Il brand italiano di pneumatici, conosciuto in tutto il mondo, celebra i 150 anni della sua fondazione al Piccolo Teatro di Milano, dove un racconto teatrale ha riunito testimonianze, voci e immagini per rappresentare tutta la sua lunga storia. E per l’occasione è stato creato un logo speciale
Una storia iniziata nel lontano 1872. Pirelli celebra i propri 150 anni dalla fondazione con una cerimonia al Piccolo Teatro di Milano, un racconto che rievoca il percorso di un gruppo che ha attraversato la storia dell’industria italiana, ma anche quella della cultura, del costume e della tecnologia. Tra le iniziative annunciate: una nuova campagna pubblicitaria sui media, nuovi progetti editoriali e digitali, l’emissione di un francobollo e di tre monete celebrative.
A ripercorrere i momenti più significativi dell’azienda durante la serata celebrativa sono stati Ferruccio De Bortoli, Stefano Domenicali, Paolo Mieli, Renzo Piano, Ferruccio Resta e Annamaria Testa, a fianco del Vice Presidente Esecutivo e Ceo, Marco Tronchetti Provera, e di Alberto Pirelli, testimone del legame fra la famiglia e l’azienda.
«Anticipare il cambiamento è quello che fa Pirelli da 150 anni, grazie alla sua cultura d’impresa e al suo saper essere sempre protagonista del presente», ha detto Marco Tronchetti Provera, vice presidente esecutivo e Ceo di Pirelli.
Il logo celebrativo e il countdown internazionale
Svelato lo scorso novembre in occasione del lancio del Calendario Pirelli 2022 di Bryan Adams, il logo creato per i 150 anni, è stato protagonista nei giorni scorsi dei più importanti eventi sportivi: dal Rally di Montecarlo, dove ha decorato la livrea della vettura che ha compiuto il giro inaugurale del circuito, alle piste innevate della Coppa del mondo di sci a Cortina, fino a San Siro nella partita Inter-Venezia. E nell’arco dell’anno continuerà a essere celebrato nelle sponsorizzazioni Pirelli.
L’evento del Piccolo è stato anticipato anche da un countdown internazionale che ha preso il via il 24 gennaio da Rio De Janeiro ed è proseguito nei giorni successivi con la proiezione del logo e degli auguri sui 180 metri della CITI Tower a Shanghai e con un’animazione tridimensionale sulla Nasdaq Tower di Times Square a New York, e su palazzo Venezia che si affaccia tra Via dei Mercanti e Piazza Cordusio a Milano.
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Il video mostra un pneumatico tridimensionale che corre lungo una discesa e si ferma prima di fuoriuscire dallo schermo, rappresentando perfettamente il payoff di Pirelli “Power is nothing without control”.
La storia del brand Pirelli
Immagini, video, foto del passato e del presente si sono alternati alle voci degli attori, che hanno ripercorso le tappe dell’azienda. Un dialogo incentrato sulle figure di Leopoldo Pirelli e di suo padre Alberto, anche attraverso il ricordo del nipote, e sul ruolo dell’azienda nella modernizzazione e industrializzazione del Paese. Un percorso, quello di Pirelli, che prende il via il 28 gennaio 1872 da Giovanni Battista Pirelli, che a 23 anni scommette sulla gomma.
All’inizio l’azienda produce isolanti per telegrafi e cavi. Cresce rapidamente in tutto il mondo e realizza oggetti d’uso quotidiano (dalle cuffie ai giocattoli fino agli impermeabili) e coperture per carri e bici in risposta alle prime forme della nuova mobilità. La società punta su prodotti che diventano simboli anche dello sviluppo del Paese. Così come uno dei simboli di Milano diventa il Pirellone, il moderno grattacielo che negli anni ’60 ospita l’azienda prima del trasferimento della sede alla Bicocca. Anche per Pirelli, pero’, non mancano gli ostacoli: le mancate fusioni, negli anni ’90, con Dunlop e Continental e il progetto di integrare reti e contenuti nelle telecomunicazioni, perseguito all’inizio degli anni Duemila con Telecom Italia. Un percorso, sottolinea Pirelli “naufragato per ingerenze esterne”, mentre le crisi del gruppo sono state “sempre superate ripartendo dal core business che porta l’azienda a focalizzarsi sui pneumatici”.
Non è mancato di sottolineare l’internazionalità del gruppo, che oggi opera in 12 paesi con 18 fabbriche, e il dialogo con artisti e intellettuali attraverso linguaggi e strumenti innovativi come la Rivista Pirelli, il Calendario, Pirelli HangarBicocca, le pubblicazioni e le mostre della Fondazione Pirelli, i prodotti di Pirelli Design, il magazine World, i volumi dei suoi bilanci integrati con i contributi di artisti e scrittori. Una collaborazione iniziata con l’iconico logo Pirelli, nato a New York ai primi dei ‘900. Per Pirelli resta centrale la vocazione sportiva, con la partecipazione a oltre 350 competizioni motorsport, tra cui la vetrina della Formula 1
Oltre alla nuova campagna pubblicitaria, in onda sulle principali emittenti televisive e lanciata su stampa, digital e social media, che reinterpreta in chiave attuale lo storico payoff “Power is nothing without control ”, per raccontare i 150 anni del brand in forma digitale è stato realizzato anche un sito web che viaggia all’interno del mondo Pirelli attraverso quattro stanze virtuali: “Prodotto e Ricerca & Svluppo”, “Sostenibilita’”, “Sport”, “Arte & Cultura”.
Tra le numerose altre iniziative figurano un’edizione speciale di World, il magazine aziendale che dal 1994 raccoglie l’eredità della Rivista Pirelli pubblicata dal 1948 al 1972; un aggiornamento della graphic novel Pirelli, un video che ripercorre la storia di Pirelli dal 1872, anno della fondazione, a oggi, toccandone le tappe più significative. Previsto anche un trittico di monete celebrative in oro e argento dedicate e un francobollo sempre dedicato a Pirelli appartenente alla serie tematica “le Eccellenze del sistema produttivo ed economico”.
Progetti ed eventi alimenteranno inoltre il racconto dei 150 anni per l’intero 2022 attraverso le sponsorizzazioni sportive, a cominciare dal mondo della Formula 1, appuntamenti istituzionali, appuntamenti culturali e lanci di nuovi prodotti.
Tra i progetti attessima l’uscita in primavera del libro “Una storia al futuro. Pirelli, 150 anni di industria, innovazione, cultura”, a cura della Fondazione Pirelli, Edito da Marsilio in italiano e inglese, che raccoglie i contributi di rappresentanti delle istituzioni, fra cui la Ministra dell’Universita’ e della Ricerca Maria Cristina Messa, dei rettori dei Politecnici di Milano e Torino, Ferruccio Resta e Guido Saracco, di grandi autori italiani e internazionali, come Ian McEwan, e di protagonisti del mondo dell’arte e della cultura, come Renzo Piano e Salvatore Accardo.