Nell’anno e mezzo da quando abbiamo fatto cordialmente la prima conoscenza della famiglia Bridgerton, dei loro amici, rivali e interessi amorosi (in particolare il duca di Hastings, interpretato da Regé-Jean Page, la cui interpretazione gli è valsa le inevitabili voci su Bond, un bel passo avanti dopo quella faccia da pesce bollito di Daniel Craig) la serie è diventata un fenomeno internazionale. Prima di essere detronizzato da Squid Game la scorsa estate, Bridgerton era la serie più popolare nella storia di Netflix, vista da 82 milioni di spettatori nei suoi primi 28 giorni. Una sontuosa distrazione pandemica ambientata nella Londra dell’era Regency piena di personaggi bollenti e affascinanti.
Dal prossimo 25 marzo sarà disponibile su Netflix la seconda stagione, l’abbiamo vista in anteprima e risponderemo per voi all’annosa domanda: Bridgerton sopravviverà alla perdita del Duca?
Bridgerton stagione 2: la trama
Basato sul secondo libro della serie di Julia Quinn, “Il visconte che mi amava”, i nuovi episodi spostano l’enfasi su Anthony Bridgerton di Jonathan Bailey, il fratello maggiore dissoluto della famiglia, che ha passato la maggior parte della prima stagione a dispensare consigli romantici assolutamente inutili alla sorella Daphne, specialmente da un uomo dalla sfera emotiva di un colibrì.
Ora, però, il visconte è pronto a voltare pagina, vuole sistemarsi e trovare una moglie. Non molto tempo dopo che Anthony ha annunciato le sue intenzioni di assicurarsi una moglie, ecco che salta fuori la nuova arrivata Kate Sharma (interpretata da Simone Ashley), approdata a Londra dalla lontana India per trovare un marito non per lei, ma per sua sorella minore, Edwina (Charithra Chandran). Immediatamente, Anthony e Kate vengono risucchiati da un’attrazione selvaggia, lussuriosa e piena di conflitti.
La nuova storia d’amore in Bridgerton
Avete capito bene: quest’anno Bridgerton segue il filone dei nemici-amanti in cui, come tanti romanzi alla Austen, il loro amore nasce dalla furia.
Questa seconda stagione affronta la relazione centrale visconte-Sharma con più maturità e sfumature rispetto a quella fra il Duca e Dafne, anche perché il protagonista questa volta ha più esperienza di sua sorella. Scopriamo i demoni interiori di Anthony: la morte di suo padre, e l’immediata e schiacciante responsabilità che ha posto su di lui come figlio maggiore, lo ha spinto a sviluppare un focus tirannico sul dovere, lasciandolo quasi estraneo ai suoi stessi fratelli.
Kate invece ha le sue ragioni per cercare un pretendente adatto per Edwina e per respingere potenziali corteggiatori. Il tutto cercando di ignorare la sua attrazione per Anthony. I conflitti vengono affrontati in modo ragionevole e senza diventare stantii, sostenendo la posta in gioco durante otto episodi.
L’amore proibito, anche quello autoinflitto, non è una novità per un dramma in costume, o addirittura per la serie di romanzi rosa di Julia Quinn da cui questa serie trae ispirazione: Bridgerton però aveva il vantaggio di inserire nell’equazione scene di sesso piuttosto esplicito. E ammettiamolo, metà del successo di questa serie è sicuramente dovuto alle bollenti scene con protagonisti il Dafne e l’affascinate Simon. Quindi, mentre la stagione 2 fa un lavoro intelligente sui personaggi per spiegare esattamente perché sia Anthony che Kate tengono i paraocchi nonostante la loro palese attrazione, l’ostinata determinazione dei due a stare il più distanti possibile per un tempo sorprendentemente lungo risulta a volte alquanto snervante.
Cosa succede nella seconda stagione di Bridgerton?
Ma per fortuna la loro non è l’unica storia raccontata in questa stagione, anzi ci sono diverse sottotrame riservate sia al resto della famiglia Bridgerton che ai membri della loro cerchia ristretta. Anthony non è l’unico fratello incaricato di assistere ai balli e di cercare una consorte: quest’anno tocca anche a sua sorella minore Eloise (Claudia Jessie) fare il suo debutto in società, anche se la sua terrificante presentazione alla regina Charlotte (Golda Rosheuvel) è opportunamente interrotta dal ritorno di nientemeno che Lady Whistledown.
La vera scrittrice la cui identità è ormai stata svelta agli spettatori, ovvero Penelope Featherington (Nicola Coughlan), deve impegnarsi ancora di più per evitare di essere scoperta, anche se ciò significa scrivere in modo più intimo dettagli che potrebbero essere dannosi per le persone a cui tiene. Oltre a ciò, ci sono anche dei momenti più piccoli dedicati al fratello maggiore di Bridgerton Benedict (Luke Thompson) che si avvicina alla vita di un artista di feste e ritratti di nudo, così come al ritorno di Colin (Luke Newton), che è tornato dai suoi viaggi all’estero con una nuova abbronzatura e molte prospettive cambiate sulle sue relazioni rispetto prima stagione. Per non parlare poi del dramma che circonda i Featherington e l’arrivo del nuovo erede della famiglia, che si è presentato con l’obiettivo di aiutarli a uscire dalla loro attuale ristrettezza finanziaria.
La nuova stagione di Bridgerton e il confronto con la precedente
Se vi sembra parecchia carne al fuoco per soli otto episodi, ci avete preso in pieno. Naturalmente, uno dei vantaggi di avere un grande cast in qualsiasi serie è il numero apparentemente illimitato di trame che possono essere affrontate, ma lo svantaggio arriva quando le storie a cui dovrebbe essere concesso un peso ancora più emotivo vengono trattate in maniera superficiale. Insomma, un sacco di occasioni sprecate.
Questo non vuol dire che la seconda stagione di Bridgerton sia un completo disastro, assolutamente.
Ma la seconda stagione sembra un po’ imbarazzata dalla propria reputazione licenziosa: le serie tv del genere romantico non fanno vergognare i lettori perché i personaggi rubano baci segreti, strappano corpetti o inciampano all’altare con pretese ridicole. Il contrario, mostrano lussuria, desiderio e sì, spesso e volentieri anche sesso. La prima stagione Bridgerton aveva colpito in pieno l’obbiettivo, e per questo è diventato un fenomeno mediatico. La seconda stagione invece sembra aver leggermente mancato il bersaglio, diventando più simile ad un romanzo di Jane Austin: non che ci sia niente di male, ma non è esattamente quello che ci si aspetta da una serie come Bridgerton.
Ma tornando alla domanda inziale, si sente la mancanza del Duca? Sì, senza ombra di dubbio. La speranza però è l’ultima a morire, e speriamo che la terza stagione ci regali emozioni un pochino più piccanti e un pochino meno noia.