- Corse di questa settimana :1
- Cani incrociati: 0
- Cani che hanno attentato ai miei polpacci: 0
- Biciclette sul marciapiede in mezzo ai piedi: 0
- Scontri evitati: 3 ma con altri runners
- Monopattini: 0
- Scontri con (New Entry) passeggini: 0
L’altro giorno mentre correvo, scazzata più del solito per via del caldo e di quel dolore fastidioso al tendine di Achille, pensavo che le migliori gare alla fine le ho corse dopo aver bevuto alcool la sera prima. Hang Over. Una corsetta e passa tutto. 42 kilometri di salute.
Gin Tonic, birra, vino, cocktail. Non ho preferenza. Bevo quello che mi va di bere (ma voi, ovviamente, bevete responsabilmente, io non sono sicuramente un esempio da seguire in questi termini).
Contro ogni regola e credenza. Io le regole le seguo sempre controvoglia. Mi piace cambiare, sperimentare avere una visione diversa da quello che mi viene detto e imposto.
Solo una volta ho deciso di mia sponte lo stop totale all’alcool due mesi prima di una gara. Maratona di Londra 2017 e ho fatto il personal best. Ok non solo per via dello stop all’alcool, ma anche dieta bilanciata, allenamento costante più o meno, come il mio solito apporto le mie personali modifiche alle tabelle del coach e cosa da non sottovalutare quella volta è stata la “giornata perfetta.”
Di quelle giornate in cui tutto va nella giusta direzione. Già dalla sveglia all’alba nella mia città del cuore LONDRA. Tutto è filato in maniera lineare senza che io mi impegnassi a farle filare per la verità più di tanto.
E’ stata una gara da toglier(mi)e il fiato, soprattutto negli ultimi 200 metri. Davanti a Buckingham Palace mi sono voltata ho mandato un bacio alla Queen e guardando il tabellone dei tempi ho letto in maniera confusa e sfuocata quello che mi sembrava un 3.
Allora e solo allora ho capito che avrei chiuso la maratona sotto le 4 ore.
Ho tagliato il traguardo in 3 ore e 51 minuti.
Se mi chiedete del percorso… onestamente non me lo ricordo, solo a sprazzi, ma è stata una esperienza che ancora oggi ricordo con profonda emozione e commozione.
Ora che sto preparando New York, non sono per niente in forma, bevo tanto e corro poco (ma come già detto, voi bevete responsabilmente). Non sono ancora entrata in mentalità maratona o forse si a fasi alterne. Quando il mio Coach mi cazzia con buona pace e rassegnazione.
Dopo la maratona di Milano di aprile, ho mollato un pochino la preparazione. Troppo stanca e troppo caldo.
Ho grandi ambizioni e molte aspettative per la Maratona di novembre e anche il mio Caoch che già so mi starà col fiato sul collo. Il bello è che mi sento anche in colpa quando salto un allenamento, ma come il senso di colpa arriva, altrettanto velocemente se ne va.
Domenica ho fatto la mia tabella in un posto magnifico. Un posto che adoro da sempre: Nizza, La Promenade Des Anglais. Vista mare ovunque che mi accompagnava e mi distraeva dalla fatica, caldo boia, un sacco di gente che correva e bagno in tenuta da running post corsa. Cosa voglio di più?
Ogni volta che ricomincio con convinzione, riparto da zero. Dalle basi (again) per forza, ma la cosa non mi spaventa, anzi mi stimola a fare sempre meglio.
Soprattutto se ho la possibilità di indossare scarpe nuove. Sono stata alla presentazione del nuovo modello Brooks. GTS Glycerin 20 ha tutta l’ammortizzazione della tecnologia DNA LOFT v3 con in più i vantaggi di GuideRails, il sistema di supporto che limita i movimenti in eccesso del runner offrendo un passo stabile e sicuro.
Brooks utilizza da sempre le soluzioni più innovative per aiutare i runner a migliorare costantemente la loro esperienza di corsa. L’ultima innovazione si chiama DNA LOFT v3, la tecnologia applicata all’intersuola e realizzata con il processo della nitro-infusione inserita in Glycerin 20, Glycerin GTS 20, Caldera 6 e Hyperion Tempo. In questo modo i runner non saranno più costretti a scegliere tra leggerezza, ammortizzazione, reattività o durevolezza. Oltre ad essermi divertita, aver corso insieme ad un bel gruppetto di runners amici, alcuni dei quali non vedevo da tempo, ho imparato un sacco di cose nuove.
Conosco le Brooks e le ho sempre usate fin dall’inizio della mia “carriera” di runner amatoriale. Dopo aver usato per alcuni mesi scarpe sbagliate ed essere finita dall’ortopedico, presto sempre la massima attenzione alla tipologia di scarpe che uso e ai consigli di chi ne sa più di me.
Si impara sempre qualcosa di nuovo che aiuta a migliorarsi e soprattutto ad evitare di farsi del male. Con stile.
Naturalmente FASHION.