“Tick, Tick… Boom!” è il film di debutto alla regia di Lin Manuel Miranda, insomma lo stesso film che Andrew Garfield, il protagonista, ha cercato di promuovere negli scorsi mesi mentre invece tutti gli chiedevano se fosse o meno presente in Spider-Man: No Way Home.
Quella raccontata è una storia semplice con una genealogia complicata: un film del 2021 basato su un musical del 2001 rielaborato da uno spettacolo personale del 1990. Ma partiamo dal principio.
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La trama di Tick, Tick… Boom!
Ambientato nella New York degli anni ’90, racconta la storia semi-autobiografica di Jonathan Larson. Chi ha familiarità con la vita di questo compositore, saprà che è devastante: è morto il giorno della prima off-Broadway di “Rent” all’età di 35 anni, senza mai sapere del suo successo. Tic, Tic… Boom! rende omaggio ai primi anni della sua carriera, ricordandoci che la vita non finisce a trent’anni (anche se purtroppo quella di Larson lo ha fatto).
Il film inizia con Larson intento ad organizzare un workshop su “Superbia”, un fantastico spettacolo di fantascienza che crede sia la sua grande occasione per sfondare a Broadway. Supportato dalla fidanzata ballerina Susan (Alexandra Shipp) e dal migliore amico Michael (Robin de Jesús), si destreggia nel progetto mentre lavora in una tavola calda: lì, è circondato da una comunità di artisti pieni di speranza, devastati però dall’epidemia di AIDS.
Gli sceneggiatori hanno utilizzato una performance teatrale di Tick, Tick … Boom!, con Jon alla guida di una piccola band elettrica in una selezione di canzoni, per inquadrare la narrazione centrale, composta da scene drammatiche e numeri di produzione sempre più elaborati con Garfield e tutto il cast di supporto.
Larson è un tipico artista torturato, ossessionato da sé stesso e tormentato da dubbi paralizzanti sulle sue capacità creative. Durante una festa, un ragazzo della finanza gli domanda che cosa faccia lui per vivere, domanda alla quale risponde con sicurezza: “Sono il futuro del teatro musicale “. Peccato che Jon si preoccupi in continuazione di non progredire abbastanza rapidamente perché il suo eroe Stephen Sondheim era a Broadway all’età di 27 anni. Michael gli ricorda utilmente che “non è Steven Sondheim” e che ognuno ha il proprio destino, oltre che i propri tempi.
Tick, Tick… Boom!: Lin-Manuel Miranda alla regia
Scegliere questo progetto come debutto alla regia la dice lunga su ciò che Larson significhi per Lin-Manuel Miranda. “Tick, Tick … Boom!” non è stato progetto facile da adattare, ha richiesto una riorganizzazione completa di un’opera nata per un placo dell’Off-Broadway, e non per il cinema. Nel 2001, il drammaturgo David Auburn aveva già rimodellato “Tick, Tick … Boom!” in una produzione di tre persone, e questa è la versione che è stata messa in scena più volte negli ultimi due decenni (dal momento che l’incarnazione originale di Larson richiedeva che interpretasse più parti), ma Miranda la tratta in modo diverso: ha rimodellato il lavoro di Larson in un film biografico più semplice, ma sempre ricco di canzoni. Il film racconta la storia di come il compositore ha superato un anno cruciale della sua vita, quando è arrivato vicino all’abbandono dei suoi sogni di Broadway.
Lui e lo sceneggiatore Steven Levenson hanno utilizzato una tecnica molto particolare che unisce narrazione e spettacolo: aprono con quella che sembra una videocassetta d’archivio di uno degli allestimenti di Larson dei primi anni ’90, tranne per il fatto che è Andrew Garfiel quello seduto al pianoforte, e lo trattano come il filo conduttore di tutta la pellicola. In questo modo, la cerchia sociale di Jonathan assomiglia alla comunità che ha immaginato per “Rent” – bohémien, inclusi artisti, gente queer e persone di colore – oltre a un contingente dietro le quinte di tipi del mondo del teatro che spera di stupire con il laboratorio – all’interno -lo spettacolo.
Questa versione di “Tick, Tick… Boom!” è un generoso biglietto di ringraziamento di due ore di Miranda all’uomo che ha contribuito a rendere possibile la sua carriera. Molte delle canzoni sono elementi cruciali dello spettacolo, tra cui la ballata “Why” (una toccante riflessione sull’amicizia per tutta la vita di Jon con Michael) e “Boho Days” (praticamente Rent compresso in tre minuti). Se siete appassionati di musical preparatevi a sentire il bisogno fisico di mettere la colonna sonora di “Tick, Tick… Boom!” in ripetizione. Noi non siamo ancora riusciti a smettere di ascoltare 30/90 dopo una settimana.
Andrew Garfield in “Tick, Tick… Boom”
Garfield non ha un background nel teatro musicale, ma è stato a lungo un maestro nell’interpretare ragazzi come Jon: di buon cuore ma testardo, e disposto a perseguire le loro ossessioni anche quando rende loro difficile convivere. Solo per citarne alcuni: The Amazing Spider-Man, 99 Homes, Hacksaw Ridge, Silence, Under the Silver Lake… Garfield ha una voce abbastanza bella per questo ruolo. Certo, non crediamo possa puntare in una carriera da solista, ma dopotutto, lo stesso Larson non era conosciuto come cantante ma come compositore.
Ciò che questo attore porta davvero alla parte è il senso dello sconfinato entusiasmo di Jon per tutti i tipi di arte e cultura: dal teatro al rock ‘n’ roll, hip-hop, cinema e politica. Elabora tutto cercando di trasformarlo in una canzone. Garfield è bravo a ritrarre i modi bisognosi, quasi disperati, dello scrittore teatrale: sempre affascinante, sempre attivo, sempre alla ricerca di ispirazione creativa, sempre sull’orlo dell’esaurimento e alla ricerca del successo.
Questo non è un film che dà al suo eroe un lieto fine: non c’è una serata di apertura per Larson, solo la convinzione che un giorno ne varrà la pena.
“Tick, Tick… Boom!” è stata una delle più piacevoli scoperte dell’ultimo periodo. Colonna sonora che rimane in testa per giorni, interpretazioni eccellenti, un film che racconta non solo la vita di Larson, ma soprattutto le paure che tutti, all’alba dei trent’anni, si trovano a dover affrontare.