Dopo due anni di rinvii, il 5 gennaio uscirà nelle sale italiane il tanto atteso prequel della saga di Kingsman, intitolato per l’appunto The King’s Man – Le origini. Abbiamo visto in anteprima il film e vi raccontiamo cosa ne pensiamo. Prima di tutto però, meglio fare un passo indietro.
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The King’s Man- Le origini: la trama
La serie Kingsman ruota attorno a un’organizzazione di spionaggio britannica che lavora costantemente per proteggere il mondo dalle minacce globali. Nel 2014 Kingsman – Secret Service ci aveva fatto conoscere Harry Hart, un’affabile spia gentiluomo, e Gary “Eggsy” Unwin, un ragazzo dei bassifondi che aveva disperatamente bisogno di una figura paterna: insieme, avevano sconfitto il malvagio miliardario e genio della tecnologia Richmond Valentine; nel sequel del 2017 Kingsman – Il Cerchio d’Oro, invece, ci veniva presentata la controparte americana dell’agenzia, la Statesman, mentre l’antagonista di turno era l’imprenditrice e narcotrafficante Poppy Adams.
Il terzo capitolo racconta le origini dell’agenzia di intelligence: la storia ha inizio più di un secolo prima rispetto alle pellicole precedenti e si svolge nell’ombra della Prima Guerra Mondiale. Ralph Fiennes scambia il suo distintivo MI6 come M del franchise di James Bond per indossare i panni del Duca di Oxford, destinato a fondare una società segreta per combattere i cattivi più famosi del mondo: Rasputin (Rhys Ifans), Mata Hari (Valerie Pachner) e molti altri.
Il cast di The King’s Man- Le origini
Sia in regia che in sceneggiatura ritroviamo Matthew Vaughn, che già si era occupato di Kingsman – Secret Service e Kingsman – Il Cerchio d’Oro, mentre fra gli interpreti ci sono attori del calibro di Ralph Fiennes (Spectre, Grand Budapest Hotel), Gemma Arterton (Summerland, The Escape), Rhys Ifans (Snowden, Alice Attraverso lo Specchio), Matthew Goode (Downton Abbey, Official Secrets – Segreto di stato), Tom Hollander (Bird Box, Bohemian Rhapsody), Harris Dickinson (Maleficent – Signora del Male, Darkest Minds) e Daniel Brühl (Rush, La signora dello zoo di Varsavia), con Djimon Hounsou (Captain Marvel, In America – Il sogno che non c’era) e Charles Dance (The Crown, Il Trono di Spade).
I combattimenti in The King’s Man- Le origini
The King’s Man – Le origini unisce la storia della vita reale all’intenso mondo di spionistico di Kingsman con risultati per lo più di successo. Alcune scene, bisogna ammetterlo, sono totalmente assurde, ma Vaughn già ci aveva abituato a scelte “particolari” nei precedenti capitoli: niente teste che scoppiano come fuochi d’artificio o Elton Jhon che dà calci volanti, ma un’esilarante scena di combattimento fra Rasputin e Orlando Oxford che non è facile dimenticare…se in positivo o negativo ancora non lo sappiamo.
Lo stile di combattimento utilizzato è un omaggio a Errol Flynn e ai suoi duelli con la spada, cosa decisamente rara da vedere al giorno d’oggi sul grande schermo. La produzione ha addirittura ingaggiato dei danzatori russi per aiutare gli interpreti: hanno lavorato a stretto contatto con i responsabili degli stunt per utilizzare la danza nei combattimenti e trasformarla in una sorta di nuova arte marziale.
Rimanendo in tema di combattimenti, i film di Kingsman sono sempre stati caratterizzati da scene d’azione spettacolari, dallo scioccante massacro in chiesa di Secret Service all’inseguimento automobilistico ad alta velocità per le strade di Londra de Il Cerchio d’Oro. Il tutto è, però, sempre rimasto incentrato attorno ad armi altamente avanzate e tecnologie all’avanguardia, elemento che non poteva essere ripreso anche per il prequel ambientato nei primi del ‘900: i filmmaker hanno quindi dovuto pensare a come riuscire a adattarsi al nuovo periodo storico.
“È stata sicuramente la parte più difficile”, spiega Matthew Vaughn. “Se osserviamo il modo in cui le scene d’azione venivano girate in passato, ci accorgiamo che venivano riprese con un campo lungo e mostravano una coreografia di 8 o 10 secondi, poi passavano a un primo piano e si allargavano di nuovo. Abbiamo girato un paio di scene in questo modo, ma non credo che il pubblico sia pronto a tornare così indietro. Detto questo, l’azione non è follemente stilizzata come negli altri film”.
Il risultato dobbiamo dire che ci è piaciuto, decisamente in linea con l’epoca storica dentro cui si svolge la storia.
The King’s Man- Le origini: le ambientazioni
Particolarmente ben riuscita è la ricostruzione delle battaglie in trincea: gran parte del merito è dato alle scenografie realizzate. Il set era lungo circa 300 metri e la squadra responsabile della costruzione ha ideato una trincea tedesca costruita su un binario: in questo modo potevano allineare la macchina da presa alla trincea per ottenere le inquadrature migliori. Durante le riprese delle scene ambientate nelle trincee, Matthew Vaughn ha vissuto un momento molto profondo.
“Ricordo che un giorno stavamo girando nelle trincee: eravamo nel bel mezzo della terra di nessuno, perché avevamo costruito da zero l’intera trincea, un set gigantesco”, racconta Vaughn. “Indossavo una bella giacca molto calda e un paio di stivali e a un certo punto sono scivolato nel fango. Ricordo di aver detto ‘È un dannato incubo, è orribile, sto congelando e…’. E poi mi sono fermato e mi sono guardato intorno per la terra di nessuno. Mi stavo lamentando come un Piccolo Lord. In quel momento mi sono sentito davvero triste per quegli uomini e ciò che avevano affrontato, perché non stavo assaporando neanche l’1% della sofferenza vissuta dalle persone che si trovavano realmente in quella situazione”.
Differenze fra The King’s Man- Le origini e i primi due capitoli
Certo è che rispetto ai capitoli precedenti i toni sono più cupi, ma molto calzanti con le vicende che ci vengono raccontate. Non solo la Prima Guerra Mondiale sullo sfondo, ma anche le difficoltà affrontate dai personaggi principali non sono affatto da sottovalutare: se avete visto i primi film sapete su quali premesse si è fondata la Kingsman, e di certo non potevamo aspettarci solo rose e fiori in questa pellicola.
Nel complesso è un film avvincente e con un ritmo sostenuto, adatto sia a chi ha amato i primi due capitoli che chi non li ha mai visti. Di certo è uno di quei film che non rendono sul piccolo schermo e che, per loro natura, rendono il meglio se visti al cinema.
CREDITI FOTO COVER: Ralph Fiennes as Oxford and Harris Dickinson as Conrad in 20th Century Studios’ THE KING’S MAN. Photo credit: Peter Mountain. © 2020 Twentieth Century Fox Film Corporation. All Rights Reserved.