Partiamo da una considerazione: questo non è il film della mia infanzia. E non sarebbe in ogni caso mai potuto esserlo. Perché? Sono nata in Francia e pertanto per me la Sirenetta della mia infanzia parla e canta in francese, e conosco canzoni, dialoghi, intonazioni a memoria.
Detto questo, sapendo che non avrei mai potuto ritrovare l’esatto film del (non tanto) lontano 1989, ho sperato ritrovarne mimiche, azioni, colori, dettagli.
Sono stata accontentata? Sì.
La Sirenetta: recensione del nuovo live-action Disney
Due tre dettagli a parte (il finale soprattutto), va detto che colori e interpretazioni ci riportano alla storia che ha segnato l’infanzia di milioni di bambini e bambine. E Halle Bailey cala (quasi) perfettamente i panni della sirena più amata di sempre.
E se Ariel meritava forse un pizzico di insolenza e sfrontatezza in più, lei c’è. Il personaggio convince, molto più sott’acqua che in superficie, ma possiamo affermare che la scommessa è stata vinta.
Sono bastati solo pochi minuti per che Halle facesse dimenticare ogni pregiudizio legato alla sua partecipazione nel cast del nuovo live action di Disney. La sua è un’interpretazione moderna, ma fresca e che, sì, richiama molto la sirenetta rossa della nostra infanzia. Una nuova eroina nella quale tutte le bambine possano sentirsi rappresentate.
La diversità, è anche rappresentata con le sorelle di Ariel, di diversi etnie e con diversi colori, così come con la madre del principe Eric, interpretata dall’attrice di origine sudafricana Noma Dumezweni (vista di recente nelle serie TV The Undoing o ancora The Watcher).
Fedele, anche di più, all’originale è invece Ursula, incarnata da una strabiliante Melissa McCarthy dall’interpretazione sbalorditiva. Costumi, mimiche, sguardi, movenze, Melissa McCarthy (doppiata da un’eccellente Simona Patitucci) è tra i motivi per i quali andare a vedere la nuova versione 2023 del film Disney.
Un’altra piacevole sorpresa è il personaggio di Sebastien, che regge (contrariamente a Flounder, piuttosto deludente), così come la versione italiana offerta da un bravissimo Mahmood (sia nel parlato che nelle canzoni, “In Fondo Al Mar” essendo uno dei pezzi più riusciti del Live Action, così come Baciala, non così distante dall’originale come sembrava dalle indiscrezioni).
Le differenze del nuovo live action de La Sirenetta rispetto al film Disney del 1989
La lunghezza: se la prima versione dura 83 minuti, quest’ultima invece, è lunga ben 135 minuti. Vengono inserite diverse canzoni in più rispetto alla versioni originale, mentre viene dato più spazio, con diverse scene, alla permanenza di Ariel nel castello del principe Eric.
La madre di Eric: anche se si tratta di un personaggio secondario, la madre del principe Eric ha un ruolo strutturato e una presenza pressoché ricorrente nel film.
L’ambientazione: anche se la prima versione del film Disney sceglie di ambientare la storia in un mare caraibico, non ci sono molti riferimenti del mondo in superficie che, invece, in questa versione 2023 appare decisamente più “esotica” con colori, canti e balli che danno un tocco caraibico al mare della Sardegna (dove si sono svolte le riprese).
Rispetto alla prima versione, viene accentuato l’aspetto mitologico del “canto delle sirene” dal potere ipnotico. Canto che, secondo gli umani, ha como scopo quello di attirare l’uomo per portarlo ad una situazione di pericolo.
La Sirenetta: il live action della Disney piacerà a tutti?
La risposta è no, ovviamente. D’altro canto, è innegabile che ritrovare gli stessi personaggi in carne ed ossa è un’impresa pressoché impossibile. Pur trovando un’attrice con la pelle diafana e i capelli rossi, sarebbe stata ovviamente diversa rispetto al personaggio principale.
Resta il fatto che questo nuovo live action firmato Disney riesce nell’intento di riportarci indietro nel tempo, strappandoci sorrisi e pure qualche lacrima.
Da vedere? Sì. Quando? Dal 24 maggio 2023 al cinema.