Abbiamo incontrato la fashion designer Isabella Caposano che ci ha raccontato una nuova collaborazione di design e le novità del mondo sposa.
Perché mi raccontavi che questo è un sogno che hai rincorso per tutta la vita? Perché sono sempre stata un’adolescente romantica e sognatrice, che si abbandonava al sogno di interpretare l’immagine che vedeva in un film, magari di una principessa, o delle danzatrici. Ero incantata dai tulle del valzer viennese, ecc… Insomma, era il mio sogno nel cassetto, ma i miei genitori mi dicevano che avrei dovuto diventare o maestra o impiegata. Sono diventata impiegata, moglie e mamma, ma dopo tanto tempo ho scelto di riprendere in mano la mia vita e ho voluto realizzare questo mio sogno. Io ho iniziato facendo ricerche per capire come funziona la moda. Non volevo aprire una sartoria, ma volevo proprio raccontare una storia, volevo raccontare questi abiti al mondo. Per questo motivo mi sono fatta supportare da esperti durante i primi anni, poi ho mosso i primi passi da sola, mettendo in piedi un gruppo di lavoro solido e ben affiatato.
Quali sono state le prime difficoltà? Le prime difficoltà sono state proprio mettere insieme le varie figure, al fine di creare armonia e sinergia, perché tutti dovevano capire di dover lavorare verso la creazione di un abito unico nel suo genere. Ogni capo nasce da un minuzioso progetto ed è studiato ad hoc per essere personalizzato sulla cliente.
Come mai hai scelto di dedicarti al mondo sposa? Il mondo sposa nasce proprio dal mio essere stata una romantica sognatrice, che immaginava le scene del grande cinema.
A quali film pensi quando sogni immagini o scene del grande cinema? La prima a cui penso è Grace Kelly, la mia icona preferita, ad esempio in “Caccia al ladro”, ma poi penso a tutte quelle dive del cinema degli anni ’60, che con la loro classe e il loro bon ton, mi hanno sempre affascinata. Quando penso ai miei abiti e li realizzo, lo faccio pensando a quel bon ton intramontabile.
Non hai paura di proporre questa artigianalità che sembra superata, anche se poi effettivamente non lo è? Io credo che si debba creare uno stile con dettagli particolari. Oggi il mondo è cambiato, reinterpretato in modo più sobrio, ma sempre con quei dettagli che fanno la differenza. Per questo ho scelto di dare sostanza al dettaglio, decidendo di riprendere pizzi e merletti fatti a mano, applicandoli sull’abito in modo contemporaneo. Resto fedele a uno stile classico, reinterpretato in chiave moderna.
Dicevi che tutto questo ti lega molto al ricordo di tua mamma. È con lei che hai visto per la prima volta queste tecniche? Esatto. Vengo da una famiglia modesta, ho sempre chiara l’immagine di mia madre, che la sera si metteva a riparare i vestiti usurati. Lei ricamava e ridava nuova vita a tutti i vestiti di noi figli. Non mi vergogno di questo, perché alla fine io mi ritrovavo il cappottino di mia sorella che, dopo la reinterpretazione e i ricami di mia mamma, diventava nuovo ed esclusivamente mio.
È curioso come un gesto così semplice, quello di tua mamma che ricamava, sia rimasto così vivo in te… Ho fatto onore alla mia passione e alla memoria di mia madre che ridava vita agli abitini usati per i suoi figli. È un’immagine che mi accompagnerà per sempre.
Cosa chiedono oggi le spose? Oggi la sposa è più cosmopolita. Il bianco non è più così tanto richiesto. Io lavoro molto con le spose straniere e la sposa arriva già con molte idee, spesso confuse. Per me è importante ascoltarle e comprendere la loro personalità, per capire il modello giusto che vedo per lei. La sposa è la protagonista assoluta del matrimonio e deve conquistare uno spazio privilegiato attraverso l’abito. Cerco sempre di consigliare al meglio.
Come si lega il tuo lavoro al mondo del design? Questa collaborazione è nata per caso, attraverso un amico comune, che guardando un mio bozzetto mi ha proposto di creare la sposa luminosa, sempre partendo dal pizzo, che per me è importante per non perdere mai di vista il passato.
Quello che tu proponi è anche sostenibile? Il nostro compito è quello di continuare a fare ricerca e perfezionarci, cercando tessuti e filati ecosostenibili. Poter usare tutte le fibre naturali è importante. Cerchiamo di prestare molta attenzione ai tessuti e all’ambiente, lo dobbiamo fare per le nuove generazioni. Io preferisco fare pochi pezzi, giusti, ma non collezioni. Questo mi soddisfa e mi gratifica, perché io trovo la luce nei tessuti e anche nel viso delle mie clienti.