Ecco come apprezzare il nero d’avola a tavola, il re dei vini rossi siciliani, pregiato, elegante e con carattere, tra i più famosi al mondo.
Quando nasce il Nero d’Avola
Il Nero d’Avola è oggi il più famoso vitigno autoctono a bacca rossa della Sicilia, le sue origini sono molto antiche (le prime fonte scritte risalgono al 1500 ca.), e dobbiamo tornare indietro ai tempi dell’insediamento dei coloni greci sull’isola italiana.
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Fino al 1900 è stato chiamato vino Calabrese, che niente aveva a che fare con la regione del sud Italia bensì era la storpiatura del nome in dialetto siciliano “calaulisi” che indicava la provenienza dell’uva dalla città di Avola.
Specifico delle contrade siracusane di Noto e Pachino, in quest’area ha trovato l’habitat perfetto, grazie a un clima secco e ventilato, mitigato dalle brezze del mare e protetto a nord dai monti Iblei.
Per secoli però il Nero d’Avola è stato esportato come semplice uva da taglio verso il nord Italia o la Francia per dare corpo e struttura a vini rossi più deboli e di basso grado alcolico.
Per fortuna intorno al 1960 alcune aziende pensarono di renderlo un vino da tavola, ma occorreva diminuire il grado zuccherino e aumentare l’acidità dell’uva. Si sperimentarono allora nuove tecniche di vinificazione che consentirono al Nero d’Avola in purezza di scoprire tutte le sue qualità. La coltivazione del vitigno, gradualmente, si estese in tutta la Sicilia e negli ultimi decenni il nero d’Avola ha saputo progressivamente cambiare la sua identità.
L’attenta selezione in vigna, che ha privilegiato basse rese e le vinificazioni più accurate, hanno permesso al nero d’Avola di raggiungere vertici qualitativi di vera eccellenza, unendo alla tradizionale intensità e struttura, un profilo più elegante e un’interessante capacità di evolvere nel tempo.
Oggi, grazie all’opera di valorizzazione dei vitigni autoctoni e all’impegno dei principali produttori siciliani, il Nero d’Avola si è affermato come uno dei vini rossi del Sud più interessanti e longevi.
Dove cresce il Nero d’Avola
Con una superficie di filari di vigne superiore ai 12 mila ettari, il Nero d’Avola è oggi il vitigno siciliano più diffuso.
Lo troviamo in tutte le principali zone di produzione vitivinicole della Sicilia (a parte l’Etna), anche se la patria elettiva è ovviamente la sua area d’origine ossia il territorio compreso tra Avola, Noto, Eloro e Pachino, nel siracusano.
Ed è qui che il nero d’Avola riesce a esprimersi a livelli di vera eccellenza grazie ai terreni calcarei, alle perfette condizioni climatiche, secche e ventilate, e naturalmente alla brezza del mare.
In particolar modo, è nelle contrade di Buonvini, Bufalefi, Maccari, Archi, che si ottiene la massima espressione del principe dei vitigni siciliani.
I vini della zona di Noto sono stati riconosciuti con la Denominazione d’Origine Controllata nel 2008. L’area di produzione del Noto Nero d’Avola DOC comprende il territorio dei comuni di Avola, Noto, Pachino e Rosolini in provincia di Siracusa.
Caratteristiche organolettiche del Nero d’Avola
Il vitigno nero d’Avola è per natura piuttosto produttivo, i grappoli sono grandi con acini medio grossi blu scuri dalla buccia sottile.
Esprime al meglio le sue qualità quando le piante crescono su suoli poveri e ricchi di calcare e sabbia, che fornendo poco nutrimento limitano naturalmente la produzione costringendo naturalmente la pianta a diminuire la produzione d’uva e si ottengono così uve dalla buona concentrazione aromatica e di conseguenza vini con buona concentrazione di aromi e maggior finezza ed eleganza.
Il Nero d’Avola è un vino sontuoso, equilibrato, ma estremamente diretto e molto pulito, con un bel colore rosso rubino intenso con riflessi granati.
Il bouquet è avvolgente, si colgono note di frutta rossa come prugne, ciliegie, amarene, frutti di bosco e di spezie come la cannella e la liquirizia; c’è poi il richiamo del mare con i tipici profumi di pino ed eucalipto.
Il sapore è caldo, con acidità ben modulata, struttura potente, ma con tannini fini.
Le versioni giovani, affinate solo in acciaio, esaltano il suo bouquet fragrante e piacevolmente fruttato. Se viene affinato in legno, il nero d’Avola acquisisce invece maggiore struttura e complessità aromatica.
Il vino nero d’Avola Ha un’elevata gradazione alcolica che si aggira sui 15 gradi.
Quali piatti si abbinano a un bicchiere di Nero d’Avola
Se non volete sbagliare e giocare facile, abbinate il Nero d’Avola ai i sapori decisi dei piatti della cucina siciliana: sia i primi come gli anelletti alla palermitana o la pasta alla Norma, sia la carne come brasati, arrosti, carni bianche alla griglia, sia il pesce se avete una bottiglia di nero d’Avola giovane – provatelo con una tagliata di tonno o con il pesce spada alla messinese.
Da evitare sono invece gli ingredienti troppo saporiti, primi fra tutti i formaggi molto stagionati che con questo vino non si abbinano bene.
Il vino Nero d’Avola è meglio servirlo a una temperatura di 16/18 °C, ed è meglio aprire la bottiglia circa mezz’ora prima di berlo.