Durante la settimana del design abbiamo incontrato Caterina Crepax per scoprire le sue opere – all’interno del contesto di Design Italy – e per scoprire i suoi prossimi progetti.
Caterina Crepax ci racconta i suoi progetti
Cosa presenti a questa Design Week 2021? Innanzitutto ci tengo a sottolineare che io sono nata con la Design Week: io sono un architetto e oltre 25 anni fa sono stata chiamata per fare la scenografia di un’azienda importante e ho iniziato così, un po’ per caso, perché pensavo che questo sarebbe stato solo un episodio, invece è diventato il mio lavoro. Questo mio nuovo mestiere con la carta si è poi creato nel tempo, un po’ per volta, perché io stessa sono un’autodidatta della carta. Nel 2018 ho ricevuto anche un riconoscimento importante alla Triennale di Milano che mi ha nominata “maestro delle arti e dei mestieri”, una sorta di titolo che nei paesi come Giappone, Inghilterra e Francia è molto valutato; in Italia si sta ancora lavorando per rivalutare il lavoro artigiano, quello che vive tra il design e l’arte. Per questa Design Week sono da Design Italy, una piattaforma digitale dedicata esclusivamente al design.
Quindi la vendita di questi pezzi avverrà tramita la piattaforma Design Italy? Esatto, sì. Sono elementi scenografici che non sono pezzi riproducibili a macchina, ma sono tutti fatti a mano. Io lavoro con le mani, con le forbici e pochi altri strumenti. Ormai l’artigianato d’eccellenza è entrato nel mondo del design, con la creazione di pezzi unici. In esposizione per questa Design Week c’è uno dei miei abiti storici”.
Questi abiti sono bellissimi, si possono anche indossare? Io lavoro da tanti anni e ho lavorato con molte aziende creando scenografie fisse oppure abiti indossabili. Negli ultimi anni sono stata chiamata soprattutto per fare sfilate con abiti indossabili, che rendono l’evento più frizzante e curioso. Alcune volte realizzo abiti per sfilate anche di aziende che non c’entrano nulla con il mondo della moda. Per un celebre tour operator ho realizzato abiti ritagliando la carta dai loro cataloghi.
Come hai vissuto il momento legato alla pandemia e al lockdown? Ovviamente con lo stop agli eventi anche il mio lavoro ha subito un rallentamento, io però non ho vissuto male questo periodo, perché sono sempre in attività con le mani. Mi sono dedicata anche a scrivere i miei pensieri e le mie ispirazioni e il mio mondo. Il lavoro si è fermato durante il lockdown, e subito dopo la ripresa ho scelto di ricominciare con un lavoro più leggero che è rappresentato da pesci di carta, pesci architettonici.
Quanto è un plus e quanto ha pesato il tuo cognome? Penso che all’inizio sia stato un buon plus, soprattutto per via del mio carattere timido, poiché io non sono molto brava a vendermi. Non è mai stato un peso per me, anche se in molti mi hanno spesso consigliato di non dire di essere la figlia di Guido Crepax, ma di presentarmi come Caterina Crepax. Io poi lavoro insieme ai miei fratelli e ho una specie di doppia vita: la mia vita di carta e la mia vita con i fratelli, con i quali abbiamo creato questo studio Crepax che crea nuove situazioni che fanno in modo che il lavoro di nostro padre non venga dimenticato: facciamo nuove mostre, nuove edizioni, ecc… Devo dire che abbiamo ottenuto buoni risultati.
Ci anticipi qualcosa dei tuoi prossimi progetti? Ho ancora qualche segreto, ma posso dire che sto per iniziare un lavoro molto grande e che prevede 18 abiti di carta per un evento in programma il prossimo autunno. Posso dire che sono abiti realizzati con disegni di un famoso archivio di disegni fatti per tessuti della moda.