Vinokilo torna a Milano dal 20 al 24 Ottobre in Stazione Centrale per una nuova esperienza in collaborazione con Grandi Stazioni.
Vinokilo è la più grande kg sale di vintage sostenibile d’Europa, fondata nel 2016 dal giovane tedesco Robin Balser, oggi nei 30 Under 30 di Forbes per aver messo a sistema un modello di circolarità internazionale che risponde in modo concreto all’urgenza ambientale legata all’industria del fashion, tra le più inquinanti al mondo.
Perché il vintage? Intendiamo offrire un’alternativa al fast fashion che sia allo stesso tempo socialmente responsabile e economicamente accessibile al maggior numero di persone possibile, puntando al loro coinvolgimento valorizzando la diversità e la passione comune per il principio. Per questo ci impegniamo quotidianamente a normalizzare la percezione del 2nd hand attraverso un progetto di brand activism a favore del pianeta e della gente.
Come Nasce Vinokilo? La nostra storia inizia nel 2015: gestivo un’attività di scambio abiti e libri a Groningen, in Olanda, e sono stato costretto a lasciare la location in cui ero con pochissimo preavviso. Non avendo modo di trasferire tutti i vestiti che avevo in loco in tempi così stretti ho organizzato una piccola kg sale last minute in un piccolo network di amici e conoscenti: tra questi, uno mi ha proposto di organizzarne un’altra a Magonza, che è poi stata un grandissimo successo di pubblico in coda. Così ho capito che c’era una grande richiesta per questo tipo di format e nel Marzo del 2016 ho registrato Vinokilo avviando l’azienda.
Perché al kg? Per noi il profitto continuerà sempre ad essere subordinato alla democraticità dei prezzi: lo shopping al kg consente una ricerca qualitativa e personalizzata pagata a peso e non in base a brand, tessuti, taglie o numero di capi.
Quali sono i valori fondamentali di Vinokilo? Creare un’alternativa alla moda, che sia responsabile, accessibile e coinvolgente, valorizzando la diversità del singolo e conducendo una ricerca capillare e costante che rimetta in circolo pezzi unici, che vendiamo attraverso esperienze che non si limitano allo shopping, sia che si parli dei nostri eventi fisici o del nostro e-commerce.
Qual è il vostro impegno per l’ambiente? Il nostro impegno principale è quello di diffondere la cultura del riciclo contro il surplus produttivo che sta distruggendo il pianeta: l’educazione al consumo è infatti un aspetto preponderante all’interno del format Vinokilo. Per dare qualche dato a testimonianza dell’impatto che la nostra realtà ha già prodotto: dal 2016 Vinokilo ha recuperato 400.000 KG di abiti, risparmiando l’equivalente di oltre 100,000,000 MJ di energia (per intenderci, la stessa necessaria per 47,1 milioni di cicli di lavatrice) e 10,000,000 m3 d’acqua, o ancora il corrispettivo di qualcosa come 1.130 viaggi di un mezzo di trasporto intorno all’equatore tradotti in CO2.
Perché Vinokilo in Centrale? Vinokilo in Centrale è al tempo stesso punto di arrivo dei primi due anni di impegno sul mercato Italiano, e il luogo di partenza – anche simbolico – di ciò che sarà. Entrare in Stazione Centrale a fianco di GS Retail, allineandoci al progetto di revitalizzazione sociale della stazione ferroviaria, come luogo di incontro, passaggio e aggregazione, ci offre una tela perfetta dove poter dar voce i nostri valori. Vinokilo in Centrale vuole dare palcoscenico al territorio, lavorando con realtà a noi affini che hanno sede nelle vicinanze: più di 25 partners, tra librerie, ostelli, sartorie e altri piccoli brand che cercano ogni giorni di riportare a misura d’uomo quel che fanno. Vinokilo in Centrale vuole aprire ad un ampio pubblico quello che è il progetto Vinokilo, offrendosi in una zona di forte passaggio e promuovendo il proprio messaggio a chi ancora non ci conosce.
Perche una partnership nel design? Molto semplicemente, perchè anche l’occhio vuole la sua parte. Non siamo un mercatino delle pulci ed è in questa maniera che vogliamo differenziarci e dimostrare al mercato di massa che il second-hand può diventare first-hand. Per quanto possa affascinare molti, la confusione, il rumore e la polvere di molti mercatini creano una barriera di accesso insormontabile per chi è abituato alla facilità di accesso che il fast-fashion/first-hand fashion propone. Vinokilo vuole sdoganare questo, ed è chiave poter dimostrare come anche un negozio dove si vendono merci pre-loved può essere ordinato, profumato, trendy e di design. Seletti fa incontrare design Figurativo e Pop Art e – come Vinokilo – si ispira al principio di soft revolution del quotidiano,diffondendo un messaggio unico di valore, movimento, provocazione e innovazione.
Come sta andando il mercato italiano, come vi ha accolto? Il mercato Italiano sta dimostrando tutta la sua vitalità e voglia di cambiamento. In media ospitiamo 5.000 visitatori per evento e l’interesse per questo concept (molto più in voga e già conosciuto in Nord Europa) sta contagiando anche il belpaese. Dopo i primi due anni di gestazione, conditi da una pandemia che ci ha portati sull’orlo del fallimento, il team Italiano conta ad oggi più di dieci persone ed è a tutti gli effetti un’azienda con sede sul territorio. Nei prossimi mesi esploreremo diverse opzioni: continuando ad investire sulle componenti esperienziali dei nostri eventi, offriremo ai nostri visitatori contenuti artistici ed educativi in modo da aumentare la componente educativa e didattica. Spingeremo i nostri eventi anche in città più piccole e in contesti provinciali, dando valore alla nostra mission di offrire a TUTTI un’alternativa sostenibile al mercato del fast fashion. Porteremo avanti altri progetti che vedranno la luce nel 2022 tra cui l’apertura di veri e propri negozi permanenti, modelli di circolarità aumentata e formule di consumo alternative (take-back, rental.)
Quali sono i vostri mercati principali? Al momento, tra i 10 Paesi in cui siamo presenti con e-commerce ed eventi itineranti, Italia e Germania sono i nostri primi mercati, seguiti da Spagna e Francia, ma il nostro vero obiettivo resta diffondere la cultura del 2nd hand capillarmente in tutta Europa.
Come vedete la moda in futuro? Assolutamente fatto di circolarità: penso che l’umanità sia davvero ancora all’inizio del percorso sulla sostenibilità, ne è prova il fatto che ancora oggi la produzione del nuovo è superiore al riutilizzo del 2nd hand. Credo che in futuro lo scenario si invertirà e si andrà sempre di più nella direzione di affittare temporaneamente, scambiare, condividere, e che lo step necessario sia iniziare a pensare all’abbigliamento come un bene durevole e non usa e getta.