IUAD, accademia di moda e design di Napoli ha inaugurato l’annuale mostra “Tra Arte e Moda” realizzata dagli studenti di fine anno caratterizzata dal tema “ANTI FASHION”.
IUAD Napoli e la Mostra ANTI FASHION presso il Complesso Monumentale Donnaregina
Con il termine Antifashion, il pensiero vola immediatamente agli anni ’60 e ’70 con l’arrivo delle correnti hippy ma anche i movimenti gay e femministi, ma anche e soprattutto alla cultura punk e grunge che presto contaminerà musica, moda e abitudini dell’epoca.
Tra i simboli sacri dell’antifashion, Vivienne Westwood, ma anche Yohi Yamamoto, Rei Kawakubo, Helmut Lang, Martin Margiela, Ann Demeulemeester e Issey Miyake senza dimenticare l’importante contributo di Miuccia Prada che ha saputo a modo suo andare oltre gli stereotipi.
Parlando con gli studenti dello IUAD però, appare anche chiaro fin da subito che per molti di loro, il termine antifashion, ma anche la moda, in generale, c’entri poco con il mero vestire. Tra le proposte realizzate, numerosi quelle che vogliono esternare sentimenti e anima, scegliendo quindi non di adattarsi a trend e tendenze, ma bensì di esprimersi con il proprio abbigliamento.
Le relazioni intrapersonali e interpersonali diventano il cuore pulsante di espressione e creatività, dando vita a creazioni e outfit, ma anche a dettagli, decorazioni oppure nuovi modi di indossare capi intramontabili. Il cuore viene ricamato estrapolato dal petto, i limiti che ci legano diventano ali pronte a lasciarci andare, il tulle esasperato, prepotente, leggero ed etereo diventa a modo suo elemento di ribellione nell’espressione di sé.
28 gli abiti realizzati dagli studenti, riuniti assieme a 18 capi dati in prestito per l’occasione dagli Archivi Mazzini tra cui abiti provenienti delle collezioni più acclamate di Vivienne Westwood, Rei Kawakubo, Yohji Yamamoto, Martin Margiela o Miuccia Prada. Gli Archivi di Ricerca Mazzini sono una vera e propria eccellenza italiana che ha raccolto e custodisce 400.000 capi ed accessori. Un heritage inestimabile, un patrimonio stilistico incredibile a portata di mano, letteralmente, di studenti (come in quasto caso), professionisti o appassionati di moda e stile.
La missione degli Archivi di Ricerca Mazzini va oltre la raccolta di capi che hanno fatto la storia della moda, ma punta a rendersi disponibile per la nuova leva del sistema moda. Nessun clima da museo, bensì capi e accessori da poter toccare con mano, studiare, oltre che osservare. Un modo, per garantire la trasmissione, e per aiutare i giovani talenti e creativi nello studio e nello sviluppo delle proprie creazioni.
Antifashion, mostra inaugurata il 28 giugno e realizzata sotto la direzione artistica, curatela e allestimento a cura di Pasquale Esposito e Francesco Maffei, docenti presso IUAD, sarà visibile fino al 4 luglio presso il Complesso Monumentale Donnaregina di Napoli.
Durante la serata inaugurale della mostra, abbiamo incontrato Michele Lettieri, presidente dello IUAD con cui abbiamo scambiato due battute.
Come è nato il tema di quest’anno? L’idea è di Francesco Maffei e Pasquale Esposito, i docenti che hanno anche curato questa mostra. C’è stata anche una collaborazione aperta che ha consentito la realizzazione di una serie di laboratori all’interno dell’Accademia. Il concetto di Anti-Fashion è nato poiché, nell’epoca in cui viviamo, a mio avviso ci stava proprio bene come movimento di ispirazione culturale. La mostra vuole essere uno smarcare da una moda che può sembrare futile e vuole trasferire un concetto di cultura in ambienti culturali come questo presente nel Museo Donna Regina.
Qual è, secondo Lei, il punto di forza della vostra scuola? Difficile dirlo. Noi portiamo avanti in maniera forte quello che è la cultura della moda e della storia della moda, il management della moda e la tecnologia che ruota attorno al mondo moda, sempre mantenendo la capacità degli italiani del “saper fare”. Il saper fare consente di far diventare una cosa, bella davvero, e da sempre questo ci distingue.
Essendo qui a Napoli non possiamo non menzionare la sartoria napoletana. Che ruolo riveste per lei la sartoria napoletana? L’industria della moda è nata negli USA con sarti napoletani e questo la dice lunga sul suo valore. Credo che la moda si faccia molto a Napoli: in un sistema Italia la sartoria napoletana lo rende ancora più forte.
Che consiglio vorrebbe dare a tutti i giovani che vorrebbero intraprendere un percorso nella moda? Studiare moda molte volte spaventa, perché il mondo moda può sembrare una realtà in cui sono pochi a sfondare davvero, ma la verità è che l’industria della moda occupa milioni di persone in Italia a vario titolo. Studiare in un’Accademia di moda come la nostra (e non solo) consente di entrare in questo settore a diversi livelli, in base ad attitudini e obiettivi, che nel tempo possono anche variare. Per i giovani è importante, qualsisi percorso scelgano, farlo con dedizione e con impegno.