In occasione della presentazione di ELETRE, il nuovo Hyper-SUV completamente elettrico di Lotus, abbiamo intervistato Giuseppe Mele, Brand Marketing Director di Lotus.
Intervista a Giuseppe Mele, Brand Marketing Director di Lotus
Cosa ci può dire di Lotus e dei prossimi progetti? Lotus attualmente è così suddivisa come proprietà: il 51% è detenuto dal Gruppo Geely e il 49% è della casa madre inglese. Gli investimenti di Geely sono quelli che hanno creato il piano strategico di crescita che è in vigore fino al 2028 (anno in cui il brand compirà 80 anni); vorremmo passare da una media di 1500 auto all’anno, fino a 100.000, quindi il piano è davvero molto ambizioso, ma tutto è in divenire.
Come pensate di passare da 1500 auto a 100.000? Il progetto è di avere 100.000 auto complessive e il vantaggio che abbiamo noi oggi con la nuova factory all’avanguardia è quello di poter dare vita a un nuovo modello all’anno per i prossimi quattro anni, avendo modelli sempre più aperti al mercato. Cercheremo inoltre di avere un prezzo strategicamente giusto per raggiungere questo risultato. La factory è quindi un punto fondamentale in tutto questo nostro progetto.
Voi state cercando di compiere al meglio qualcosa di epocale con queste nuove auto, ma quali sono state le primissime risposte del mercato? Sono state negative. Il mercato ci ha detto che stavamo tradendo il DNA dell’azienda, molto chiaramente questo è ciò che ci è stato detto. Però la nostra non è certo stata una scelta superficiale, ma una scelta strategica voluta da un’azienda che deve continuare il percorso durato 74 anni, continuando a fare macchine sportive, che però si possono fare soltanto se il business è fiorente, giusto per il mercato e giusto per il cliente. Noi guardiamo a ciò che i guidatori ci chiedono e per questo abbiamo cercato di mettere un piede in mezzo alla porta e siamo parte di un gruppo in cui il mondo elettrico è all’avanguardia.
Con il gruppo Geely c’è anche una certa osmosi con il gruppo tecnico e progettuale? Si pensa anche a un nuovo impegno sportivo? Il mondo dell’elettrico ci fornisce la possibilità di fare tante cose. C’è un progetto a lungo termine che ci dice di continuare su questa strada, mantenendo la nostra eredità, non solo dallo spirito sportivo, ma anche mantenendo una piccola produzione sulle auto a combustione. Abbiamo aperto un dipartimento che si chiama Lotus Advance Performance (LAP) perché il mondo sportivo ci interessa e l’Emira prosegue verso questa direzione, seguendo la strada del mondo delle piste. Dove questo ci porterà non so dirlo in questo momento, ma i nostri colleghi cinesi sono consapevoli che il DNA di un’azienda che ha 75 anni di storia non può essere dimenticato e il Gruppo Geely è un investitore che crede nel DNA dell’azienda.
Quale tipo di messaggio riceve la vostra concorrenza oggi? Gli altri dovrebbero temere probabilmente 2 cose: la prima è che il design delle nostre auto è molto speciale e particolare, perché noi abbiamo una conoscenza sull’aerodinamica e sul design legato all’aerodinamica praticamente unica, partita da Colin Chapman e arrivata a oggi; ci sono altre case automobilistiche che si servono delle nostre consulenze. Non so se sapete che le prime Tesla sono state create di testa pensando all’Elise, che è un capolavoro dell’aerodinamica. Perché l’aerodinamica nel mondo elettrico? Perché aumenta il range delle macchine, con auto efficienti. La seconda cosa che i nostri competitor dovrebbero tenere a mente è che noi abbiamo annunciato che faremo soltanto elettrico (esclusa una piccola produzione) mentre gli altri stanno iniziando a fare elettrico solo adesso, ma noi abbiamo un vantaggio competitivo.
In che modo una hypercar si sposa con il mondo elettrico? Come si gestisce l’autonomia? Su strada, guardando i dati tecnici dell’auto, 600 km di range vanno bene, ma il problema non è questo, perché il fulcro di tutto non è tanto il range, bensì la ricarica. Adesso si lavorerà sulle infrastrutture, ma noi stiamo valutando se portare il range dai 600 agli 800, 900 km di range per dare la possibilità di viaggiare. Quindi nel range ci sarà un improvement continuo, ma saranno le infrastrutture ad aiutarci.
I governi hanno imposto l’elettrico costringendo i brand a fare delle scelte. Considerano il problema delle ricariche per le auto elettriche, non sarebbe il caso di mettersi tutti insieme, con altri marchi di auto, e chiedere ai governi di mettere colonnine per le ricariche? Questi sono scenari che non si possono prevedere. Quello che noi possiamo fare in questo momento è quello di offrire un servizio che sia il più personalizzato possibile e abbiamo tante soluzioni per dare la carica quando l’auto è a casa, ma per il resto saranno i governi a doversi adeguare e ci sono tante soluzioni che si stanno sviluppando.
Prima ha citato Tesla, che ha rivoluzionato anche il modo di vendere le auto. Voi state pensando anche a un pubblico nuovo e a nuove modalità di comunicazione? Sì, stiamo cercando di innovare tutto quello che possiamo e vendiamo soltanto online: non abbiamo concessionari e non ne avremo in futuro. Il modello è il B2C e il nostro modello di business sta cambiando perché preferiremo avere showroom nelle principali città e presentare con efficienza le nostre auto, aumentando la fiducia che i clienti hanno nei confronti del brand. Per quanto riguarda la comunicazione posso dire che è qualcosa che si “scolla” dal puro automotive e si avvicina al mondo lifestyle con molta serenità; dobbiamo trovare lo spazio in cui parlare di mobilità, di futuro, di sostenibilità (non presenteremo più auto con interni in pelle, ma interni fatti con materiali eco sostenibili). Potrei dire che le nostre auto fanno da 0 a 100 in meno di due secondi, ma questo è qualcosa che attirerebbe solo un certo tipo di cliente, mentre noi vogliamo offrire un’esperienza diversa, fatta di relax e sprint, con un occhio al lifestyle.
Quali target avete identificato? Nel mondo del benessere di fascia medio-alta ci sono almeno due o tre tipologie di ricchi: ci sono i nuovi ricchi, che sono i ricchi del mondo digitale, delle start-up, degli youtuber, ecc.… e sono affascinati tanto dal mondo SUV, quanto dalle auto sportive. Poi ci sono i CEO, i manager, i top manager che hanno scelta personale e aziendale per le auto e infine, la categoria dei ricchi individuali che usano auto per viaggiare e per questo cercano un’auto prestante, ma anche comoda e con certe garanzie e tecnologie.
Queste auto sono state pensate anche per le donne? L’unica foto di persona che c’è è di una donna. Nelle nostre campagne di comunicazione ci sono sempre donne come protagoniste e questo perché per quanto riguarda le macchine familiari c’è sicuramente la presenza di una donna che vuole partecipare alla scelta della macchina.