Abbiamo incontrato Michele Ciocca, Presidente di Drumohr, in occasione dell’inaugurazione del nuovo negozio di Milano, in Via Della Spiga.
Come nasce questa nuova apertura in centro a Milano? L’idea nasce dalla necessità di fare uno spazio con un’identità commerciale che potesse inglobare anche il mondo donna, che sta dando ottimi risultati e per questo era nostro desiderio optare per la distribuzione diretta dando spazio anche al total look femminile, che rispecchia il DNA originale e colorato di Drumohr. Abbiamo così deciso di trovare una nuova casa Drumohr che potesse avere al suo interno tutte le collezioni.
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Questa apertura segue anche un progetto di espansione più a lungo termine, che prevede altre aperture? Nel corso del 2022 abbiamo attuato 3 nuove aperture dirette: Roma, Milano e Torino, in cui abbiamo ampliato lo spazio per inserire le collezioni donna.
Che peso ha la collezione donna per il brand? In percentuale oggi è al 30%, un risultato incredibile considerando che è la quarta stagione. Questo ci ha spinto a fare queste aperture, a cui si affianca anche l’apertura di 4 nuovi corner La Rinascente: Milano con collezioni uomo e donna, Roma P.zza Fiume con collezioni uomo e Firenze con collezioni uomo.
State pensando anche a un’espansione internazionale? Per quanto riguarda l’Italia, per ora siamo soddisfatti dei passaggi fatti e dei risultati ottenuti. Come imprenditori non scartiamo a priori eventuali opportunità che potrebbero nascere, ma per il prossimo futuro le intenzioni sono quelle di andare ad aprire in capitali europee come Parigi e Londra.
Da quando avete preso il brand, dal 2006, come è cambiato il vostro tipo di clientela? Il cammino è stato lungo. Io facevo un altro lavoro, in banca a Londra, poi la mia famiglia ha acquisito questo marchio perché mio padre è sempre stato un grande estimatore di Drumohr. Il passaggio è stato dal monoprodotto (maglieria uomo), passando anche per l’apertura di negozi e l’aumento di capi in collezioni. Poi è arrivata la collezione donna. Secondo noi il punto vendita può dare un perfetto riscontro di quelle che sono le tendenze del mercato. Abbiamo poi abbassato l’età del nostro target, studiando uno svecchiamento del target di riferimento che oggi parte dai 30 anni.
In che termini avete effettuato questo cambiamento del target? Puntiamo a una nicchia alta, quindi non abbiamo abbassato i prezzi. Abbiamo cercato di proporre, oltre alle fantasie classiche, volumi, vestibilità e fantasie che possano essere apprezzate anche da un pubblico più giovane.
Come comunicate con questo target? Attraverso i social, la cosa più facile e diretta. I social ci danno un feedback diretto delle sensazioni dei clienti. Ovviamente è un mare enorme e noi siamo una piccola azienda, quindi bisogna lavorarci molto.
Parliamo di vendite online. Come stanno andando? Che ruolo hanno i marketplace per il brand? Siamo presenti su Farfetch tramite i nostri clienti wholesale. Per noi è una vetrina importante, in cui ci sono griffe alte e di livello. Abbiamo poi il nostro e-commerce diretto che è stato internalizzato durante il periodo pandemia; lo consideriamo un terzo negozio, perché in termini di fatturato ha dato diverse soddisfazioni. Qui abbiamo fatto un grande investimento pubblicitario e lavorato molto sui social. Quello che colpisce dell’e-commerce è che hai un riscontro diretto e immediato da parte del cliente, cosa che non si può avere con i clienti wholesale.
Come state affrontando la sfida della sostenibilità? Noi siamo già al 75% di auto-produzione di energia elettrica e il piano è quello di arrivare, entro 2 anni, al 100%. Ci piacerebbe poi, entro il 2030, arrivare quasi ad essere carbon-free, implementando l’utilizzo del vapore che noi utilizziamo per la parte produttiva. Oltre a questo, utilizziamo tutte cose riciclabili e riciclate. Per le materie prime invece lasciamo la scelta stilistica ai creativi, per non limitare le idee, ma pensiamo che sia più importante che il passaggio da materia prima a prodotto finito sia sostenibile, piuttosto che sia riciclata la materia prima stessa.
Cosa ci può dire in merito alla licenza bambino? In questo caso è stato l’incontro con La Stupenderia a dare vita a questa strada. C’è stato un incontro di affinità per quanto riguarda la qualità del prodotto e la nicchia a cui ci si rivolge. Da qui abbiamo scelto di iniziare la nuova avventura nel mondo bambino, perché erano in tanti a chiederci maglioni per bambini.
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La collezione bimbo è nata quindi come esigenza da parte del cliente? Sì, è nata dall’esigenza che abbiamo colto da parte dei clienti, che spesso ci chiedevano maglieria da bambino. Fino ad oggi avevamo aspettato, perché non avevamo trovato il partner giusto. Partiremo con la prossima collezione FW e sarà un total look bambino da 2 ai 12 anni.
In cosa consiste il progetto Hospitality? Deriva dalla licenza che abbiamo sviluppato durante lo scorso Salone del Mobile con un’azienda di Torino che si chiama Agena che ha sviluppato una serie di carte da paratispecializzata per l’hotellerié. Abbiamo sviluppato una serie di carta da parati e tessuti che richiamassero un po’ la Scozia e il concetto di identità del marchio. I 7 appartamenti B&B che abbiamo in Corso Como 11, sono tutti brandizzati con la carta da parati e tutto il mondo Drumohr è presente anche nel design e nell’arredamento.
Le carte da parati sono in vendita? Sì, certo, in licenza, come per il mondo bambino.