Da grandi poteri derivano grandi responsabilità: parole che Marvel, Sony e Disney devono aver preso sul serio per la realizzazione di Spider-Man: No Way Home, il film più atteso del 2021.
Spider-Man: No Way Home. Filmografia in ordine cronologico e nuovo film
L’hype attorno a questo film non ha fatto che aumentare sempre di più con ogni nuovo trailer o notizia trapelata. L’abbiamo visto in anteprima e non vediamo l’ora di raccontarvi cosa ne pensiamo.
Partiamo dal fatto che Spider-Man: No Way Home porta il peso di diverse aspettative: è il terzo film della trilogia MCU diretta da Jon Watts dei film di Spider-Man, che conclude una trama per l’incarnazione di Peter Parker di Tom Holland.
È un sequel diretto di Spider-Man: Far From Home, che riprende da dove si era interrotta la scena del cliffhanger del film del 2019. È la continuazione del Marvel Cinematic Universe e del suo arco narrativo della “Fase quattro”. Ed è un tributo agli ultimi 20 anni di film di Spider-Man. Insomma, le possibilità di fare un disastro erano lì, dietro l’angolo.
Spider-Man: No Way Home. La trama
“No Way Home” riprende subito dopo la fine di “Spider-Man: Far From Home”, con Mysterio che è riuscito a smascherare Spidey. Nel disperato tentativo di proteggere la sua famiglia e i suoi amici, Peter fa appello all’onnipotente mago Doctor Strange per lanciare un incantesimo che farà dimenticare a tutti la sua identità.
Ovviamente, il piano fallisce e l’incantesimo apre uno squarcio nel loro mondo, liberando i più potenti nemici mai affrontati da uno Spider-Man in qualsiasi universo. Ora Peter dovrà superare la sua più grande sfida, che non solo cambierà per sempre il suo futuro, ma anche quello del Multiverso.
I nemici in Spider-Man: No Way Home
Il timore era che il “sovraffollamento” di cattivi portasse a risultati poco piacevoli come in Spider-Man 3, il classico caso dove il troppo stroppia. La storia non si è ripetuta per fortuna, anzi i cattivi che arrivano dai film di Sam Raimi e Marc Webb non sovraccaricano la narrazione, ne sono il cuore: ogni villain ottiene il suo momento (alcuni più brevi di altri).
L’emozione di vedere Doc Ock farsi strada attraverso un’autostrada di macchine, un Green Goblin diabolicamente ghignante che ridacchia a modo suo da una scena all’altra, e un Electro di Jamie Foxx che non è Doctor Manhattan blu in CGI sono…impagabili. Dafoe guida la carica, rimbalzando tra le sue personalità selvagge e amichevoli senza perdere un colpo nei 19 anni trascorsi. Se è vero che i film di supereroi sono belli quanto i loro cattivi, ritrovarsi di nuovo con Doc Ock e Green Goblin non poteva che essere di buon auspicio.
Sebbene gli altri tre cattivi siano stati relativamente deludenti nelle loro incarnazioni originali, questo film si concentra sulla dimensione tragica dei loro personaggi e sulla loro capacità di redenzione: una novità in casa Marvel.
Spider-Man: No Way Home. la crescita di Peter Parker
Anche il cast principale della trilogia di Watts è tornato. L’interpretazione di Holland è la migliore vista finora: un ragazzo che si fa strada attraverso i combattimenti mentre affronta il peso crescente di dover effettivamente essere l’Uomo Ragno. MJ e Ned sono più separati dall’azione, ma non deludono, e anche zia May ottiene i riflettori in alcuni dei momenti più tranquilli del film con grande effetto.
Come già accennato, uno dei punti principali di questo film è il fatto che Parker deve crescere e affrontare non solo la fama che deriva da Spider-Man, ma anche il modo in cui le sue decisioni hanno un impatto non solo sulla sua vita, ma anche su quella di chi ama. Peter viene sostanzialmente messo nella posizione di provare a salvare gli uomini che hanno cercato di uccidere altre sue iterazioni nel multiverso: diventa un tentativo di correggere gli errori del passato non solo nella vita di questo Parker, ma anche in quelli dei personaggi (e persino dei registi) commessi molto prima che entrasse nel ruolo.
“No way Home” parla del peso delle decisioni eroiche e di come queste spesso comportino di non poter tornare a casa.
Il multiverso in Spider-Man: No Way Home
L’idea del multiverso dovrebbe suonare familiare a chiunque abbia visto “Spider-Man: Into the Spider-Verse”, lungometraggio animato del 2018 che ha introdotto l’eccitante possibilità che praticamente chiunque possa essere Spidey. Ma mentre quel cartone suggeriva percorsi infiniti per il personaggio in futuro, “No Way Home” serve a concludere ciò che è successo prima, iniziando dal far rivivere gli avversari passati di Spidey, costringendo Peter Parker ad affrontare cinque dei cattivi tirati fuori dal film che lo hanno preceduto.
È un film capace di toccare tutte le note giuste: dopo End Game non pensavamo di poter provare di nuovo emozioni così forti guardando un film sui super eroi. Siamo contenti di poter dire che ci sbagliavamo alla grande.
Spider-Man: No Way Home. Scene post-credit
Come c’era da aspettarsi, Marvel non dorme mai sugli allori e ha già gettato i semi per i sequel futuri, con le ormai tradizionali scene post-credit (che sono ben due, quindi vi conviene rimanere in sala fino alla fine dei titoli di coda).