezza e questi due aspetti fanno l’abito.
Anche la donna più spregiudicata e più controcorrente il giorno del matrimonio vuole essere un po’ romantica? Esattamente! Ogni donna porta con sé quella parte di romanticismo che poi si evidenzia il giorno delle nozze. A volte le donne hanno paura di osare per paura del giudizio altrui, per paura di non essere capite dagli altri.
C’è una differenza tra un abito per chi sceglie un matrimonio in Chiesa e chi invece preferisce un rito civile o un altro rito religioso o altri tipi di matrimoni? La differenza non c’è, perché il matrimonio è uguale per tutti. Certo per una sala comunale magari si può tralasciare il velo e abiti molto ampi, ma se la location è un giardino, una villa o un posto grande, l’abito voluminoso ci sta anche bene perché riempie lo spazio.
Come ti senti a vedere che la sposa è così felice? Cosa ti rimane? Un’emozione unica. Quando una sposa sceglie un mio abito e lo sceglie con il cuore, per me è un’emozione immensa. Noi abbiamo un nostro archivio personale con tutte le fotografie delle spose che hanno vestito i miei abiti e quando queste vanno via con il nostro abito c’è una parte di noi che se ne va e l’emozione è forte. Poi capita che tornino, magari portando alcune amiche e questo per noi significa molto perché vuol dire che si sono trovate bene.
Mi racconta com’è nato il progetto Elisabetta Polignano Italy Tour 2021 e nello specifico com’è organizzato?Faccio con passione ed amore questo lavoro da sempre ed è sempre sorta in me l’esigenza di andare oltre il semplice e distaccato rapporto di lavoro desiderando invece sempre conoscere meglio le persone e la loro personalità… a prescindere dalle partnership. Così ora, insieme al mio team, che oltre a capire le mie esigenze è anche in grado di prevenire le mie necessità, abbiamo trovato uno strumento che mi consentirà di stare più vicino ai miei amici-clienti e ai loro collaboratori a cui spero di poter essere d’aiuto nella diffusione del messaggio del Made in Italy. Il primo step dell’Elisabetta Polignano Italy Tour 2021? Sarà il 6 Settembre a Milano con anche una grande sfilata.